Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 4 Aprile 2019

4a settimana di Quaresima

Parola del giorno
Èsodo 32,7-14; Salmo 105,19-23; Vangelo di Giovanni 5,31-47

Salmo 105,19-23

Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.

19 Si fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
20
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.

21 Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
22
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.

23 Ed egli li avrebbe sterminati,
se Mosè, il suo eletto,
non si fosse posto sulla breccia davanti a lui
per impedire alla sua collera di distruggerli.

Vangelo di Giovanni 5,31-47

In quel tempo Gesù disse ai Giudei: 31 «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. 32 C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
33
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità.
34
Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati.
35
Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
36
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. 37 E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, 38 e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
39
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. 40 Ma voi non volete venire a me per avere vita.
41
Io non ricevo gloria dagli uomini. 42 Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. 43 Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. 44 E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
45
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. 46 Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. 47 Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?»

Combinazione

Le combinazioni sono molte e articolate.
Si può possedere uno strumento musicale, ma ciò non significa automaticamente saperlo suonare. D’altra parte si può benissimo saper suonare uno strumento, senza possederne uno. Si può saper suonare uno strumento conoscendo la musica e sapendo leggere uno spartito, ma si può suonare uno strumento anche senza conoscere la musica, o saper leggere uno sparito. È possibile anche saper leggere la musica e non saper suonare uno strumento. È possibile infine conoscere la musica, saper leggere uno spartito, saper suonare uno strumento con abilità, grazia, amore, gratitudine, gratuità, passione, gusto, sentimento, professionalità.
Le combinazioni sono molte e articolate.
Si può essere il popolo che possiede storicamente, culturalmente, teologicamente la Parola di Dio e la sua conoscenza, senza che questo significhi automaticamente essere il popolo che desidera mettere in pratica, realizzare la conoscenza della Parola. D’altra parte si può benissimo mettere in pratica la Parola di Dio senza averne il possesso dal punto di vista culturale, teologico, storico. Si può desiderare con tutto il cuore di realizzare la felicità inscritta nelle procedure della Parola anche senza conoscerla direttamente, anche senza saperla leggere, oppure si può cercare di realizzare la Parola di Dio proprio perché la si ama, la si conosce e si è in grado di leggerla e comprenderla. È possibile anche saper leggere la Parola di Dio e non desiderare per niente di realizzarne le procedure. È possibile infine conoscere la Parola di Dio, saperla leggere come uno spartito, saperla suonare nella vita, fino a realizzarla nelle sue meravigliose armonie e melodie, ed è possibile a ciascuno farlo con la propria abilità, grazia, amore, gratitudine, gratuità, passione, gusto, sentimento, professionalità.
Come non si può suonare la musica senza uno strumento, così l’uomo non può vivere la felicità senza la Parola. La Parola è lo strumento per suonare la felicità, la Parola contiene lo spartito per leggere e suonare la felicità. Le combinazioni possibili rispetto alle modalità di approccio dell’umanità alla Parola di Dio, come strumento per vivere la felicità, sono molteplici e variegate, ma c’è anche una combinazione che è fuori combinazione. C’è un modo di approcciarsi a Dio e alla sua Parola che è la negazione stessa della Parola di Dio come strumento della felicità. Gesù afferma con forza che questo è l’approccio di coloro che si sono preposti come i dirigenti del sistema politico e religioso del popolo. Rivolto a loro dice: Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce [di Dio] né avete mai visto il suo volto,e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Costoro, secondo Gesù, sono le persone più pericolose, letali e spietate di tutta l’umanità perché negano in modo totale all’umanità la possibilità di avvicinarsi alle procedure contenute nella Parola di Dio e di poterle usare come strumento per realizzare la felicità, il benessere e la pace.