Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Sabato 10 Novembre 2018

31a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Lettera ai Filippési 4,10-19; Salmo 111,1-2.5-6.8a.9; Vangelo di Luca 16,9-15

Salmo 111,1-2.5-6.8.9

Beato l’uomo che teme il Signore.

1 Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
2
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.

5 Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
6
Egli non vacillerà in eterno:
eterno sarà il ricordo del giusto.

8 Sicuro è il suo cuore, non teme.
9
Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria.

Vangelo di Luca 16,9-15

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «9 Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
10
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. 11 Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? 12 E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? 13 Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». 14 I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. 15 Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».

Dimore eterne

Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Cosa significa? Innanzitutto significa che la dimora finale dell’uomo non è e non è mai stata la terra, la crosta di questo pianeta, ma le dimore eterne. Significa che le dimore eterne esistono e saranno la casa dell’umanità nei cieli dei cieli. Significa che durante la vita terrena l’uomo deve fare di tutto, assolutamente tutto, per immergersi nell’energia utile a entrare nella vita senza fine ed essere accolto nelle dimore eterne. Astuto, scaltro, intelligente, sagace, geniale è l’uomo che diventa consapevole che a nulla serve lottare, costruire, battagliare, faticare, impegnarsi per tutta una vita e nello stesso tempo non fare nulla di ciò che conta per essere accolti nelle dimore celesti per sempre. La vera ignoranza dunque è non sapere quali siano le cose indispensabili che permettono a un uomo, una volta lasciata questa terra, di poter entrare nelle dimore eterne. La vera stupidità è non fare nulla nella vita di ciò che veramente conta per poter essere accolti nelle dimore eterne. Stolto, tardo, ottuso, incapace, idiota è l’uomo che non sa cosa fare per entrare nelle dimore eterne, oppure, se lo sa, non fa nulla per metterlo in pratica. Gesù ci ricorda che tutto ciò che per l’uomo è astuzia, scaltrezza, intelligenza, sagacia, genialità utile a costruire il potere, ad aumentare la ricchezza, a moltiplicare l’approvazione, a incrementare il prestigio, a dissetare l’avidità, a colmare il desiderio di possesso, davanti a Dio è cosa abominevole, semplicemente perché non offre nessuna possibilità di essere accolti nelle dimore eterne. Gesù ci ricorda: ciò che fra gli uomini viene esaltato, come la furbizia di chi riesce ad essere smisuratamente ricco, l’amore per il culto dell’immagine, la capacità di guadagnare successo e riconoscimenti, l’ingegno di chi riesce a manipolare, soggiogare i popoli e controllare le genti, davanti a Dio è cosa abominevole e assolutamente stupida, perché in nessun modo queste capacità esaltate dall’uomo generano l’energia utile per poter viaggiare verso le dimore eterne. Gesù è chiaro: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole, perché ciò che l’uomo esalta, lo esalta come fosse un dio, lo riconosce come il suo dio e la sua guida, il suo riferimento, la sua energia generativa e rigenerativa, e, continua Gesù, nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro, cioè nessuno può riconoscere simultaneamente nella mente, nel cuore e nella propria vita due assoluti. In ogni istante, dialogo interiore, scelta, azione della vita l’uomo o serve la divinità della ricchezza e s’inchina al suo potere, o serve il Dio vero e si inchina al Signore della vita. Non è assolutamente possibile servire Dio e la ricchezza contemporaneamente. Secondo Gesù, l’antagonista di Dio su questa terra non è l’ateismo, la non fede, il non credere in Dio, ma la ricchezza. Secondo Gesù, amare la ricchezza e tutti i suoi derivati è il modo certo e infallibile per un uomo per vivere la vita su questa terra nel modo più idiota e stupido possibile, perché amare la ricchezza non agevola in nessun modo l’essere un giorno accolti nelle città celesti e perciò è perfettamente inutile e inutilizzabile per raggiungere e per abitare per sempre le dimore celesti.