Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 8 Febbraio 2019

4a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Lettera agli Ebrei 13,1-8; Salmo 26,1.3.5.8c-9c; Vangelo di Marco 6,14-29

Salmo 26,1.3.5.8c-9c

Il Signore è mia luce e mia salvezza.

1 Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

3 Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me si scatena una guerra,
anche allora ho fiducia.

5 Nella sua dimora mi offre riparo
nel giorno della sventura.
Mi nasconde nel segreto della sua tenda,
sopra una roccia mi innalza.

8 Il tuo volto, Signore, io cerco.
9 Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi.

Questo salmo può essere cantato utilizzando la melodia di IL SIGNORE È MIA LUCE
 

Vangelo di Marco 6,14-29

In quel tempo, 14 il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». 15 Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». 16 Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!»
17
Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. 18 Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». 19 Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, 20 perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
21
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. 22 Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». 23 E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». 24 Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?» Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». 25 E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». 26 Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
27
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione 28 e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. 29 I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Vassoio

Chi serve la regalità di Dio non serve il potere degli uomini.
Chi serve il potere degli uomini non serve la regalità di Dio.
Chi ama l’uomo non serve il potere degli uomini.
Chi serve il potere degli uomini non ama l’uomo.
Chi lavora per la nobiltà dell’uomo non lavora mai per gli imperi dei prìncipi del mondo.
Chi lavora per gli imperi dei prìncipi del mondo non lavora mai per la nobiltà dell’uomo.
Chi è utile al progetto di Dio non è utile al progetto del potere degli uomini.
Chi è utile al progetto del potere degli uomini non è utile al progetto di Dio.
Chi obbedisce a Dio non si sottomette agli uomini.
Chi si sottomette agli uomini non obbedisce a Dio.
Chi serve la conoscenza e la sapienza non serve i princìpi del mondo.
Chi serve i princìpi del mondo non serve la conoscenza e la sapienza.
Chi è evoluto spiritualmente non ha potere.
Chi ha potere non è evoluto spiritualmente.
I prìncipi del potere umano riconoscono solo se stessi
e i figli della stessa cricca del potere. I prìncipi del mondo hanno la necessità
di coprire le loro teste di corone e diademi, sia per elevare su tutti la loro statura,
sia per coprire con la luce dell’oro e delle gemme
la tenebra e il vuoto intellettuale del loro cranio.
Il potere umano non ha alcuna possibilità intellettuale di riconoscere
gli uomini che vengono da Dio come dono per l’umanità.
Gli uomini che Dio dona all’umanità per la salvezza dell’uomo
saranno sempre messi in catene dal potere dei re terreni
e sempre conosceranno la violenza delle prigioni del potere umano.
Il potere dei prìncipi del mondo è un potere senza amore,
senza cuore, senza luce, senza intelligenza,
un potere che rende schiavi gli uomini,
massacra le risorse della terra,
genera conflitti, guerre, divisioni.
I prìncipi del mondo guardano l’umanità
come in un banchetto si guarda la portata fumante che arriva.
Niente è più odioso per i prìncipi del mondo del constatare
il fatto che l’uomo possiede ancora la sua innata capacità
di poter pensare, e pensare diversamente.
Nei loro sfarzosi banchetti, tra tutte le portate,
quella preferita dai prìncipi del mondo
sono le teste degli uomini che pensano, oppure degli uomini
che Dio dona all’umanità per la salvezza e il risveglio dell’umanità,
uomini che dissentono sul potere e che amano realmente l’umanità.
Giovanni Immergitore, il santo, ultimo profeta della storia,
per servire Dio e il Figlio Gesù ha lasciato la sua testa sulla lama del carceriere
e ha lasciato colare il suo sangue dal vassoio dei prìncipi del mondo.
Erode ed Erodìade, dopo la loro esperienza terrena,
sulla lama di chi hanno lasciato la loro testa?
Dal vassoio di chi il loro sangue è colato, fino all’abisso?

L’umanità potrebbe riscoprire in san Giovanni Immergitore il protettore e il patrono
di tutti gli uomini che sanno ancora pensare autonomamente,
e servire Dio, senza sottomettersi ai prìncipi del mondo.