Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Mercoledì 10 Aprile 2019

5a settimana di Quaresima

Parola del giorno
Danièle 3,14-20.46.50.91-92.95; Salmo: Danièle 3,52a.52c.53a.54a.55a.56a; Vangelo di Giovanni 8,31-42

A Te la lode e la gloria

Daniele 3,52a.52c-53a.54a.55a.56a

A te la lode e la gloria nei secoli!

52 Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
benedetto il tuo nome glorioso e santo.

53 Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso,
54 benedetto sei tu sul trono del tuo regno.

55 Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi e siedi sui cherubini.
56 Benedetto sei tu nel firmamento del cielo.

Vangelo di Giovanni 8,31-42

In quel tempo, 31 Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 33 Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?»
34
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35 Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. 36 Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. 37 So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. 38 Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
39
Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. 40 Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. 41 Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!» 42 Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

Rimanere

Si può rimanere, per restare da qualche parte. Si può rimanere presso qualcuno, e si può rimanere per trattenersi in un posto. Si può rimanere per fermarsi, per capire, per combattere, per amore, per divertirsi, per la compagnia o semplicemente perché non si sa dove altro andare. Si può rimare soddisfatti, insoddisfatti, sorpresi, colpiti e presi. Si può rimanere indietro, di stucco e perfino secchi. Si può rimanere in un posto, a riposo, con delle persone, in una condizione sociale, ma anche in un sentimento, in un’emozione, in una posizione, oppure si può rimanere in piedi, seduti, soli, e anche in silenzio. Si può rimanere in un pensiero, in un’idea, in un dubbio, in una convinzione. Si può rimanere ovunque e con chiunque, ma c’è un solo posto in cielo e in terra dove si può rimanere per avere la conoscenza della verità e la libertà. E qual è questo posto straordinario nel quale solo rimanendoci si può accedere alla conoscenza della verità e alla libertà?
Gesù lo rivela e afferma: se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi. Il verbo greco mèno, “rimango, permango, continuo a essere, persisto, continuo a esistere, a sussistere”, ha anche l’accezione di restare fermo di fronte alle avversità, perseverare, resistere, rimanere, permanere saldo. Gesù rivela che solo ed esclusivamente rimanendo nella sua Parola si può accedere alla conoscenza della verità e di conseguenza alla libertà. Gesù parla della sua Parola non come di un suono, un principio, una norma, un concetto, un’idea, un’argomentazione, una nozione, ma come di un luogo, un luogo dove rimanere, dove dimorare, abitare, restare, vivere. Gesù parla della sua Parola come si parla di un luogo dentro al quale si può rimanere, vivere, abitare. Gli uomini per vivere possono abitare dentro le case, i castelli, le capanne, le ville, i palazzi, ma nessuna di queste abitazioni può fornire all’uomo ciò che solo abitare dentro la Parola di Gesù può donare: la luce radiosa della conoscenza e la forza rivitalizzante della libertà.
Fino a quando gli uomini non avranno fissa dimora nella Parola di Gesù, non potranno accedere alla luce della verità e conoscere la forza della libertà, e vagheranno, vagheranno attorno al mondo e alla storia come schiavi ignoranti e spauriti, vagabondi sempre sottomessi e soggiogati da qualche lupo rapace. Le parole di Gesù rivelano che l’uomo ha una casa meravigliosa che ignora di avere, dove può rimanere e abitare nella verità e nella libertà. È la casa dove ogni uomo è nato, la culla stessa della vita: la Parola di Gesù. La Parola di Gesù non è solo il suono della vita, è il luogo dove la vita funziona come deve funzionare e tutte le creature sono libere di essere ciò che sono.
Rimanere nella Parola di Gesù è rimanere nelle vibrazioni supreme da cui tutto ha avuto origine e da cui tutto ciò che esiste continua a essere sostenuto e ordinato. La Parola è l’unico posto dove si può rimanere, per sempre.