Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 18 Aprile 2019

Della Settimana Santa

Parola del giorno
Isaìa 50,4-9a; Salmo 68,8-10.21b-22.31.33-34; Vangelo di Matteo 26,14-25

Salmo 115,12-13.15.16b-18

Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza.

12 Che cosa renderò al Signore
per tutti i benefici che mi ha fatto?
13 Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

15 Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
16 Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.

17 A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
18 Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.

Vangelo di Giovanni 13,1-15

1 Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.
2
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, 3 Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4 si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. 5 Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
6
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?» 7 Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». 8 Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!» Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». 9 Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!» 10 Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». 11 Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». 12 Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? 13 Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. 14 Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. 15 Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Ottavo

Sacramento deriva dalla parola latina sacramèntum, che a sua volta deriva da sacràre, che significa consacrare. La terminazione mèntum, propria dei nomi verbali, è usata per esprimere il movimento dell’azione, per esprimere la forza della cosa che si muove. Nell’antichità, il termine sacramèntum era usato per esprimere il giuramento con il quale si suggellava la sacralità di una promessa. La chiesa cattolica chiama sacramenti il Battesimo, la Cresima, l’Eucaristia, la Confessione, l’Unzione degli infermi, l’Ordine sacro, il Matrimonio, perché sono considerati realtà sacre, istituite da Gesù. I sacramenti sono punti d’incontro di straordinaria potenza tra Dio e l’uomo. Se vissuti con amore e con fede veri, lontani dalla superstizione, dalla consuetudine, dall’imposizione, sono dei canali potentissimi di comunicazione tra Dio e l’uomo, attraverso i quali Dio può donare all’uomo tutti i suoi doni e l’uomo può ricevere da Dio tutte le sue ricchezze.
Ma c’è qualcosa di inspiegabile che riguarda i sacramenti. Sono bastate poche parole di Gesù, sull’immersione nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, perché il battesimo-cresima diventasse un sacramento per la chiesa. Sono bastate le misuratissime parole e gesti di Gesù, nell’ultima cena, perché l’Eucaristia diventasse un sacramento per la chiesa. Sono bastate le pochissime parole di Gesù sul mandato dei discepoli di poter perdonare i peccati in nome di Dio, perché la confessione diventasse un sacramento per la chiesa. Sono bastate le contatissime indicazioni di Gesù rivolte ai discepoli, mentre li mandava nel mondo per guarire i malati e cacciare i demoni, perché l’unzione degli infermi diventasse un sacramento per la chiesa. Sono bastate le difficilmente rintracciabili parole di Gesù sul matrimonio, perché il matrimonio diventasse un sacramento per la chiesa. È bastata quella splendida mattina della pentecoste, quando Gesù ha consacrato i suoi come testimoni del suo vangelo, perché l’ordine sacro diventasse un sacramento per la chiesa. Gesù dice, istituisce, e la chiesa accoglie e vive. Tutto questo è splendido e radioso nella sua divina e potentissima semplicità. Ma allora perché, perché la lavanda dei piedi non è diventata sacramento per la chiesa? Gesù compie questo gesto al termine di tutto il suo cammino terreno, è proprio il suo ultimo gesto, sono le sue ultime parole, prima dell’ora della sua partenza da questa terra, ma la lavanda dei piedi non diventa sacramento.
Gesù compie questo gesto proprio in nome della sua piena, divina consapevolezza, e il testo sottolinea il contrasto tra lo stato di assoluta consapevolezza di Gesù e quello di totale inconsapevolezza di Pietro e compagni. Gesù compie quest’azione sacra, sanante e salvifica in nome di qualcosa di assolutamente decisivo e determinante che l’uomo ancora non conosce e non può capire, infatti Gesù, rivolto a Pietro, afferma: quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo. Gesù compie questo gesto in un momento certamente particolarissimo, centrale, per farlo interrompe addirittura la cena, ne offre i ritmi, le modalità, le cadenze, lo stile: si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto, eppure questo gesto non è diventato sacramento, perché? Oltre al gesto di indubbia potenza, oltre all’azione di indiscutibile, assoluta autorevolezza, Gesù aggiunge le parole, la Parola, quella sua, quella di Dio, e indica senza ombra di dubbio come questo gesto debba far parte integrante e stabile della vita della chiesa: Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. Ma allora perché la lavanda dei piedi non è entrata a far parte dei sacramenti della chiesa ed è rimasta un’azione suggestiva, romantica, devozionale, da celebrare il giovedì della cena santa? È stata una dimenticanza? Una svista? Una decisione deliberata? Qualsiasi sia il motivo per cui la lavanda dei piedi non è un sacramento della chiesa, una cosa è certa, che la lavanda dei piedi, così come Gesù l’ha voluta e pensata per l’umanità, è qualcosa di assolutamente nuovo e inedito: lo è stato allora e lo è anche oggi.
Tutti gli altri sacramenti, prima di appartenere alla sfera rituale e liturgica, appartengono alla sfera della vita, oltre che a strutture religiose e spirituali codificate e antichissime. Tutti gli altri sacramenti vengono a ratificare, potenziare, illuminare, valorizzare, consacrare quelli che atavicamente sono i momenti salienti della vita di un uomo, sia a livello interiore che sociale e relazionale. È così per quella che era l’iniziazione a livello spirituale e sociale di un uomo nella comunità, che è diventata il sacramento Battesimo-Cresima. È così per la sacralità del cibo che l’uomo fa entrare in se stesso per avere la vita, per unirsi alla vita nella convivialità e vivere sano e forte, che diventa il sacramento dell’Eucaristia. È così per le innumerevoli ritualità e forme devozionali che manifestano la necessità dell’uomo di purificarsi dai suoi mali, di decontaminarsi dalle ferite inferte e da quelle ricevute, che diventa il sacramento della Confessione. È così per le incalcolabili procedure e metodi, ritualità usate per guarire e far guarire che accompagnano l’uomo da quando è su questa terra, che diventano il sacramento dell’Unzione degli infermi. È così per la consacrazione degli uomini e delle donne che si mettono a servizio del popolo in nome della divinità, come mediatori tra l’uomo e Dio, che diventa il sacramento dell’Ordine sacro. È così per il legame tra uomo e donna che sancisce l’inizio di una nuova entità sociale-relazionale che è la coppia, che diventa il sacramento del Matrimonio. E la lavanda dei piedi? La lavanda dei piedi non appartiene forse a nessun momento cruciale e determinante della vita dell’uomo? Di certo appartiene a una sfera assolutamente determinante della vita dell’uomo, a una sfera esistenziale completamente sconosciuta a Pietro e ai suoi compagni, tanto che né loro né quelli che sono venuti dopo l’hanno compresa.  Gesù dice a Pietro quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo, ma evidentemente quel dopo deve ancora arrivare, visto che la lavanda dei piedi, pur non mancando di nessuna delle autorevolissime connotazioni dei sacramenti istituiti da Gesù in persona, non ha mai acquisito per la chiesa la potenza e l’autorità che le sono proprie. Perché? Perché la lavanda ratifica, potenzia, illumina, valorizza, consacra non un’azione dell’uomo, ma l’azione spirituale, psico-emotiva, intellettuale assolutamente più indispensabile, innovativa, liberante, decisiva, rivoluzionaria, potente, illuminante per la vita dell’uomo. La lavanda dei piedi è la consacrazione dell’azione più sacra, divina, spirituale, amante, intelligente che l’uomo possa compiere, ma che evidentemente ancora non conosce e non usa e, quando sporadicamente la compie, lo fa fuori procedura, in modo sentimentale, suggestivo, morale e quasi del tutto non funzionante. L’uomo che non sa vivere quotidianamente e costantemente quest’azione, non può essere spiritualmente e socialmente iniziato a nulla e a nessuno, svuota ogni comunione con Dio, rende inutile la sua richiesta di perdono a Dio, impedisce ogni guarigione, rende sterile ogni consacrazione e scelta di servire il popolo di Dio, e distrugge dall’interno la coppia e ogni relazione affettiva. La lavanda dei piedi consacra l’azione spirituale e intellettuale per eccellenza: il perdono. Il perdono da chiedere e da offrire ai fratelli. Se gli uomini non impareranno a vivere il perdono reciproco come l’ottavo sacramento voluto da Gesù, gli altri sette sacramenti sono e saranno inutili e inutilizzabili.
Questi sono i tempi in cui è indispensabile, per gli uomini e le donne che amano Gesù e la sua Parola, cercare di realizzare con tutto il cuore, lo spirito e l’intelligenza l’ottavo sacramento, perché altrimenti, in tempi brevi, diventerà impossibile vivere anche gli altri sette.