Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 5 Aprile 2019

4a settimana di Quaresima

Parola del giorno
Sapienza 2,1a.12-22; Salmo 33,17-21.23; Vangelo di Giovanni 7,1-2.10.25-30

Salmo 33,17-21.23

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato.

17 Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
18
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.

19 Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
20
Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.

21 Custodisce tutte le sue ossa:
neppure uno sarà spezzato.
23
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.

Vangelo di Giovanni 7,1-2.10.25-30

In quel tempo, 1 Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
2 Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. 10 Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
25
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 26 Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27 Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
28
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29 Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
30
Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

Resistenza

L’intreccio incalcolabile e sterminato dei pensieri è come un fascio di fili elastici che tiene la mente continuamente e perennemente in tensione, in tensione tra passato e futuro. Una parte del traffico dei pensieri viaggia pesantissimamente ancorata e incatenata al passato e una parte dei pensieri viaggia completamente proiettata nel futuro. Tutti i pensieri della mente sono risucchiati dal passato e dal futuro. È questa continua e incessante tensione mentale a creare tutti i problemi e le sofferenze dell’uomo. Questa particolare moltitudine di pensieri aspirati dal passato e dal futuro genera particolari tipi di emozioni, che hanno tutte come denominatore comune la paura, la rabbia, il panico. Queste reazioni emotive, poi, sono alla base dei comportamenti prepotenti e violenti e delle reazioni fisiche di sofferenza, malattia e dolore. Quando un pensiero non viaggia risucchiato dal passato o dal futuro, allora significa che sta viaggiando aderente al presente, alla realtà presente. Allora non si parla più di un pensiero dell’ego e della mente associativa, ma di un pensiero del vero io divino, della vera essenza dell’uomo, dell’intelligenza percettiva. A causa dello stato demenziale di sospensione e di tensione in cui la mente vive, perché costantemente strattonata da pensieri risucchiati dal passato e dal futuro, la mente si sente sempre stabilmente minacciata, provocata, insidiata da tutto e da tutti. Il pregiudizio, l’ignoranza, l’arroganza, la disonestà intellettuale, il negare l’evidenza e i comportamenti aggressivi e prevaricatori hanno origine unicamente dallo stato mentale deviato e demenziale di una mente risucchiata dal passato e dal futuro. Una mente che vive risucchiata dal passato e dal futuro la si può riconoscere immediatamente perché è una mente in perenne e costante tensione, tensione provocata dallo stato di resistenza. Tutto il dolore e la sofferenza dell’uomo sono provocati da una forma consapevole o inconsapevole di resistenza della mente e ogni forma di resistenza è generata da un giudizio. Più la mente resiste al presente, alla realtà presente, più diventa aggressiva e rigida, instabile e intollerante. La mente in resistenza è una mente aggressiva, quanto debole, agitata, quanto statica, presuntuosa, quanto ignorante, sterile, quanto vanitosa. La mente in resistenza ha però una forza tutta sua. La mente in resistenza, con il tempo, pur entrando in un vero e proprio stato psicotico di demenza, continua a usare le abilità della mente associativa con virtuosismi inaspettati. Sono queste le abilità associative che i nemici di Gesù usano a piene mani per cercare in ogni modo di metterlo alla prova e in difficoltà.
Gesù sale verso Gerusalemme, e riesce a entrare nella città ma non riesce a entrare nelle menti di molti dei suoi abitanti, compresi i capi e i dirigenti politici e religiosi del popolo. Perché? Perché sono menti in resistenza, menti in giudizio, menti che usano l’abilità associativa non per comprendere, per vedere, per crescere, ma per screditare Gesù, umiliarlo, destabilizzarlo, eliminarlo. Come ci può essere spazio intellettuale per Gesù in un popolo che, nella sua mente strattonata tra passato e futuro, ha già deciso a priori come deve essere Gesù, chi deve essere, come deve presentarsi, cosa deve fare e non fare, cosa deve dire e non dire? La mente in resistenza non ha spazio per nessuno, se non per se stessa. Coloro che a Gerusalemme hanno scelto di sostituire la loro mente in resistenza con l’intelligenza percettiva, pur non capendo comunque tutto di Gesù, della sua Parola e della sua presenza, hanno però onorato il presente, il meraviglioso, umile, perfetto, unico presente della vita. Coloro che davanti a Gesù hanno onorato il presente, senza saperlo hanno onorato Gesù, la sua Parola, il suo volto divino, il suo amore, la sua bellezza.
Una mente che resiste al presente non onora mai il presente. Un’intelligenza percettiva che onora il presente, onora tutto quello che Dio dona ai suoi figli, perché tutto ciò che Dio dona all’uomo e alla vita, lo dona solo ed esclusivamente al presente. Resistere al presente è resistere a Dio, resistere al presente è vietarsi ogni gioia, salute, benessere, pace e felicità.