Maria di Màgdala vede il Signore appena risorto ma non lo riconosce. Poi il Signore la chiama per nome, e allora Maria vede il Signore. Due righe, due righe soltanto bastano al vangelo per rivelare all’umanità la più formidabile fonte di luce, intelligenza, conoscenza e verità. Non si sente dentro il cuore ciò che si vede con gli occhi, ma solo e unicamente ciò che si sente dentro il cuore può essere visto, riconosciuto, conosciuto, compreso. Solo ciò che si ascolta nel cuore si riconosce nell’intelligenza. Più profondamente si ascolta il cuore, più ci si può elevare nella conoscenza di Dio e della vita.
Ma cosa c’è da ascoltare di così grandioso nelle profondità del proprio cuore? Maria di Màgdala ascolta dalla voce del Signore la parola più nobile, regale, elevata, divina, sacra, dolce, tenera, potente detta da Dio. Maria ascolta dalla voce dolcissima di Gesù Dio la parola divina più sublime che essere umano possa ascoltare, ascolta il proprio nome. Il nome che Dio ha dato a ciascuno dei suoi figli e che solo lui può pronunciare è ciò che di più grande l’uomo possa ascoltare dentro il proprio cuore. Gesù chiama Maria per nome, il nome con cui Dio ha sigillato in lei il suo amore, la sua predilezione, bellezza, fantasia, grazia e luce. Gesù chiama Maria per nome e Maria ascolta nel suo cuore il proprio nome detto da Gesù, e il suono di quella parola, di quel nome, il proprio nome la ispira a essere se stessa, a essere la figlia di Dio che Dio ha sempre desiderato e amato.
Quando l’uomo comprenderà che non c’è nulla da ascoltare e comprendere sulla terra se non il suono del proprio nome che Dio pronuncia dolcissimamente e incessantemente nelle profondità del suo cuore, allora potrà riconoscere veramente il volto del suo Signore e Dio.