Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Sabato 9 Febbraio 2019

4a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Lettera agli Ebrei 13,15-17.20-21; Salmo 22,2-6; Vangelo di Marco 6,30-34

Salmo 22,2-6

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

2 Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
3 Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

4 Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

5 Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

6 Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

Questo salmo può essere cantato utilizzando la melodia di IL SIGNORE È IL MIO PASTORE
 

Vangelo di Marco 6,30-34

In quel tempo, 30 gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31 Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
32 Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33 Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
34 Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Fame

Chi potrebbe mai calcolare quanta fame c’è in quest’istante in questo pianeta? Fame di ogni tipo. Fame di cibo, aria, acqua, sonno, luce, contatto, relazioni. Fame di sicurezza, benessere, riposo, piacere, gratificazione, approvazione, successo, potere, protezione. Fame di amore, vita, morte, lavoro, cose, denaro, proprietà, gioia, solitudine. Fame di senso, obiettivi, controllo, dominio. Fame di pace, natura, giustizia, libertà, condivisione, pulizia, divertimento, salute, pelle, serenità. Chi potrebbe mai calcolare la fame dell’umanità? Di fame si può morire. Sulla fame degli altri ci si può arricchire a dismisura. Attraverso la fame si può dominare su tutto. Riducendo alla fame si può sottomettere. Sventolando la fame si può ingannare. Per scappare dalla fame si rincorre la guerra. Quanta fame, ovunque.
C’è una fame che non uccide. C’è una fame che conduce alla morte che non muore. È la fame di conoscere, di conoscere come funziona. Per troppo tempo l’uomo ha creduto che la fame più potente da sfamare per essere felice fosse la fame di significato, la fame di senso, ma è stato un inganno, un inganno gigantesco e allucinante. Per sfamare la fame di senso, l’uomo ha smesso di alimentarsi della conoscenza vera, ha dimenticato come funzionano le cose ed è diventato schiavo delle ideologie e delle religioni. Dio è diventato un ologramma sforacchiato da elucubrazioni mentali, convenzioni, pregiudizi, mitologie. La vita, dalla culla alla tomba, è diventata una schiavitù pilotata da poteri umani rapaci e spietati. L’amore si è trasformato in possesso, e il possesso si onora come amore. La libertà si è trasformata in sottomissione, e la sottomissione è ostentata come suprema espressione di libero arbitrio. Il libero pensiero si è trasformato in omologazione massificante e l’omologazione massificante in progresso civile, sociale, istituzionale. È come se l’umanità, imbarcata su una nave per attraversare l’oceano, avesse sprecato tutto il tempo a dibattere, questionare, polemizzare, discutere, litigare sul senso del viaggio, perdendo di vista tutte le operazioni vitali e indispensabili per navigare sicuri e veloci. All’uomo non è dato di sapere il senso, il significato del viaggio, la meta della navigazione. Imparare a navigare, imparare tutte le procedure per navigare in pace, sereni, forti, sani, felici, in modo efficace, funzionale, a regola d’arte, questo è il senso stesso del viaggio.
Gesù e i suoi discepoli, durante qualche giornata, non riescono neppure a sfamare la loro fame fisiologica, tanto sono intenti a sfamare senza sosta la fame della gente, delle folle, fame di conoscenza delle procedure per amare e vivere felici, liberi e sani. Gesù non ha proposto religioni e filosofie di vita perché Gesù ha veramente compassione di questa fame infinita di conoscenza dell’umanità. Gesù ha speso tutto se stesso su questa terra, fino all’ultima goccia di sangue e acqua, per alimentare l’uomo delle procedure e della conoscenza indispensabili, perché possa imparare a navigare la vita in pace, felice, sano, libero su questa terra, così da poter attraccare un giorno al celeste porto dell’oceano di Dio.