Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Domenica 14 Aprile 2019

Delle Palme e della Passione – Anno C

Parola del giorno
Isaìa 50,4-7; Salmo 21,8-9.17-18a.19-20.23-24; Lettera agli Filippési 2,6-11; Vangelo di Luca 22,14 - 23,56

Dio mio, Dio mio

Salmo 21,8-9.17-18.19-20.23-24

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

8 Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
9 «Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!»

17 Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
18 Posso contare tutte le mie ossa.

19 Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
20 Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.

23 Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
24 Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d'Israele.

Vangelo di Luca 22,14 - 23,56

14 Quando venne l’ora, Gesù prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15 e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, 16 perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». 17 E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, 18 perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio».
19
Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20 E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi».
21
«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. 22 Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!»
23
Allora essi cominciarono a domandarsi l'un l'altro chi di loro avrebbe fatto questo.
24
E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande.
25
Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. 26 Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. 27 Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. 28 Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove 29 e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, 30 perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele.
31
Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; 32 ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». 33 E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». 34 Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».
35
Poi disse loro: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?» Risposero: «Nulla». 36 Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. 37 Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: “E fu annoverato tra gli empi”. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento». 38 Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse: «Basta!»
39
Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. 40 Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». 41 Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: 42 «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». 43 Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. 44 Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. 45 Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. 46 E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
47
Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. 48 Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?» 49 Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?» 50 E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. 51 Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!» E, toccandogli l'orecchio, lo guarì. 
52 Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. 53 Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l'ora vostra e il potere delle tenebre».
54
Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. 55 Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. 56 Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui».
57
Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!» 58 Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!» Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!» 59 Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». 60 Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. 61 Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». 62 E, uscito fuori, pianse amaramente. 63 E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, 64 gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?» 65 E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo.
66
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro sinedrio 67 e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; 68 se vi interrogo, non mi risponderete. 69 Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio». 70 Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?» Ed egli rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». 71 E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».
23,1
Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato 2 e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». 3 Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». 4 Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». 5 Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui».
6 Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo 7 e, saputo che stava sotto l'autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.
8
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. 9 Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. 10 Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. 11 Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato.
12
In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.
13
Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, 14 disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; 15 e neanche Erode: infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. 16 Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». [17] 18 Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!» 19 Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. 20 Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. 21 Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!» 22 Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». 23 Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. 24 Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. 25 Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.
26
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. 27 Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.
28
Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. 29 Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”.
30
Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”,e alle colline: “Copriteci!”
31
Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?» 32 Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori. 33 Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra.
34
Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
35
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36 Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37 e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38 Sopra di lui c’era anche una scritta: “Costui è il re dei Giudei”.
39
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!» 40 L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41 Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42 E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43 Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
44
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, 45 perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. 46 Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.
47
Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». 48 Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. 49 Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.
50
Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. 51 Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatèa, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. 52 Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. 53 Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. 54 Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. 55 Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, 56 poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.

Pregare

Quando un uomo accetta con la sua psiche di costruire e seguire pensieri di giudizio, di disapprovazione, di separazione, di condanna per qualcuno, si predispone automaticamente a provare anche le emozioni e lo stato d’animo che quel tipo di pensieri hanno il potere energetico di generare immediatamente in tutta la persona, emozioni di fastidio, irritazione, rabbia, uno stato d’animo di malessere, sofferenza, tristezza. Rimanere in questa tipologia di pensieri significa dunque rimanere in questa tipologia di emozioni, e rimanere in queste emozioni impedisce ovviamente all’uomo di essere sereno, felice, sano e in pace. Come bloccare i pensieri che procurano emozioni sgradevoli e stati d’animo spiacevoli? Non si può. È semplicemente impossibile per la psiche umana bloccare un pensiero e dunque la conseguente emozione. Ma allora l’essere umano è destinato a entrare necessariamente nella sofferenza e nel malessere e risiedervi stabilmente? Assolutamente no. È vero, l’uomo non può in alcun modo bloccare i pensieri della sua psiche, ma può sostituirli.
L’uomo non può bloccare le emozioni derivate dalla sua psiche, può però sostituirle, sostituendo i pensieri che generano le emozioni che non desidera provare. La psiche dell’uomo è sempre, costantemente, consapevolmente o no, immersa in qualche dialogo interiore, e dalla qualità del dialogo interiore derivano, perfettamente conformi e commisurate, determinate emozioni e dunque un determinato stato d’animo.
La psiche umana non può rimanere senza parole interiori, ma l’uomo può liberamente e consapevolmente decidere con quali parole alimentare la sua psiche e dunque le sue emozioni e dunque la sua vita. Qual è il modo più potente, efficace per sostituire i pensieri e i dialoghi interiori che procurano sofferenza e dolore, malattia e malessere? In assoluto il modo migliore per sostituire i pensieri e i dialoghi interiori, generatori di energie malsane, con dialoghi interiori, generatori di energie vitali, è pregare. Uno dei modi più efficaci e potenti per donare alla psiche un dialogo interiore sempre molto elevato, pulito e purificante, carico di vibrazioni radiose e sananti, è pregare usando le parole della Parola di Dio. Nelle ultime ore della sua vita terrena, ore molto dolorose e pericolose, Gesù ripete ai suoi discepoli per ben due volte: pregate, per non entrare in tentazione, indicando chiaramente la tentazione come un luogo, un luogo ben preciso in cui è possibile entrare, uno stato della psiche e dell’animo dove si può penetrare e risiedere. È proprio nei momenti difficili, di prova, di paura, di pericolo che Gesù invita i suoi discepoli a non abbandonare per nessun motivo la procedura della preghiera per non entrare nella tentazione. Ma in quale tentazione può entrare l’uomo? Da quale tentazione l’uomo deve guardarsi come il più letale dei pericoli? La tentazione suprema, la più potente e dilaniante tentazione, l’origine di tutte le tentazioni è pensare male di Dio, giudicare Dio, criticare Dio. Gesù sa che la mente dei discepoli, nel vedere Gesù arrestato, accusato, calpestato, deriso, torturato, è sconcertata, dissociata, totalmente in preda al panico e dunque facilmente predisposta a generare dialoghi interiori malevoli, cattivi, giudicanti, attraverso pensieri di sfiducia in Dio, nella vita, in Gesù stesso. Per questo Gesù insiste più volte e invita i suoi amici a pregare, per non entrare in tentazione, proprio per sostituire con forza e decisione gli inevitabili pensieri di sfiducia e di giudizio verso Dio e la sua volontà con le parole della Parola, e a non entrare quindi nella tentazione di pensare male di Dio.
Gesù sa che nei momenti difficili della vita, in cui tutto sembra andare storto o, peggio, sembra perduto, per la mente è quasi ovvio e logico pensare male di Dio, per questo Gesù stesso insegna ai suoi amici non solo a pregare ma anche come pregare, meglio ancora, indica perfino con quali parole pregare. Gesù quando insegna la preghiera del Padre Nostro non insegna solo a pregare ma anche quali parole di luce usare per sostituire, nel dialogo interiore, le parole di tenebra. Pregare nelle modalità che l’uomo conosce e nel modo in cui è capace è sempre potente ed efficacissimo, ma Gesù richiama con forza l’attenzione dei suoi discepoli sul fatto che c’è un modo di pregare che ha una forza suprema, pregare usando le parole della Parola di Dio. Parole della Parola che vanno meditate e dialogate nel cuore e con il cuore, con amore e massima concentrazione, perché la preghiera costruita a forza di parole non è solo uno spreco di parole ma rende inefficace la potenza stessa della preghiera. Non è la superficiale ripetizione delle parole che ha la forza di modificare il dialogo profondo della psiche, ma è immergersi completamente in poche, misurate parole di Dio con tutto il cuore, con tutto se stessi, che ha il potere di cambiare le vibrazioni del dialogo interiore. La preghiera che Gesù insegna non è una preghiera che usa le parole della Parola per chiedere a Dio qualcosa, infatti sottolinea: perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Secondo Gesù la preghiera più evoluta e potente è l’azione spirituale, è il dialogo interiore che non chiede, ma che serve a creare e a mantenere l’intimità con Dio, anche quando tutto attorno a noi è caotico, confuso, motivo di separazione, spavento e terrore. Questo dialogo interiore serve a creare un rapporto con Dio e a rimanere in continua relazione amante con lui, per abbandonarsi completamente e senza riserve nelle sue mani e nel suo amore anche quando, e soprattutto quando, gli eventi sono particolarmente portatori di persecuzione, sofferenza, solitudine, pericolo. Gesù ispira i suoi a pregare con la preghiera suprema, che non è la preghiera che chiede ma la preghiera che ama, che ama così tanto che non pensa mai male di Dio.