Non c’entra - È da stolti...

Non c’entra

È da stolti essere preoccupati del vestito, e non dei pensieri con cui vestiamo la nostra mente.
È da stolti saper contare quante cose si posseggono e non saper contare le cose che siamo in grado di lasciare per essere più liberi e leggeri.
È da stolti preoccuparsi del giudizio della gente e non stare a sentire se il nostro cuore sia felice oppure no.
È da stolti cercare di avere un comportamento adatto alla circostanza affinché gli altri non pensino male di noi, e non avere cura del fatto che le circostanze non ci portino mai a pensare male di Dio.
È da stolti cercare di farsi spazio nel cuore degli altri e obbligarli a trovare un posto per noi nel loro cuore, quando noi stessi non sappiamo dare spazio e amore alla nostra persona e a Dio.
È da stolti curare la forma, se non c’è alcun contenuto; curare l’aspetto esteriore, se il dialogo interiore è nel fastidio e nella rabbia; occuparsi dell’apparenza e dell’esteriorità, se l’infelicità governa dentro.
È da stolti chiedere a Gesù di lavarsi le mani, di lavare le posate e i bicchieri, quando dovremmo passare la vita a chiedere a lui di lavare noi e il nostro cuore da tutte le malvagità, da tutte le ingiustizie, da tutta l’invidia, l’avidità, la sete di possesso, l’ambizione, i conflitti che avvelenano le nostre vite.
È da stolti chiedere agli uomini di rispettare la legge degli uomini quando il cuore non rispetta e non ama la legge dell’amore.
È da stolti cercare di sistemare fuori quello che non riusciamo a sistemare dentro.
È da saggi imparare a donarsi senza aspettarsi in cambio nulla da nessuno, solo per amore dell’amore e per amore del nome di Dio, perché questo purifica tutto e tutti.
Per curare le ferite, prima bisogna pulirle. Per curare l’uomo, prima bisogna che si lasci purificare dentro, e solo l’amore che si sa donare, l’amore che parte da dentro, non quello che si pretende venga da fuori, ha il potere spirituale di disinfettare perfettamente l’umanità.

Vangelo di Luca 11,37-41

In quel tempo, 37 mentre stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. 38 Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
39
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. 40 Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? 41 Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».