Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Domenica 17 Marzo 2019

2a di Quaresima – Anno C

Parola del giorno
Gènesi 15,5-12.17-18; Salmo 26,1.7-9.13-14; Lettera ai Filippési 3,17 - 4,1; Vangelo di Luca 9,28b-36

Il Signore è mia luce

Salmo 26,1.7-9.13-14

Il Signore è mia luce e mia salvezza.

1 Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

7 Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
8 Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!»
Il tuo volto, Signore, io cerco.

9 Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

13 Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
14 Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Vangelo di Luca 9,28b-36

In quel tempo, 28 Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29 Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30 Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, 31 apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
32
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
33
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
34
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. 35 E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!»
36
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Ascoltatelo

Nel feto umano, lo sviluppo dell’orecchio inizia con la formazione della coclea, che si trova nel sistema vestibolare, contenuto nell’orecchio interno. Essa è la sede dell’equilibrio e dell’analisi delle frequenze sonore, e inizia a formarsi dall’ottava settimana di gestazione: al quinto mese è già completa. Il sistema vestibolare permette al bambino di adattarsi ai movimenti che fa la mamma, alla sua posizione. Al quinto mese, il canale uditivo è paragonabile a quello di un adulto: il bambino infatti, oltre a percepire tutti i suoni interni, quali il battito cardiaco della madre, il suo respiro, il rumore del liquido amniotico che si sposta, riesce a sentire anche i suoni provenienti dall’esterno. L’orecchio è un meraviglioso canale ricevente, ma l’organo che realmente sente, ascolta e riproduce il suono e la parola è il cervello. Anche la perdita dell’udito riguarda più il cervello che l’orecchio.
Il cervello si alimenta di ciò che ascolta e di come ascolta. L’intelligenza di un uomo dipende esclusivamente dalla sua capacità di ascoltare e dalla qualità delle frequenze sonore e sapienziali di cui si alimenta ascoltando la vita. Sentire non è ascoltare. Sentire è utilizzare meccanicamente lo strumento acustico per ricevere le frequenze dell’ambiente circostante, ascoltare è prestare consapevolmente attenzione, è imprimere a questa facoltà un interesse e una dedizione deliberati verso qualcuno o qualcosa. Non si può ascoltare se non si può sentire, ma si può sentire senza ascoltare.
Sentire è un’abilità fisiologica dell’orecchio, saper ascoltare è la più importante, efficace, funzionale, determinante, decisiva abilità intellettuale e spirituale dell’uomo, da cui dipende tutto il resto della sua vita. Saper ascoltare genera, ordina, sostiene ogni forma di comunicazione. Saper ascoltare è la prima attività comunicativa, è il centro, il pilastro portante della comunicazione, delle relazioni, dei rapporti, degli affetti. Saper ascoltare non significa necessariamente essere disponibili e disposti a far ingurgitare di tutto al cervello. Saper ascoltare significa predisporsi a comprendere senza giudicare, significa essere disponibili a dare spazio agli altri senza la necessità emotiva di identificarsi con loro, significa distinguere i confini delle cose senza separarsi dalla realtà, senza escludere le prospettive a priori in nome di pregiudizi e abitudini.
Saper ascoltare è fondamentale per vivere, decidere cosa e chi ascoltare è decisivo per vivere felici o tristi, sani o ammalati. Decidere cosa e chi ascoltare è decidere di cosa alimentare il proprio cervello, il proprio cuore, la propria intelligenza e il proprio spirito. Scegliere chi ascoltare è scegliere il destino della propria vita.
Come ascoltiamo determina chi siamo. Chi e cosa ascoltiamo determina chi e cosa diventiamo in ogni istante.
Il messaggio di Dio Padre all’umanità è chiaro e potentissimo: E dalla nube uscì una voce, che diceva: Questi è il Figlio mio, leletto; ascoltatelo!