Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 8 Aprile 2019

5a settimana di Quaresima

Parola del giorno
Danièle 13,1-9.15-17.19-30.33-62; Salmo 22,1-6; Vangelo di Giovanni 8,12-20

Salmo 22,1-6

Abiterò nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita.

1 Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
2 Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
3 Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
4 Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

5 Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

6 Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

Vangelo di Giovanni 8,12-20

In quel tempo, 12 Gesù parlò ai farisei e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».
13
Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». 14 Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. 15 Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. 16 E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. 17 E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. 18 Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me».
19
Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?» Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio».
20
Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.

Tesoro

Gesù, ai suoi nemici, ai suoi detrattori, accusatori, diffamatori, rivela qualcosa sul loro rapporto con Dio, che è straordinariamente importante, decisivo, fondamentale, determinante, quanto incredibilmente terribile, allucinante, perverso, satanico, mortale: Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio. Cosa ci può essere di più terrificante, orrendo, spaventoso nella vita di un uomo che il non conoscere il Padre del cielo? Se un uomo non riesce a riconoscere il Padre del cielo nelle profondità del suo cuore e nella meraviglia intelligente del creato, cos’altro potrà mai conoscere? Che senso possono avere la cultura, la religione, l’istruzione, l’insegnamento, lo studio per l’umanità, se l’umanità non conosce il Padre del cielo? Quando l’uomo non conosce Dio Padre, può forse conoscere se stesso, gli altri, la vita? Quando l’uomo pensa male di Dio Padre, di chi altri può pensare bene? Quando l’umanità ha dubbi su Dio Padre, non si fida di Dio Padre, di chi altro mai può essere certa, di chi si può fidare? Quando l’uomo considera Dio Padre come un essere inesistente, qual è la realtà, la persona, l’entità che può percepire come reale? Quando un uomo ritiene Dio Padre come un essere ostile, un nemico, chi può mai essere vissuto come amico e compagno da costui? Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio. Le parole rivolte da Gesù ai suoi accusatori sono durissime ma spiegano l’origine, la causa, il principio di tutta la sofferenza, il dolore, la miseria, la violenza dell’uomo. Secondo le parole di Gesù la causa di tutti i mali che affliggono l’uomo è che l’uomo non conosce ancora Dio Padre, e non si lascia guidare in questa conoscenza da Gesù, il Figlio del Padre del cielo. Sono durissime e terribili le parole di Gesù e vengono dette in un posto del tutto particolare. Il testo evangelico precisa che Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. Il luogo dove Gesù pronuncia queste parole è il gazofilacio del tempio. Gaza è una parola persiana che significa “ricchezza”, mentre fylakè è una parola greca che indica sia “custodia” che “sentinella, custode”, perciò gazofilacio è usato nella scrittura per indicare sia lo scrigno dove si conservano le ricchezze che vengono portate al tempio del Signore, sia l’edificio in cui il tesoro è conservato, e in tal senso è usato in questo brano. Quando Gesù rivela all’umanità che il cuore di tutti i tesori e di tutte le conoscenze, la sorgente di ogni felicità, armonia, salute, benessere e pace, è conoscere il Padre del cielo e il Figlio suo che è venuto sulla terra per farcelo conoscere, si trova nella stanza del tesoro, e le sue parole, rèmata in greco, sono la moneta viva, la vera ricchezza con impressa l’immagine dell’unico Re e Signore.
Il cuore del tempio, la stanza del tesoro della spiritualità e della fede, il centro propulsore di tutta l’energia della vita, dove sono contenuti tutti i tesori della creazione, dell’esistenza, della luce, della conoscenza, è conoscere il Padre del cielo. Per Gesù la più grande ricchezza, il più incalcolabile tesoro nei multiversi è conoscere il Padre del cielo. Per i detrattori, gli accusatori, i diffamatori di Gesù è evidente che il tesoro del tempio, la stanza del tesoro rappresenta ben altro che conoscere il Padre del cielo.  
Ma cosa significa conoscere il Padre del cielo? Come si fa a conoscere il Padre del cielo? È Gesù che lo rivela. Amare senza condizioni è il modo, l’unico modo per conoscere il Padre del cielo. Gesù nel suo vangelo rivela che è l’amore il vero tesoro dell’umanità e lo dice nella stanza del tesoro del tempio di una religione in agonia, proprio perché nella stanza del tesoro ha depositato monete d’oro e d’argento e non azioni d’amore.