Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Sabato 23 Febbraio 2019

6a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Lettera agli Ebrei 11,1-7; Salmo 144,2-5.10-11; Vangelo di Marco 9,2-13

Salmo 144,2-5.10-11

O Dio, voglio benedire il tuo nome in eterno.

2 Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
3
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza.

4 Una generazione narra all’altra le tue opere,
annuncia le tue imprese.
5
Il glorioso splendore della tua maestà
e le tue meraviglie voglio meditare.

10 Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
11
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Vangelo di Marco 9,2-13

In quel tempo, 2 Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3 e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4 E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù.
5
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». 6 Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
7
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!» 8 E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
9
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. 10 Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
11
E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?» 12 Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elìa e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. 13 Io però vi dico che Elìa è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».

Trasparenza

Immaginiamo una villa bellissima e del tutto particolare perché trasparente, completamente trasparente. Al di fuori un parco splendido e sconfinato, dalla natura lussureggiante e meravigliosa. Gli abitanti della villa possono accedere al parco e godersi quanto desiderano dello splendore di quel posto attraverso vie di accesso dedicate. Le vie di collegamento tra la villa e il parco sono finestre-porte e, per non rovinare la totale armonia e trasparente luminosità del luogo, anch’esse sono trasparenti e non immediatamente distinguibili in mezzo a tutte le altre finestre-non porte non apribili perché parti fisse portanti della struttura stessa della villa.
Gli abitanti della villa, per assicurarsi che l’esatta ubicazione delle vie di collegamento tra la villa e il parco non possano essere dimenticate né le chiavi stesse delle finestre-porte perdute, incaricano dei servi-portinai di conservare gelosamente la mappa delle finestre-porte e allo stesso modo di custodire scrupolosamente le chiavi delle stesse.
Oltre che conservare mappe e chiavi, il compito dei servi-portinai è quello di trasferire continuamente e nel migliore dei modi alle nuove generazioni mappe e chiavi e le conoscenze utili per poterle utilizzare in tutta tranquillità e libertà. Con il tempo i servi-portinai, forti della loro conoscenza e del loro privilegio, desiderando un ruolo meno marginale e il potere totale sulla villa e sul parco, cominciano a tenere mappe e chiavi per se stessi, impedendo a tutti gli abitanti della villa di potersi beare della potenza e della bellezza del parco.
In questo modo gli abitanti della villa ora faticano a trovare le vie di collegamento con il parco, non sanno più quali sono le uscite e, se per caso le trovano, non hanno le chiavi per accedervi. Questo stato di cose trasforma la villa in una prigione, gli abitanti in prigionieri pigri e ignoranti, la bellezza del parco in frustrazione, la vita nella villa un’alienazione. Gli abitanti della villa, pur desiderando immergersi nello splendore del parco, non hanno più le conoscenze per farlo, così si adattano alle cose più strane per avvicinarsi in qualche modo al suo splendore. C’è chi accarezza e bacia i vetri delle finestre, pensando di baciare e mangiare i frutti degli alberi in trasparenza. C’è chi sbatte la testa sui vetri, riportando ferite e morte, c’è chi s’improvvisa servo-portinaio di provenienza divina e s’inventa finestre-porte dove non ce ne sono, irretendo così altri sfortunati alle sue dipendenze. C’è chi approfitta della confusione per ritagliarsi la sua  fetta di potere, di applauso, di gloria.
I più iniziano a disegnare, copiando sulle finestre il particolare più bello e suggestivo che intravvedono dalla finestra, seguendone i contorni e i colori. Si disegnano e si copiano albe fantasmagoriche, piogge torrenziali, nevicate incantate, tramonti folgoranti, ma in questo modo le finestre perdono man mano la loro trasparenza.
Passano gli anni, le generazioni si susseguono, e un po’ alla volta più nessuna parte della villa è trasparente e non è più possibile per nessuno vedere il parco che c’è fuori, ma solo i disegni che lo riproducono sul vetro. Ora gli uomini continuano annichiliti e impigriti, ignoranti e frustrati a disegnare e ridisegnare, a copiare e ricopiare, seguendo i contorni dei disegni già fatti, stratificando irrimediabilmente di colore e di ogni bruttura la trasparenza di tutta la villa. Gli abitanti della villa non solo non possono più accedere alla meraviglia del parco, ma hanno anche imbrattato ogni angolo di possibile trasparenza di quella che era la realtà.
Così gli abitanti della villa hanno perso poco a poco parco e trasparenza, vie di collegamento con la realtà, con se stessi e con Dio, hanno perso libertà e conoscenza, identità e amore.
Gesù è il servo-portinaio, quello vero, quello che il Padre ci ha donato per liberarci da questo inganno colossale. Gesù ha consegnato mappe e chiavi a dei nuovi servi-portinai per il bene di tutta l’umanità, confidando che essi siano veramente a servizio dell’uomo. Il vangelo di Gesù ci riconsegna le mappe delle finestre-porte e le chiavi per aprirle.
Gesù con la trasfigurazione non ci ha mostrato solo chi è Lui, ma anche chi siamo noi. Siamo trasparenza di Dio, sua immagine e sua somiglianza.
Gesù è venuto per riconsegnarci la nostra consistenza divina, noi siamo trasparenza della luce divina, la nostra natura stessa è la luce e viviamo in un parco che è trasparenza dell’amore, della potenza, dell’armonia di Dio.