Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 7 Gennaio 2019

Parola del giorno
Prima lettera di Giovanni 3,22 - 4,6; Salmo 2,7-8.10-11; Vangelo di Matteo 4,12-17.23-25

Salmo 2,7-8.10-11

Il Padre ha dato al Figlio il regno di tutti i popoli.

7 Voglio annunciare il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
8
Chiedimi e ti darò in eredità le genti
e in tuo dominio le terre più lontane».

10 E ora siate saggi, o sovrani;
lasciatevi correggere, o giudici della terra;
11
servite il Signore con timore
e rallegratevi con tremore.

Vangelo di Matteo 4,12-17.23-25

In quel tempo, 12 quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13 lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14 perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: 15 «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! 16 Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». 17 Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
23
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.
24
La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. 25 Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

Kathèmai

Letteralmente: il popolo sedente nella tenebra luce vide grande, e ai sedenti in regione e ombra di morte luce sorse per loro. Il popolo è sedente, dal greco kathèmai, “mi siedo, mi poso, mi fermo”. Le tenebre e l’ombra della morte sono immagini ricorrenti in tutta la bibbia, e qui sono accompagnate da un verbo particolare che indica immobilità e fissità. Kathèmai è l’equivalente dell’avere una fissa dimora, del soggiornare, è il regolare stabilirsi in qualcosa da parte dell’uomo. Chi vive nelle tenebre, vive seduto anche se crede di essere in piedi, vive immobile anche se si agita continuamente, vive recluso anche se si crede libero.
Gli uomini ingannati che ignorano le opzioni e le procedure fornite dalla luce della verità e dell’amore vivono soggiornando, abitando immobili nella morte, risiedono fermi e fissi nelle tenebre. È tipico della tenebra immobilizzare, ridurre lo spazio, perché la morte è contro il movimento, il movimento che è l’essenza della vita che viene da Dio. L’immobilità è di Satana, il movimento è di Dio. La più pericolosa immobilità, rigidità, cristallizzazione è quella del dialogo interiore, è quella del logos della mente, per questo Gesù ispira l’umanità a cambiare mente, mentalità, pensieri, modo di ragionare. Gesù lo ispira dicendo letteralmente: Cambiate mentalità, è giunto infatti il regno dei cieli.
Metanoèite
, “cambiate mente, opinione, modo di pensare, mentalità”, è imperativo del verbo greco metanoèo, composto dalla preposizione metà, “contro, inversamente” e dal verbo noèo, “intendo, comprendo, capisco”, derivante a sua volta dal sostantivo nòus, “pensiero, mente, comprensione, intelligenza, modo di sentire; intenzione, desiderio, scopo”. Metanoèite è senz’altro la prima attività spirituale e la più richiesta da Gesù per vivere il vangelo, per incamminarsi decisamente sulla via della felicità, del benessere, della pace. Metanoèite è un termine dalle straordinarie potenzialità espressive e conoscitive, significa sia muta la tua mente, cambia il tuo pensiero, sia accordati al tuo sentiremetà “con, insieme, in accordo”, e nòus, “desiderio, scopo” –, infatti nell’ebraico trova una corrispondenza con il verbo shùv, “ritornare, ricondurre, restituire, ristorare, sviare; essere ricondotto, restituito” (stesse radicali di rùach, “vento, spirito, respiro, alito”, per questo è intrinseco il significato di “respirare”, “tornare a respirare l’alito di vita”). Metanoèite è l’unico modo per uscire dall’immobilità delle tenebre, dalla cristallizzazione dell’ombra della morte, dalla pietrificazione della mentalità. Metanoèite è la luce che Gesù è venuto a portare, l’illuminazione della conoscenza, è la via della vita.
Le tenebre arrestano tutto, arrestano la vita, mettono tutto in catene e in prigione e si coprono il volto con la legge e la morale, il perbenismo e l’idolo della sicurezza. Le tenebre arrestano perfino Giovanni Immergitore, il più grande tra i nati di donna, ma non possono arrestare il cambiamento, non possono mettere le catene addosso al metanoèite che Gesù è venuto a ispirare all’umanità. I potenti, i ricchi, i figli di Satana, quelli che usano i figli di Dio come animali da macello, non vogliono il metanoèite di Gesù, non lo vogliono a tutti i costi, ma il metanoèite di Gesù è già entrato nel cuore della gente, ha iniziato il suo corso, e nulla e nessuno potrà fermarlo.