Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Sabato 27 Aprile 2019

Fra l’ottava di Pasqua

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 4,13-21; Salmo 117,1.14-21; Vangelo di Marco 16,9-15

Salmo 117,1.14-21

Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai risposto.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

1 Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
14 Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
15 Grida di giubilo e di vittoria
 nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.

16 La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
17 Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
18 Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.

19 Apritemi le porte della giustizia:
vi entrerò per ringraziare il Signore.
20 È questa la porta del Signore:
per essa entrano i giusti.
21 Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.

Vangelo di Marco 16,9-15

9 Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. 10 Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. 11 Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
12 Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. 13 Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
14 Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. 15 E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

Credere

Maria di Màgdala annuncia a quanti sono stati con Gesù che lui è vivo e che lei l’ha visto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Perché? I due discepoli di Emmaus annunciano a quanti sono stati con Gesù, e che sono in lutto e in pianto, che Gesù è apparso loro lungo il cammino, ma essi non credono neppure a loro. Perché? Perché coloro che sono stati con Gesù non credono alle parole di chi l’ha visto e incontrato vivo? Perché non credono a Maria di Màgdala? Perché non credono ai due discepoli di Emmaus, non credono ai loro amici? In realtà, quelli che sono stati con Gesù prima di tutto non credono a Gesù stesso, e non credono a Gesù perché continuano a credere a quello che la loro mente dice e afferma di Gesù, e cioè che Gesù è morto.
Quello che la mente dice, afferma, urla, grida al cuore dei discepoli di Gesù sembra molto più forte, logico, agguerrito, potente, razionale di quello che Gesù stesso ha predetto e annunciato riguardo alla sua uccisione e risurrezione, di quello che la realtà sta rivelando ai discepoli per bocca dei loro fratelli. La mente dei discepoli grida che Gesù è stato ucciso, l’annuncio dei fratelli che l’hanno visto dice che lui è vivo. La mente grida e griderà sempre qualcosa di diverso dalla realtà, da quello che la vita dona e chiede, da quello che Dio desidera per l’uomo. Questo è il motivo per cui, quando l’uomo si affida ai dialoghi interiori della propria mente corrotta e avvelenata, si incammina inevitabilmente verso la sofferenza e il dolore. Per questo Gesù, come ha fatto molte altre volte, anche con le sue prime parole da risorto invita i suoi amici ad andare in tutto il mondo ad annunciare il vangelo, perché lui sa bene che nel vangelo ci sono tutte le procedure e tutti gli strumenti indispensabili per imparare a sostituire i dialoghi interiori della psiche e dello spirito e dunque per poter cambiare vita.
Quando Gesù dice ai suoi amici: andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura, non li invita a raccogliere adepti nel mondo per creare una religione, non li invita a moltiplicare seguaci di una devozione, ma a offrire all’umanità la conoscenza e le procedure che possono donare felicità e pace nella potenza dello Spirito. Credere in Gesù, senza credere nelle procedure del vangelo, è sterile religiosità. Celebrare il nome di Gesù, senza amare e cercare con tutte le forze di realizzare le procedure del vangelo, è ipocrisia devozionale, seguire riti e liturgie nel suo nome, modificando il suo messaggio, tradendo la sua Parola, lasciando la gente nell’ignoranza rispetto alla sapienza e alla conoscenza del vangelo, è culto satanico. Gesù non ha mandato i suoi nel mondo per creare poteri gerarchici, imponenti organizzazioni, ma per illuminare l’umanità e condurla alla piena felicità.