Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Domenica 28 Aprile 2019

2a di Pasqua, della Divina Misericordia – Anno C

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 5,12-16; Salmo 117,2-4.22-27a; Apocalisse 1,9-11a.12-13.17-19; Vangelo di Giovanni 20,19-31

Salmo 117,2-4.22-27

Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

2 Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
3
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
4
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

22 La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
23
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
24
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

25 Ti preghiamo, Signore: dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: dona la vittoria!
26
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
27
Il Signore è Dio, egli ci illumina.

Vangelo di Giovanni 20,19-31

19 La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!» 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
21
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22 Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23 A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
24
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!» Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
26
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!» 27 Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!» 28 Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!» 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»
30
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31 Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Evidenza

Quando nella vita di una persona accade un evento, un evento qualsiasi, quella persona può accettare quello che le è accaduto oppure può non accettare quello che le è accaduto. Di fronte a qualsiasi evento della vita, un uomo è libero di dire sì, accetto, oppure no, non accetto. Nel dialogo interiore profondo, quello più intimo e spirituale, solo queste sono le risposte possibili a un uomo, riguardo a tutto ciò che gli può accadere: sì, no, e mai contemporaneamente. Accettare quello che succede nella vita non significa essere d’accordo con quello che succede, non significa gradire quello che succede. Accettare non significa mai sottomettersi, rassegnarsi, sopportare, tollerare. Dire di sì, nelle profondità del proprio essere spirituale, agli eventi che accadono nella vita non significa affermare che ci piace quello che accade, non significa acconsentire, adeguarsi, aderire, piegarsi a quello che succede. Accettare e dire di sì significa semplicemente prendere atto dell’evidenza, in modo razionale e intelligente. Prendere atto della realtà in modo razionale significa prendere atto della realtà usando una modalità di pensiero aderente alla realtà stessa, a come è la realtà. Prendere atto della realtà in modo intelligente significa prendere atto della realtà in modo consapevole, cioè leggendo dentro la realtà. Quando accade un evento è evidente che accade, non accettare l’evidenza è contro ogni razionalità e intelligenza. Per questo, pur essendo libero di dire sì o no alla vita che accade, l’uomo, quando non accetta gli eventi della vita, entra nel flusso psichico della stupidità. Quando un uomo non accetta un evento che gli succede nella vita, soprattutto un evento spiacevole, doloroso, pericoloso, fastidioso, in realtà si mette nelle condizioni spirituali, psico-emozionali e fisiche di non poterlo affrontare, fronteggiare e risolvere. Non si può affrontare una realtà che nel dialogo interiore spirituale si è deciso di non accettare, e dunque di escludere completamente dal mondo reale. In verità, quello che l’uomo non accetta – che è ovviamente e soprattutto ciò che non gli piace, gli fa paura, lo mette in difficoltà o in pericolo – diventa per lui inaffrontabile e invincibile. L’obiettivo di Satana è proprio questo: fare in modo che l’uomo non accetti gli eventi della vita, soprattutto quelli dolorosi, tristi, segnati dal male. L’obiettivo di Satana non è fare di tutto per persuadere l’uomo ad accettare il male, la violenza, il dolore nella propria vita, ma è esattamente il contrario. L’obiettivo di Satana è fare di tutto per persuadere l’uomo a non accettare il male, la violenza, il dolore nella propria vita. Satana sa perfettamente che quello che l’uomo non accetta come evidente, di conseguenza non lo affronta, non lo considera, non lo fronteggia, non lo cambia, eventualmente può solo combatterlo, entrare in guerra con quell’evento, ma alla fine ogni guerra porta con sé solo distruzione e morte. Nessun uomo vorrebbe il male, il dolore, l’ingiustizia nella vita, è ovvio, ma non accettare che nella vita ci sia il male, il dolore, l’ingiustizia è la più alta forma di perversione spirituale e intellettuale raggiungibile, e rende il male, il dolore, l’ingiustizia sempre più capillari, dilaganti, potenti e inafferrabili. Chi accetta non deve tollerare, chi accetta non deve sopportare, chi accetta non deve subire. Chi tollera non accetta, chi sopporta non accetta. Chi subisce non accetta. Chi si sottomette, si rassegna, non accetta. L’uomo tende a non accettare il male che subisce e a giustificare quello che compie: in tutti e due i casi non accetta l’evidenza della realtà del male subito e del male compiuto. In questo modo il male dilaga e impera. Non c’è niente al mondo, come non accettare che nel mondo ci sia il male, l’imperfezione, l’errore, capace di rendere uno spirito muto, un’intelligenza sorda, fragile e depressa, un corpo debole e privo di difese immunitarie.
Perché Tommaso e i compagni non accettano la risurrezione di Gesù? I discepoli di Gesù, con Tommaso in prima fila, non accettano la risurrezione di Gesù perché prima di tutto non hanno accettato l’uccisione di Gesù. Per come gli amici di Gesù hanno conosciuto Gesù, potente in parole e opere, Figlio di Dio, Messia Salvatore e Sanatore, che controlla le forze della natura, che tutti guarisce e ogni demonio può cacciare via, risulta loro molto difficile accettare che possa essere stato ucciso. Per chi ha conosciuto Gesù misericordioso, nella sua bellezza raggiante, sempre gentile, giusto, buono, compassionevole, servizievole con tutti, è semplicemente inaccettabile accettare che abbia potuto ricevere dall’uomo una tale risposta violenta, crudele e letale. Accettare poi che a volerlo eliminare e uccidere siano stati proprio i capi dei sacerdoti del tempio è ancora più inaccettabile. Non accettare che Gesù, di sua spontanea volontà, per amore dell’uomo abbia accettato di non sottrarsi a tanto male e dolore, per non entrare in conflitto con l’umanità, è non accettare Gesù stesso, la sua vita, la sua persona, la sua Parola, il suo amore, è in pratica non credere in lui, non aver fiducia in lui. Non accettare che Gesù è stato torturato, scaraventato dal male su una croce, per essere ucciso, è lo stesso che predisporsi a non accettare Gesù anche quando si presenta risorto, radioso e vivo. Tommaso non ha accettato l’evidenza dell’uccisione di Gesù e dunque è in conflitto con il mondo, e in qualche modo anche con Gesù, e perciò non può accettare l’evidenza della risurrezione di Gesù, non può riuscire a vedere Gesù risorto e vivo. Anche Gesù stesso ha accettato il male che gli hanno fatto, ma non per questo è d’accordo con quel male, gradisce quel male, né a quel male egli si è sottomesso, adeguato, rassegnato. Gesù ha veramente accettato il male che gli è stato fatto, e per questo non l’ha combattuto, non è entrato in guerra con esso, ma ha risposto al male con l’amore, con la compassione e il perdono.
Chi accetta gli eventi della vita rimane in uno stato spirituale e intellettuale di gratitudine, amore e fede, qualsiasi cosa succeda, e non scende in guerra con le persone, con se stesso e con la vita, perché entrare in guerra con le persone, con se stesso e con la vita è partecipare, di fatto, al regno del Maligno. Accettare è la chiave di ogni felicità, salute e pace. Accettare gli eventi della vita è l’unico modo per continuare ad aver fede nella vita, in se stessi e in Dio, per continuare a vedere chiaro anche dove tutto sembra oscuro e non facile da capire e accettare. Solo chi ha fede accetta, solo chi accetta ha fede, per questo Gesù dice a Tommaso: Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!