Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 28 Marzo 2019

3a settimana di Quaresima

Parola del giorno
Geremìa 7,23-28; Salmo 94,1-2.6-9; Vangelo di Luca 11,14-23

Ascoltate oggi la voce del Signore

Salmo 94,1-2.6-9

Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.

1 Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
2 Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

6 Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
7 È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
8 «Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
9 dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

Vangelo di Luca 11,14-23

In quel tempo, 14 Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. 15 Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». 16 Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
17
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. 18 Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. 19 Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. 20 Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
21
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. 22 Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
23
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde».

Evidente

Ciò che è evidente non ha bisogno di essere spiegato. Ciò che è evidente è chiaro in se stesso, è visibile in modo indiscutibile, si vede apertamente, si conosce per l’immediata percezione del suo intrinseco e innegabile rilievo oggettivo. Ciò che è evidente è inoppugnabile, è incontrovertibile. Se ciò che è evidente ha bisogno di essere spiegato, può accadere solo per due motivi: o per limitato sviluppo delle capacità intellettuali di chi si appresta all’evidenza, o per deliberata presa di posizione pregiudiziale di chi si contrappone all’evidenza negando l’evidenza stessa. La prima è ignoranza, la seconda è stupidità. Solo l’uomo può negare l’evidenza. Negare l’evidenza è un suo esclusivo privilegio, è una sua singolare prerogativa. La mente, schiacciata dall’ignoranza e rinchiusa nel pregiudizio, ritiene un atto di intelligenza compiere processi associativi e analitici atti a negare, inconsapevolmente, l’evidenza. L’ignoranza elabora ragioni e congetture per negare l’evidenza e renderla dubbia, perché non riesce a comprenderla. La stupidità elabora ragioni e congetture per negare l’evidenza e renderla dubbia, perché non vuole accettarla. L’uomo ignorante può incamminarsi verso l’intelligenza, se si apre all’evidenza. L’uomo stupido può incamminarsi verso l’intelligenza, solo se si arrende all’evidenza. L’ignorante non è in guerra con l’evidenza, semplicemente la tradisce inconsapevolmente, perché non riesce a comprenderla, a vederla. Lo stupido invece tradisce l’evidenza perché è in guerra, in opposizione con essa e per questo per lui non c’è altra strada, se vuole conoscere l’intelligenza, che arrendersi all’evidenza. Lo stupido è in battaglia, è in guerra con l’evidenza, perché la stupidità è contraria all’evidenza, la rifiuta e la nega. L’ignoranza chiede un segno all’evidenza. Non capire la realtà, perché la mente ignorante non coglie l’evidenza, è pericoloso ed estremamente limitante per l’uomo. Non capire la realtà, perché la mente è stupida e nega l’evidenza, è letale e distruttivo.
Quanto è stupido e devastante negare l’evidenza, tanto è sciocco e controproducente lottare, affaticarsi, combattere per difenderla.
Se quello che Gesù compie cacciando i demoni dalla gente, guarendo senza sosta ammalati di ogni genere, facendo risorgere i morti, rivelando con la sua Parola le meraviglie inedite della conoscenza e delle procedure per la felicità, il benessere, la salute, la pace dell’uomo, non rende evidente la sua essenza, la sua provenienza, le sue intenzioni, i suoi desideri per l’uomo, dove risiede il problema? Nelle parole e nelle opere di Gesù o nelle menti che si approcciano alle parole e alle opere di Gesù? Se non è evidente che quello che Gesù compie proviene da Dio, che è di Dio e a Dio conduce, dove risiede il problema? È nel cuore e nella visione di Gesù o nel cuore e nella visione di chi guarda Gesù? Se l’ignoranza continua a chiedere a Gesù dei segni per poter credere in lui e nella sua Parola, perché lo ritiene così impotente e incapace da non riuscire ad offrire all’umanità segni inequivocabili della sua maestà divina, quali segni potrà offrire Gesù all’ignoranza che essa possa comprendere? Se la stupidità ritiene che Gesù sia così in mala fede da mostrarsi come Messia dell’umanità, ma in realtà è Beelzebùl travestito da Messia, come potrà Gesù rivelare il suo volto di Messia? Se la stupidità ritiene che Gesù, Figlio di Dio, non sia altro che Beelzebùl travestito da Messia, un Beelzebùl così intelligente e agguerrito che oltre che cacciare a forza i demoni dentro la gente è anche colui che li scaccia via dalla gente, come potrà Gesù dialogare con la stupidità? Se Gesù guarisce tutte le malattie, ridona la vista ai ciechi, fa camminare i paralitici, fa sentire i sordi, risorgere i morti, libera l’uomo da ogni male, può in realtà essere Beelzebùl, sotto mentite spoglie? Forse che Gesù vuol fare il lavoro di Beelzebùl, e Beelzebùl vuol fare il lavoro di Gesù? Si sono forse messi d’accordo per fare lo stesso lavoro? Se in quello che Gesù dice e compie non è evidente la mano di Dio, in chi sarà evidente la mano di Dio?
Gesù risponde a tutto questo in modo diretto e inequivocabile: Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.