Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Domenica 4 Novembre 2018

31a del Tempo Ordinario – Anno B

Parola del giorno
Deuteronòmio 6,2-6; Salmo 17,2-4.47.51b; Lettera agli Ebrei 7,23-28; Vangelo di Marco 12,28b-34

Salmo 17,2-4.47.51

Ti amo, Signore, mia forza.

2 Ti amo, Signore, mia forza,
3
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.

Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
4
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

47 Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
51
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.

Vangelo di Marco 12,28b-34

In quel tempo, 28 si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?»
29
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; 30 amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. 31 Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
32
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; 33 amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
34
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Per amore dell’amore

O ami il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza, o sarai costretto a elemosinare dagli altri affetto, attenzioni, approvazione, sicurezza per tutta la vita, dominato completamente dall’ambizione, divorato dall’avidità, facile preda della gelosia, dell’invidia, del pregiudizio, della vendetta, della rabbia, della paura. O ami il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza, o sarai costretto per tutta la vita a fare di tutto per essere al centro del mondo. Il Signore non ha ispirato all’umanità la procedura dell’amore, cioè di imparare ad amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza, perché l’umanità trasformasse questo dono supremo e questa suprema ispirazione in una religione, in un sistema confessionale, nel paragrafo di un catechismo. L’errore più grande commesso dall’umanità è stato quello di rinchiudere Dio e le sue divine procedure in una religione, in un protocollo ispirato a devozioni e a ritualità. Amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza, e imparare ad amare il prossimo, anzi imparare a farsi prossimo ai fratelli con amore, è la procedura esistenziale, la tecnologia spirituale perfetta, l’unico modo che può permettere agli uomini e alle donne della terra di vivere la vita in modo pieno e felice. Dio Padre non ci ha ispirati ad amarlo con tutto noi stessi per creare un apparato rituale, ma per creare un’umanità splendida e felice, sana e pacifica.
Imparare ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza, permette all’uomo non solo di diventare libero, ma anche indipendente. È questo che desidera il Signore Dio per tutti i suoi figli: che diventino liberi e indipendenti dagli addestramenti umani, dalle schiavitù economiche, dalle pressioni dei potenti. Uomini liberi dalla paura e completamente indipendenti dai poteri forti del male, uomini maturi, compassionevoli, sani, intelligenti. La procedura dell’amore offerta dal Signore, cioè imparare ad amare Dio con tutto se stessi, non doveva servire a riempire di uomini i templi e ad affogare di sangue di animale gli altari dei sacrifici, né a schiacciare i popoli con morali eccentriche e leggi oppressive, ma a debellare dall’umanità la fame, la sete, l’ingiustizia, la schiavitù, la paura, l’ignoranza, la supremazia dei potenti. Doveva essere il cardine generatore di una nuova, splendida umanità.