Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Sabato 9 Marzo 2019

Dopo le Ceneri

Parola del giorno
Isaìa 58,9b-14; Salmo 85,1-6; Vangelo di Luca 5,27-32

Salmo 85,1-6

Mostrami, Signore, la tua via.

1 Signore, tendi l’orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e misero.
2
Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te confida.

3 Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
4
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia.

5 Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
6
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche.

Vangelo di Luca 5,27-32

In quel tempo, Gesù 27 vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!» 28 Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
29
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. 30 I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?» 31 Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32 io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Levi

Il dialogo di Gesù con il pubblicano di nome Levi è un dialogo tanto asciutto, preciso, sintetico, quanto potente e deciso, e si risolve in un’unica parola: seguimi. La risposta di Levi è una risposta altrettanto potente e per nulla verbale, ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Levi lascia tutto all’istante, e segue Gesù, senza domande, senza perché, senza richieste. Il dialogo di Levi con Gesù è senza spiegazioni, chiarimenti, commenti, interpretazioni, ragionamenti, delucidazioni, precisazioni, patti, giuramenti, accordi, trattative. Levi lascia tutto, segue Gesù, e per festeggiare l’evento, la sua rinascita, prepara una festa bellissima per Gesù, un banchetto strapieno di invitati di ogni tipo e ceto sociale, e non dice nulla. Come mai? Perché Levi è un peccatore, cioè sbaglia continuamente mira rispetto a Dio, alla vita, all’amore, alla giustizia, ma non è in conflitto con Dio e con la vita. Levi ha vissuto sbagliando mira rispetto alle procedure di Gesù, ma non è entrato in conflitto con Gesù. Levi è più unito a Gesù di quanto lui possa lontanamente immaginare. Da cosa lo si deduce? Dal fatto che Levi non chiede: perché?
Levi capisce Gesù e non fiata, comprende e non parla, esegue e non discute; invece i farisei e i loro scribi mormoravano, dicendo: Perché? I farisei chiedono spiegazioni, e non perché vogliono capire, ma perché non vogliono capire. C’è un perché sommesso e rispettoso, umile e intelligente che chiede per capire, ma c’è anche un perché altisonante, arrogante e cinico che non vuole capire, è il perché di chi vive in uno stato di separazione da Dio e dalla vita. Perché, in greco dià tì, è la domanda che lungo tutto il vangelo viene posta più spesso a Gesù proprio quando le persone vivono in uno stato di separazione da Dio, da sé, dalla vita e dalla realtà: perché? Perché fai così?
Qualche esempio.
Matteto 9,11: I farisei, veduto ciò, dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia con i pubblicani e con i peccatori?»
Matteo 13,10: Allora i discepoli si avvicinarono e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?»
Matteo 15,2: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Poiché non si lavano le mani quando prendono cibo».
Matteo 17,19: Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: «Perché non l’abbiamo potuto cacciare noi?»
Marco 2,18: I discepoli di Giovanni e i farisei erano soliti digiunare. Alcuni andarono da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano e i tuoi discepoli non digiunano?»
Marco 7,5: I farisei e gli scribi gli domandarono: «Perché i tuoi discepoli non seguono la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?»
Luca 5,30: I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai discepoli di Gesù: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?»
Giovanni 7,45: Le guardie dunque tornarono dai capi dei sacerdoti e dai farisei, i quali dissero loro: «Perché non l’avete portato?»
Giovanni 12,5: «Perché non si è venduto quest’olio per trecento denari e non si sono dati ai poveri?»
Giovanni 13,37: Pietro gli disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!»
Sono tutti perché che nascono dalla decisione di non voler capire, di non voler conoscere, di non voler aprire il cuore e l’intelligenza alla novità e alla fantasia dello Spirito. Sono perché partoriti da menti disgiunte da Dio, da menti disconnesse dalla vita, da menti decentrate dalla realtà. Sono perché partoriti dalla separazione per generare separazione. Sono i perché dal tono inquisitore, dallo sguardo investigatore, che non servono a capire, ad aprire la visuale, la comprensione, ma servono a confermare il sospetto, a fissare il dubbio, a rafforzare la diffidenza, a stabilizzare la sfiducia, ad alimentare il conflitto.
I perché che nascono dal desiderio di comprendere la conoscenza sono perché silenziosi, umili, intelligenti e non nascono dalla separazione e non conducono al conflitto. I perché che nascono dalla presunzione di aver capito tutto e dall’arroganza di non voler capire altro sono perché che nascono dalla separazione per generare conflitto.