Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 26 Aprile 2019

Fra l’ottava di Pasqua

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 4,1-12; Salmo 117,1-2.4.22-27a; Vangelo di Giovanni 21,1-14

Salmo 117,1-2.4.22-27a

La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

1 Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
2 Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
4 Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

22 La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
23 Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
24 Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

25 Ti preghiamo, Signore: dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: dona la vittoria!
26 Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
27 Il Signore è Dio, egli ci illumina.

Questo salmo può essere cantato utilizzando la melodia di LA PIETRA SCARTATA
 

Vangelo di Giovanni 21,1-14

In quel tempo, 1 Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2 si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. 3 Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
4
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5 Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?» Gli risposero: «No». 6 Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8 Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
9
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10 Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12 Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13 Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14 Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Gettate

Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli di Gesù sono insieme sulla spiaggia del mare di Tiberìade. Nella loro mente e nei loro discorsi non c’è altro che il vuoto lasciato da ciò che hanno visto con i loro occhi, cioè Gesù crocifisso e sepolto. Pietro ha fame, lui e la sua famiglia devono continuare a mangiare, e così decide di riprendere a fare quello che ha sempre fatto da ragazzo, quello che sa fare, pescare. Anche gli altri amici hanno fame e lo seguono. Salgono sulla barca, escono in mare ma quella notte non prendono nulla. Tutta la notte a gettare la rete e nemmeno un pesce, nemmeno uno. Al peso insopportabile dello sconcerto, del dolore per la tragedia appena vissuta sul Golgota, si aggiunge una cocente, inaspettata, quasi spietata delusione professionale ed esistenziale, e la fame cresce, crescono i calcoli oscuri e inquietanti della mente, i pessimi dialoghi interiori assolutistici su Dio, la vita, se stessi, e anche su Gesù. Questi dialoghi interiori pessimi vibrano come martellate nella testa di Pietro e si trasformano in terribili frustate di emozioni e stati d’animo, e la fame aumenta. Cresce la paura di non mangiare, cresce la tensione, la paura di non risolvere i problemi, di non capire, di non avere vie di fuga, soluzioni, prospettive. Cresce, aumenta, si moltiplica la sfiducia. Maggiore è il numero dei calcoli mentali presenti nel dialogo interiore, per calcolare tutto ciò che è calcolabile e non calcolabile, maggiore è il risultato di paura e sfiducia. È matematico. Quando ormai è l’alba – l’alba giunge puntuale tutti giorni, indipendentemente dalla notte che gli uomini hanno deciso di vivere dentro – Pietro e i compagni giungono a riva. Giungono a pochi metri dalla riva che è quasi alba in cielo ed è notte fonda nel loro cuore e nella loro intelligenza. Gesù dice loro: Figlioli, non avete nulla da mangiare? In una domanda, Gesù chiede all’umanità se, dopo tutti gli sforzi compiuti ogni giorno per vivere, ha raggiunto anche solo un po’ di tutto ciò di cui ha bisogno per vivere, per vivere serena, felice, in pace, al sicuro, prospera, in salute, nel benessere. Gli risposero: No. Una risposta secca e inequivocabile, la risposta dell’umanità, no. Allora Gesù propone la sua strategia, la sua tattica per trovare tutto ciò che si cerca, per ricevere tutto ciò che si desidera. Seguire le sue tre procedure: entrare nella metànoia, cambiare cioè il dialogo interiore, mutare il modo di pensare, ricominciare sempre, anche dopo una notte di errori e fallimenti, ferite inferte e ricevute, ricominciare con il perdono, e che tutto sempre sia fatto nel suo nome, nel nome di Gesù.
Gesù esprime tutto ciò in pochissime parole: Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete. Gettate è l’invito quasi imperativo, nel nome di Gesù e sulla sua Parola, a ricominciare sempre dopo fallimenti ed errori, a usare il perdono da chiedere e offrire per ricominciare sempre e non fermarsi mai, non tuttavia per ricominciare a caso, ma secondo la procedura. Gettate è un dolce invito e una potente indicazione di Gesù per ispirare Pietro a compiere in nome della Parola di Gesù qualcosa che la mente non vorrebbe mai fare, che i calcoli mentali hanno già stabilito essere inutile e vano. L’indicazione di gettare la rete dalla parte destra della barca è chiaramente l’invito alla metànoia, a entrare in una nuova direzione psichica, a sostituire il flusso dei pessimi pensieri, tutti protesi alla morte, con un flusso di pensieri amanti e grati, pieni di fiducia, tutti protesi alla vita. Pietro e i compagni seguono la procedura e tutto funziona a meraviglia, non riescono più a tirare su la rete per la quantità di pesci con cui si è riempita. Allora Giovanni il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: è il Signore! Giovanni è colui che comprende per primo perché è colui che ama e usa l’intelligenza del cuore, per questo vede prima e vede oltre. Colui che ama Gesù non pensa mai che Gesù sia lontano e assente, manchi e debba arrivare, non si sorprende quando Gesù si mostra presente. Chi ama Gesù sa perfettamente che Gesù è sempre con chi lo ama, non deve mai essere aspettato. Simon Pietro non comprende per visione interiore personale, non vede ancora con l’intelligenza del cuore, ma, appena ode dalla voce dell’amico che è il Signore, si stringe la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si getta in mare. Pietro non è ancora così evoluto spiritualmente da vedere e riconoscere il Signore, ma, nella sua divina, cardiaca semplicità, ora si tuffa in mare senza un pensiero, si tuffa da Gesù, corre incontro al suo Signore nuotando. Pietro ha la potenza invincibile, radiosa, trasparente, ineguagliabile dei cuori semplici e, con questa sua celeste semplicità, guiderà la prima chiesa di Gesù. Gli altri discepoli, invece, raggiungono la riva con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri, perché, per seguire la procedura di Gesù e gustarne i traboccanti risultati, non occorre andare lontano, né fare cose strane, eccentriche, bizzarre, astruse, misteriose, oscure, complicate.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane, perché Gesù non solo provvede sempre a tutto, ma predispone anche tutto e sempre, tutto è nelle sue mani e tutto esiste e sussiste nel nome del suo nome. Quando l’uomo si fida delle procedure evangeliche, può godere in modo pieno di tutti i beni della vita. L’umanità che vive nel nome di Gesù e segue le procedure del suo vangelo vivrà sempre nel benessere più pieno e traboccante.
Poi Gesù dice loro: Portate un po’ del pesce che avete preso ora, perché la vita secondo Dio è sempre un intreccio amoroso sorprendente, incantevole, mirabile, affascinante, sempre intelligente e luminoso di energie divine ed energie umane. Dall’incrocio amante dell’energia del cuore di Dio e del cuore dell’uomo non può che scaturire la festa della vita, il gioioso banchetto del benessere e l’Eucaristia, l’Eucaristia che è la celebrazione della gratitudine e della gratuità. Fino al giorno del ritorno del Signore la celebrazione dell’Eucaristia non dovrà mai mancare in mezzo al suo popolo, a maggior titolo in questi tempi in cui gli uomini di religione, per favorire il dialogo tra le religioni, su ordine di Satana, faranno di tutto per cancellarla dal cuore e dall’intelligenza della gente.