Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Mercoledì 24 Aprile 2019

Fra l’ottava di Pasqua

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 3,1-10; Salmo 104,1-4.6-9; Vangelo di Luca 24,13-35

Salmo 104,1-4.6-9

Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.

1 Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
2
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

3 Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
4
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

6 Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
7
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.

8 Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
9
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

Vangelo di Luca 24,13-35

13 Ed ecco, in quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14 e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
15
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16 Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17 Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?» Si fermarono, col volto triste; 18 uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?» 19 Domandò loro: «Che cosa?» Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20 come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21 Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22 Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23 e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24 Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
25
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26 Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?» 27 E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28 Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29 Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30 Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31 Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32 Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?»
33
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34 i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!» 35 Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Occhi e cuore

I due di Emmaus sono capaci di camminare e di orientarsi per tornare alla loro casa. I due di Emmaus sono capaci di conversare, disquisire e addirittura discutere tra loro dei fatti successi a Gerusalemme, i fatti riguardanti Gesù di Nazareth. I due di Emmaus sono capaci di avere il volto triste, di dimostrare sconforto, scontentezza, delusione. I due di Emmaus sono capaci di usare l’intelligenza per costruire ragionamenti saccenti, domande retoriche, sentenziose. I due di Emmaus sono capaci di organizzare con il cervello, e di esprimere con la gola parole pretenziose, dal tono infastidito, seccato per dover rispondere a Gesù, l’inatteso interlocutore. I due di Emmaus sono capaci di accusare Gesù di colpevole estraneità ai fatti che lo riguardano, di inaccettabile, negligente indifferenza rispetto alla conoscenza dei fatti accaduti in quell’ultima pasqua. I due di Emmaus sono capaci di raccontare con grande precisione al loro nuovo compagno di viaggio chi sia stato Gesù, come si sia dimostrato profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le autorità lo abbiano consegnato per farlo condannare a morte e lo abbiano crocifisso. I due di Emmaus sono capaci di rivelare al loro interlocutore quali siano state le loro aspettative nei confronti di Gesù, aspettative che si sono infrante sul legno di quella croce e sono state fatte a pezzi dalla pietra rotolata per chiudere la bocca del sepolcro. Quel sepolcro dentro il quale è stato rinchiuso e sigillato il Gesù Messia, insieme a tutte le attese del popolo, le speranze dei discepoli, i sogni dell’umanità. I due di Emmaus sono capaci di concepire cattivi pensieri nei confronti di Gesù, il Nazareno, che, come affermano loro stessi, fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo, sono cioè capaci di insinuare che Gesù è stato colpevole – perché nella loro logica non è risorto – di aver prima gonfiato e poi distrutto le loro speranze, praticamente lo accusano di aver ingannato chi ha confidato in lui: Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. I due di Emmaus sono capaci anche di raccontare l’incredibile storia di quella tomba vuota, il delirio delle donne, la visione degli angeli e il loro annuncio che lui, Gesù, è vivo. I due di Emmaus sono capaci di fare e dire molte cose ma non sono capaci di vedere Gesù con i loro occhi lì davanti a loro. Perché? Risponde il testo: Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Gli occhi dei due di Emmaus sono occhi non vedenti, occhi ciechi, perché occhi collegati alla mente e non al cuore, e chi non è collegato al cuore non è intelligente. È Gesù stesso a evidenziare che l’incapacità intellettuale – lui la definisce stoltezza – deriva automaticamente dalla lentezza a credere e ad ascoltare con il cuore. Solo quando ascoltano la Parola di Gesù con il cuore e non con la mente, solo allora iniziano a sentire il cuore che arde loro nel petto e solo quando il cuore, e non la mente, riconosce nello spezzare il pane il gesto del Signore, allora gli occhi vedono e l’intelligenza comprende.
Il cuore che ama è la sorgente di ogni intelligenza e sapienza vera. Solo il cuore, non la mente ha l’intelligenza per ascoltare e comprendere la voce del Signore. Il cuore, non la mente può inebriarsi della fragranza del pane spezzato, che segna la presenza del Signore risorto. Solo chi ascolta il cuore può far parlare l’intelligenza. Solo chi ascolta il cuore può partire di corsa con i due di Emmaus per andare incontro ai fratelli e annunciare loro e al mondo la propria esperienza del Signore, e ispirare la storia della Parola di Colui che era, è, e sarà: il Vivente.