Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 29 Marzo 2019

3a settimana di Quaresima

Parola del giorno
Osèa 14,2-10; Salmo 80,6c-11b.14.17; Vangelo di Marco 12,28b-34

Salmo 80,6-11.14.17

Io sono il Signore, tuo Dio: ascolta la mia voce.
Oppure: Signore, tu hai parole di vita eterna.

6 Un linguaggio mai inteso io sento:
7
«Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.
8
Hai gridato a me nell’angoscia
e io ti ho liberato.

Nascosto nei tuoni ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Merìba.
9
Ascolta, popolo mio:
contro di te voglio testimoniare.
Israele, se tu mi ascoltassi!

10 Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo
e non prostrarti a un dio straniero.
11
Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto.

14 Se il mio popolo mi ascoltasse!
Se Israele camminasse per le mie vie!
17
Lo nutrirei con fiore di frumento,
lo sazierei con miele dalla roccia».

Vangelo di Marco 12,28b-34

In quel tempo, 28 si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?» 29 Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; 30 amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. 31 Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». 32 Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; 33 amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». 34 Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Direzione

Si può amare a comando? Impossibile. Ci piacerebbe essere amati da qualcuno, perché sta eseguendo un comando? No, assolutamente no.
Si può amare per dovere? Impossibile. Ci piacerebbe essere amati per dovere? No, assolutamente no. Non si può essere obbligati ad amare. È spaventoso solo pensare di poter essere amati in nome di un’imposizione, di un’ingiunzione, di un’incombenza, perché non sarebbe certamente amore. È osceno solo pensare di poter amare in nome di una missione, di un incarico, di una promessa, di un patto, perché amore non sarebbe. Non si può amare ed essere amati per costrizione, per sforzo, per forza di volontà, non sarebbe amore. Si può amare solo per amore. Non si può amare per forza, per un motivo, per uno scopo, per una ragione, ma solo per amore. Per l’umanità non esiste felicità, salute, pace, giustizia, benessere senza amore.
La procedura dell’amore, Gesù la sintetizza nelle due parole-comandamenti dell’amore, che in realtà sono la spirale di luce senza fine che porta al cuore di Dio. L’amore non ha direzione, perché l’amore è in tutte le direzioni che avvicinano all’amore. Amare avvicina all’amore, e l’amore avvicina alla gioia. Amare Dio con tutto se stessi, al di sopra di tutto e di tutti, è l’unico modo per poter amare la vita, se stessi e gli altri senza sfregiare l’amore e mutarlo in possesso, sete di dominio, dipendenza, controllo. Per questo non si può amare se stessi e il prossimo se, al di sopra di tutto e di tutti, non si ama Dio con tutte le proprie forze. Così come non si può amare Dio senza amare se stessi e il prossimo, e non si può amare il prossimo senza amare se stessi. L’amore è amare Dio con tutte le forze, al di sopra di tutto e il prossimo come se stessi. L’amore è amare Dio, amare il prossimo, amare se stessi. Se all’amore manca l’amare una di queste dimensioni, non è più amore.

Affermare di amare Dio senza amare il prossimo è ipocrisia delirante,
è all’origine di tutte le ingiustizie, le dittature, le tirannie,
è il modo più usato dal potere umano per ammantare di devozione
e amore del bene comune ogni sorta di avidità e sete di possesso.

Cercare di amare Dio senza amare se stessi è fanatismo desostanziante,
genera la peggior specie di dipendenza religiosa, di sottomissione emotiva,
di schiavitù psichica, di ignoranza intellettuale.

Affermare di amare il prossimo senza curarsi di amare Dio
è delirio di onnipotenza, è filantropia mistificata,
genera ogni sorta di ideologia deterministica
in nome del dominio e della sopraffazione.

Cercare di amare il prossimo senza curarsi di amare se stessi
produce ogni genere di stato psichico alterato e compulsivo,
assistenzialismo spietato, interventismo egocentrico,
ed è il modo più comune per appropriarsi del destino altrui.

Amare se stessi senza amare Dio degenera in velenosa coltivazione dell’ego
e paurosa soggezione alle aspettative altrui.
Amare se stessi senza amare il prossimo
è pura ambizione, produce egoismo frenetico,
che comporta vivere facendo fare agli altri quello che vogliamo noi.