Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 7 Marzo 2019

Dopo le Ceneri

Parola del giorno
Deuteronòmio 30,15-20; Salmo 1,1-4.6; Vangelo di Luca 9,22-25

Salmo 1,1-4.6

Beato l’uomo che confida nel Signore.

1 Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
2
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

3 È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

4 Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
6
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

Vangelo di Luca 9,22-25

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 22 «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
23
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. 24 Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. 25 Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?»

Il gruppo dei vantaggi

Dai racconti evangelici veniamo a conoscenza dei molti incontri-scontri di Gesù con le tre linee gerarchiche del suo tempo: gli anziani del popolo, cioè i dirigenti del popolo, i sacerdoti del tempio, cioè i depositari delle conoscenze della legge biblica, e infine gli scribi, i tecnici, i biblisti teologi. Sono tre linee di potere dalla diversa provenienza ideologica, ma in realtà appartenenti allo stesso gruppo perché accomunate dal medesimo obiettivo: trasformare tutto ciò che toccano e gestiscono, ogni responsabilità e potere, servizio e autorità, in vantaggi personali di ogni tipo.
Gli uomini che appartengono a questo gruppo sono sottoposti a un trattamento perverso di svuotamento della propria identità e volontà, diventando così strumenti senza discernimento e indipendenza, per la ricerca sfrenata di posizioni di potere, di vantaggi sociali, economici e di ogni altro tipo. Questo gruppo, che trasforma tutto in un proprio vantaggio, non ha un capo vero e proprio, non ha costituzioni interne, eppure si muove e opera in perfetta sintonia in tutto il mondo e contemporaneamente. L’azione di ciascuno degli individui e i vantaggi acquisiti dal singolo contribuiscono a rafforzare e a sancire ulteriormente nel gruppo il diritto al proprio vantaggio totale a scapito e al di sopra di ogni legge, giustizia, equità, benessere comune.    
Gesù incontra spesso questi testardi e insidiosi individui appartenenti al gruppo dei vantaggi, ma non riesce mai ad avere a che fare direttamente con loro, con la loro intelligenza e personalità, perché si scontra irrimediabilmente con dei principi primi indiscutibili da cui costoro sono completamente dominati, sottoforma di dogmi intoccabili, slogan, motti, convenzioni politiche e religiose prestabilite e convalidate a priori. Le menti degli uomini, che si adoperano nel gruppo dei vantaggi, sono visitate sempre meno dall’intelligenza, sono allergiche al buon senso, alla sapienza, e procedono per cortocircuiti mentali e psichici. Gesù stesso li definisce più volte stolti, stupidi, dal cervello indurito (Matteo 19,8; 23,17; Luca 11,40; 24,25), perché diventano intelligenze regalate al Nemico, intelligenze svuotate, facili al dominio del gruppo e al miraggio dei vantaggi personali. Demenza e annullamento della personalità hanno bisogno del gruppo, sono possibili solo nel gruppo, anzi sono regole fisse e inviolabili del gruppo. È la forza oscena e folle del gruppo dei vantaggi che a un certo punto consegna Gesù nelle mani feroci e violente dei malvagi, mani che si sporcano del sangue dell’innocente per procurargli sofferenza inaudita. Il gruppo ha spesso bisogno dei malvagi, della mano violenta degli eserciti, per raggiungere i propri obiettivi. Ma c’è una differenza: i malvagi, i violenti, ogni tanto si riposano, si concedono pause ubriachi di sangue e di grida; non così quelli del gruppo dei vantaggi, loro non conoscono riposo, non si concedono pause.
Gesù, lungo il suo cammino, ha incontrato uomini e donne infelici, peccatori, aggressivi, malvagi, e con la sua grazia, con la sua mansuetudine, con la sua pazienza e sapienza, con la sua dolcezza e misericordia è riuscito più volte a donare loro il cambiamento, la metànoia, la felicità, il vero vantaggio di una vita nella pace e nella luce dell’anima. Mai ci è riuscito con il gruppo dei vantaggi, il gruppo dei vantaggi non si può rabbonire, non si può portare dalla parte della sapienza, della luce, della misericordia. Il gruppo dei vantaggi sa riconoscere all’istante chi gli può portare vantaggio o meno e non ha dubbi, non ha incertezze e non fa errori. Il gruppo dei vantaggi sa che Gesù, così com’è, non porta con sé nessun vantaggio, anzi è pericoloso per il gruppo stesso. Eventualmente un giorno, modificato a dovere, anche Gesù potrà tornare utile, ma per ora no. Di fronte a Gesù, il gruppo dei vantaggi resta a volte spaesato per un istante, in qualche occasione persino zittito, ma mai smosso, deconcentrato.
Il gruppo dei vantaggi però non può assicurarsi un vantaggio particolare e definitivo.
Per ridonarci la luce della vita, la salvezza dell’anima, la sapienza del cuore, Gesù ha dovuto lottare molto con il gruppo dei vantaggi, e da loro ha ricevuto solo sofferenza, umiliazione e ha pagato poi con la morte, ma niente e nessuno è riuscito a strappargli la sua anima e il suo essere se stesso. Il gruppo dei vantaggi, dai giorni della tentazione di Eva, si è espanso gratuitamente e facilmente ovunque, riuscendo però solo a vendere la propria anima e a essere un simulacro di sé. Quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?