Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Sabato 12 Gennaio 2019

Parola del giorno
Prima Lettera di Giovanni 5,14,21; Salmo 149,1-6a.9b; Vangelo di Giovanni 3,22-30

Salmo 149,1-6a.9b

Il Signore ama il suo popolo.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

1 Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
2 Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

3 Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
4 Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

5 Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
6 Le lodi di Dio sulla loro bocca.
9 Questo è un onore per tutti i suoi fedeli.

Vangelo di Giovanni 3,22-30

In quel tempo, 22 Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. 23 Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. 24 Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione.
25
Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. 26 Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». 27 Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. 28 Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. 29 Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. 30 Lui deve crescere; io, invece, diminuire».

Gioia piena

La gioia di Giovanni Immergitore è piena perché Colui che Sana e Salva ha iniziato pubblicamente la sua missione, la missione di ispirare l’umanità al cambiamento della vita, al mutamento dei pensieri, alla metànoia del dialogo interiore. La gioia di Giovanni è piena perché per l’umanità in Gesù è giunto il momento di rendere possibile la svolta radicale rispetto a un sistema di pensiero e di vita che nei millenni non ha portato all’uomo che tristezza, schiavitù, oppressione, dolore, paura e morte. Ma come risponde il mondo alla proposta di Gesù di cambiare il modo di pensare per cambiare la propria vita e incamminarsi verso una splendida evoluzione? Risponde discutendo, discutendo, discutendo. Discutono i discepoli di Giovanni Immergirore con i giudei osservanti su quale sia il battesimo più ortodosso e legittimo, se quello di Giovanni o quello di Gesù. Discutono Erode e i capi dei sacerdoti del tempio a Gerusalemme quando arrivano i Magi dall’oriente alla ricerca di Gesù appena nato. Discutono gli scribi, i farisei, i capi del popolo e i capi dei sacerdoti su ogni parola proferita da Gesù, su ogni suo gesto o guarigione da lui compiuti. Discutono di Gesù i suoi nemici, gli avversari ostili ma anche i discepoli suoi amici. Si discute di Gesù sulle strade, nelle piazze, nel tribunale quando è arrestato e accusato, sotto la croce mentre sta per morire assassinato.
Gesù, il Figlio di Dio, propone all’umanità la via della salvezza e della guarigione e l’uomo discute, argomenta, contesta, confuta, polemizza, dibatte, questiona, analizza, critica, valuta, senza fare un solo passo verso il cambiamento, verso la metànoia. Le uniche persone che, incontrando Gesù, accettano subito e subito vivono la sua proposta sono quelle che poi guariscono da malattie, infermità, disarmonie di ogni tipo, sono quelle che cambiano il loro modo di pensare e la loro vita, diventano felici e libere e non fanno discussioni. Chi nella vita discute, argomenta, disputa non vuole cambiare assolutamente nulla di se stesso e della vita, e non cambierà mai. Davanti a Gesù, davanti alla vita, alle ispirazioni dello Spirito o si prende o si lascia, o si sperimenta o si lascia stare, ma non c’è da discutere.
Il testo del vangelo spiega questa procedura in modo meraviglioso e potente, attraverso le parole di Giovanni: Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo, come a dire che nulla accade per caso, che nessuno può prendere dalla vita qualcosa che non gli è data dal cielo, e quando qualcosa arriva dal cielo o si prende o si lascia, discuterci sopra e intorno è satanico, perverso, svilente, inutile. Questo vale soprattutto per Gesù. Chiunque ha discusso e discute troppo su Gesù e intorno a Gesù impazzisce, si svuota, si perde, si acceca da solo. Gesù offre il mutamento del dialogo interiore secondo le procedure spiegate nel vangelo: o si prende o si lascia, non c’è nulla da discutere. Gesù ispira l’uomo a perdonare sempre, come una scelta decisiva del cuore. O si prende o si lascia. Gesù ispira l’uomo a non sfamare il proprio spirito con attaccamenti, possesso, avidità, ma a cibarsi di gratitudine e gratuità, per essere felice. O si prende o si lascia. Discutere è segno di aver già deciso di lasciare.
Giovanni Immergitore afferma: ora questa mia gioia è piena, perché? Perché l’Immergitore non discute, non argomenta, non polemizza, non disputa, non tratta, non esamina, non disquisisce, non considera, solo fa, esegue, con amore e potenza, le indicazioni del suo Signore e amico.