Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Mercoledì 19 Dicembre 2018

Feria di Avvento

Parola del giorno
Giudici 13,2-7.24-25a; Salmo 70,3-4a.5-6a.16-17; Vangelo di Luca 1,5-25

Salmo 70,3-4a.5-6a.16-17

Canterò senza fine la tua gloria, Signore.

3 Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
4 Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.

5 Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
6 Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.

16 Verrò a cantare le imprese del Signore Dio:
farò memoria della tua giustizia, di te solo.
17 Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.

Vangelo di Luca 1,5-25

5 Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. 6 Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. 7 Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
8 Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, 9 gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
10 Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. 11 Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. 12 Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. 13 Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. 14 Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, 15 perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre 16 e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. 17 Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». 18 Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». 19 L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. 20 Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
21 Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. 22 Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
23 Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. 24 Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: 25 «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

Preparativi

Lui, il Signore, il Re, sta tornando, sta tornando in mezzo ai suoi figli, viene tra i suoi e nessuno, nessuno deve essere impreparato, nessuno deve essere colto alla sprovvista. L’incontro con Lui è una cosa sorprendente ma non deve accadere di sorpresa, non deve cogliere gli uomini sprovveduti, non fa parte dell’amore di Dio, della sua grazia, della sua gentilezza e armonia. La vita dell’uomo e la storia si devono trasformare in un’immensa fucina di preparativi per la festa. Tutto deve essere pronto e apparecchiato.
Gli angeli della luce si presentano agli uomini e comunicano la lista dei preparativi ai messaggeri e ai profeti di Dio che, a loro volta, devono comunicarlo alla gente. I messaggeri prescelti che non compiono il loro compito vengono zittiti e resi sordi e muti: questo è successo a Zaccaria. I messaggeri, invece, che si adoperano con passione per i preparativi, possono essere perseguitati ed eliminati dagli uomini: questo è successo a Giovanni Immergitore. Tuttavia, guai, guai a quei popoli che perseguiteranno i messaggeri a loro e per loro inviati e che faranno tacere chi è stato mandato per apprestarli ai preparativi, per predisporre le menti e i cuori all’incontro con il Signore. I popoli che non accettano di immergersi nell’acqua, nell’immersione di Dio, e nel fuoco dello Spirito Paraclito, per predisporsi all’incontro, saranno spazzati via dal fuoco e dall’acqua del pianeta Terra.
Non solo gli angeli della luce sono occupati nei preparativi per il grande incontro, anche gli angeli delle tenebre sono impegnati oltremodo, all’unisono, per l’evento. Il loro obiettivo è rovinare i preparativi, istigare le genti a calunniare, perseguitare, cancellare i messaggeri di Dio, per tenere le genti nell’ignoranza e nella totale impreparazione all’evento. Il loro compito è dividere i cuori, le menti, ingannare, portare separazione e conflitto ovunque, perché un uomo in conflitto, arrabbiato, in stato di guerra, rivoluzione, fame, vendetta, non sarà mai pronto all’incontro.
La Terra non è la sola a essere teatro di questi ferventi preparativi da parte della luce e delle tenebre. Perfino nei cieli dei cieli fervono imponenti e giganteschi preparativi tra le galassie dell’universo. Le potenze del cielo sono chiamate a raccolta per segnalare, con i loro movimenti cosmici, l’evento che sta per accadere: le comete, le stelle, i pianeti, il sole e la luna sono a servizio pieno per preparare e predisporre l’umanità all’evento.
Che senso hanno la chiesa, la comunità, la solidarietà, la carità, la condivisione, i sacramenti, la catechesi, l’evangelizzazione, la preghiera, la ricerca dell’unità, la pace, l’Eucaristia, le celebrazioni, il vangelo, l’amore, la liturgia, la missione, ogni missione spirituale e pastorale, se non predisporre le genti all’incontro, all’incontro con Lui? Che senso storico e valore rimangono alla politica, alla giustizia, alla libertà, alla ricerca del benessere e del progresso, ai diritti e ai doveri, se tutto questo non predispone e non prepara all’incontro con lui, il Re dei re? Che valore, significato, scopo possono avere un affetto, una relazione, costruire una famiglia, costruire una casa, la parentela, i legami familiari, far crescere i figli, lavorare, correre tutto il giorno, seguire delle leggi, onorare dei principi, se non per preparare il cuore dell’uomo all’incontro, alla festa con lui, il Signore?
Tutto deve essere pronto, tutti devono essere preparati. Chi sarà colto alla sprovvista non farà festa e non sarà riconosciuto dal Re. Lo scopo di ogni cosa e vita, persona e respiro, radice di pianta e canto di uccellino, fiume e mare, cellula e atomo, energia e campo magnetico sulla terra, è preparare la venuta del Re, predisporre all’incontro con lui.
Se non sono un preparativo al suo ritorno, un predisporsi all’incontro con Lui, che cosa sono, che valore hanno un affetto, un amore, il lavoro, il dovere, un’angoscia, un desiderio, una gioia, la fede, la nascita, il ponte che la gente chiama morte, gli impegni, gli sforzi e la fatica di ogni giorno? Che senso ha, a cosa serve, cosa cambia, dove porta tutto quello che facciamo e viviamo? Altro scopo nella vita dell’uomo e dell’universo non c’è. Non c’è nulla che abbia un senso e una direzione, un orientamento vitale, se non preparare, predisporsi, predisporre alla sua venuta. Se non è un preparativo al suo ritorno, un predisporsi all’incontro con Lui, ogni cosa, ogni realtà diventa una distrazione, una deconcentrazione, una divisione intellettuale, una separazione spirituale, una distorsione emotiva. Se non predispone le genti e i cuori all’incontro con Lui, il servizio si trasforma in privilegio, il dono in gerarchia, l’armoniosa condivisione dei beni in gentile, centellinata concessione dei beni indispensabili ai miseri e ai sottomessi da parte dei potenti. Se non predispongono le genti e i cuori all’incontro con Lui, le risorse della terra si trasformano in fame, le ricchezze del pianeta in sete, la politica in angheria e sopruso, la cultura in ombrello protettivo nei confronti di ogni ignobile ignoranza. Siamo qui, su questa terra, per prepararci all’incontro, all’evento dell’incontro con Lui.
Il vangelo esprime tutto questo affermando letteralmente: per preparare al Signore un popolo preparato-apparecchiato. Il verbo greco è etoimàzo, “preparo, appronto, tengo pronto”, denominativo da hètoimos, “preparato, pronto”. Etimologicamente questo verbo indica “messo a portata di mano”, itu, l’originario accadico, significa appunto “a fianco, presso, vicino, con”: è il fare i preparativi necessari, è preparare un alloggio, preparare una festa, è provvedere a tutto per la riuscita dell’evento che si deve svolgere. In Oriente si inviava sempre un messaggero davanti al re che stava per arrivare, affinché non solo si rendesse sgombra la strada che il re doveva percorrere, ma anche si preparassero le menti degli uomini alla sua venuta e poi si rendesse ricca e disponibile l’accoglienza. Etoimàzo è il verbo che prepara e annuncia la festa, segnala il trambusto festoso ed emozionante nell’attesa del re. Al tempo stesso indica la volontà precisa, puntuale e determinata, che si trasforma in metodo e organizzazione, che precede e garantisce la festa.
La vita è questo. È compiere i preparativi, predisporsi insieme all’incontro, nel proprio intimo e nelle azioni quotidiane, perché tutto sia pronto. Non c’è altro. È tutto.
Lui è arrivato un giorno. Lui arriva ogni momento. Lui torna in ogni istante. Lui sta arrivando ancora. Lui sta tornando ora. Il tempo è compiuto.