Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Martedì 23 Aprile 2019

Fra l’ottava di Pasqua

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 2,36-41; Salmo 32,4-5.18-20.22; Vangelo di Giovanni 20,11-18

Salmo 32,4-5.18-20.22

Dell’amore del Signore è piena la terra.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia

4 Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
5
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

18 Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
19
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

20 L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
22
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

Vangelo di Giovanni 20,11-18

In quel tempo, 11 Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12 e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13 Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?» Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». 14 Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15 Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?» Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». 16 Gesù le disse: «Maria!» Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!» 17 Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». 18 Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Non piangere

Maria di Màgdala vede il Signore appena risorto ma non lo riconosce. Poi il Signore la chiama per nome, e allora Maria vede il Signore. Due righe, due righe soltanto bastano al vangelo per rivelare all’umanità la più formidabile fonte di luce, intelligenza, conoscenza e verità. Non si sente dentro il cuore ciò che si vede con gli occhi, ma solo e unicamente ciò che si sente dentro il cuore può essere visto, riconosciuto, conosciuto, compreso. Solo ciò che si ascolta nel cuore si riconosce nell’intelligenza. Più profondamente si ascolta il cuore, più ci si può elevare nella conoscenza di Dio e della vita.
Ma cosa c’è da ascoltare di così grandioso nelle profondità del proprio cuore? Maria di Màgdala ascolta dalla voce del Signore la parola più nobile, regale, elevata, divina, sacra, dolce, tenera, potente detta da Dio. Maria ascolta dalla voce dolcissima di Gesù Dio la parola divina più sublime che essere umano possa ascoltare, ascolta il proprio nome. Il nome che Dio ha dato a ciascuno dei suoi figli e che solo lui può pronunciare è ciò che di più grande l’uomo possa ascoltare dentro il proprio cuore. Gesù chiama Maria per nome, il nome con cui Dio ha sigillato in lei il suo amore, la sua predilezione, bellezza, fantasia, grazia e luce. Gesù chiama Maria per nome e Maria ascolta nel suo cuore il proprio nome detto da Gesù, e il suono di quella parola, di quel nome, il proprio nome la ispira a essere se stessa, a essere la figlia di Dio che Dio ha sempre desiderato e amato.
Quando l’uomo comprenderà che non c’è nulla da ascoltare e comprendere sulla terra se non il suono del proprio nome che Dio pronuncia dolcissimamente e incessantemente nelle profondità del suo cuore, allora potrà riconoscere veramente il volto del suo Signore e Dio.