Venerdì 22 Giugno 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Secondo libro dei Re 11,1-4.9-18.20; Salmo 131,11-14.17-18; Vangelo di Matteo 6,19-23

Vangelo di Matteo 6,19-23

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 19 «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; 20 accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. 21 Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
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La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; 23 ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!»

L’occhio

Che tipo di occhio è l’occhio degli uomini che, pur guardando, non vedono nulla e nulla leggono di ciò che la vita ha scritto dentro il loro cuore e nello splendore di tutto il creato? Che tipo di occhio è l’occhio di coloro che per tutta la vita si adattano a un modo di pensare, di concepire l’esistenza solo attraverso ideologie preconcette, perché l’hanno imparato a scuola, perché gli è stato trasmesso dall’ambiente familiare e sociale? Che tipo di occhio è l’occhio degli uomini che appartengono a una religione o a un’altra, stabilendo così la gerarchia dei valori della vita solo per il fatto di essere nati in un punto geografico particolare, in un contesto storico, allevati da tradizioni e convenzioni cristallizzate, senza mai, mai, mai gettare lo sguardo oltre, verso altre luci e orizzonti, senza mai leggere la vita per vedere se c’è dell’altro da scoprire, da capire e da credere? Qual è la capacità di sguardo e comprensione di un’umanità che crede che gli uomini di potere, anche se stanno conducendo il mondo nell’abisso dell’autodistruzione, possiedono comunque la verità e operano in nome di Dio? Che tipo di visione può avere un popolo che affida al potere religioso, politico, economico e scientifico tutta la sua vita? Che tipo di visione può avere l’occhio di un popolo che, persuaso di compiere una cosa saggia e vantaggiosa, ha affidato completamente e senza remore la sua sorte ai potenti della terra, potenti che, in modo così evidente in tutta la storia, non si sono mai posti alcuno scrupolo a schiavizzare, umiliare, massacrare, derubare, a ridurre in miseria e schiavitù intere generazioni, a dominare tutto e tutti per devastare e arricchirsi senza misura? Qual è la profondità dello sguardo di quelle nazioni che ieri come oggi hanno accettato di uccidere a comando milioni di propri simili in nome di una patria che esiste solo sulle carte delle costituzioni, e allo stesso tempo hanno accettato di essere schiave di tasse ingiuste, di leggi che coprono e difendono esclusivamente gli interessi dei forti e dei ricchi? Quanta luce c’è dentro lo sguardo di un popolo che è umiliato nell’anima, ignorato nelle sue esigenze primarie e primordiali, che vive in case ignobili e disumane, respira aria avvelenata e mangia chimica industriale e ancora crede che la liberazione verrà da parte di coloro che lo hanno così incatenato e devastato? Quali sono le capacità di un popolo che vede suicidarsi i propri figli perché non hanno di che sfamare se stessi e le proprie famiglie, ed è costretto a lavorare come schiavo per sopravvivere e per pagare i sollazzi dei ricchi e dei potenti, mentre altri sono pagati milioni di denari per tirare un pallone dentro una rete? Cosa vede, cosa legge della vita e del mondo, un popolo che ancora crede che abbia qualche significato e vantaggio consegnare il frutto del proprio lavoro alle banche e ai banchieri, che a loro volta si arricchiscono senza muovere un dito con i soldi di chi si spezza la schiena lavorando? Se l’occhio dell’uomo è così ottenebrato e il suo sguardo così malvagio, cosa ne è dell’uomo, che ne sarà del suo destino? Gesù dice letteralmente: la lampada del corpo è l’occhio, se dunque il tuo occhio è semplice, intero il tuo corpo sarà luminoso; se invece il tuo occhio è cattivo, intero il tuo corpo sarà tenebroso. Ma dov’è posato lo sguardo dell’uomo per essere così ingannato e distratto? Su quale tesoro è concentrato lo sguardo dell’uomo? Per chi o per che cosa batte il cuore dell’umanità? Ma qual è il tesoro dell’umanità? A quale tesoro l’umanità ha votato il proprio cuore e la propria vita? A quale tesoro hanno votato il loro cuore e la loro vita gli uomini del tempio? E quelli della politica? E quelli della scienza? E quelli della medicina? Il tesoro dell’uomo è l’ambizione. L’uomo ricco come l’uomo povero, l’uomo potente come lo schiavo, l’uomo prepotente come il debole hanno deciso di tesorizzare – Gesù usa questo verbo –  ambizione, prestigio, dominio, ricchezza. Gesù quasi ci implora: non tesorizzate [greco: thesaurìzo] per voi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine deturpano e dove ladri sfondano e rubano. Gesù quasi ci implora ad aprire gli occhi, perché se vogliamo smettere di essere schiavi dei potenti lupi rapaci, detto con totale e profondissimo rispetto per i lupi, dobbiamo tutti smettere di tesorizzare ambizione e vanità, ricchezze e dominio. Gesù spiega apertamente che non i potenti hanno creato i miseri, né i miseri hanno creato i potenti, ma entrambi sono una creazione del folle e inutile desiderio di tutti di tesorizzare tesori terreni, e questa è l’origine e il principio di tutta la sofferenza e il dolore umani. Perfino la terra, la madre terra non ce la fa più. Se la terra trema non è per sistemare la propria superficie o la propria crosta, ma trema perché sta sistemando il proprio cuore, lo sta riportando in asse. Il cuore dell’uomo è stato creato per battere in risonanza con il movimento del creato e con il cuore della terra. Questa meravigliosa armonia ha garantito la vita nella terra e la vita dell’uomo.
Ora è troppo tempo che il cuore dell’uomo di questa generazione batte e gira unicamente per tesorizzare ciò che non vale per la vera vita e la vera felicità. Ora è troppo tempo che il cuore di miliardi di uomini, come un unico cuore, sta battendo completamente fuori dal ritmo del cuore della terra e della vita, come un cuore fuori asse, decentrato, spastico.
Ora o la terra entra in risonanza con questo ritmo mortale del cuore umano – ma, facendo così, si autodistruggerebbe, perché questo è il ritmo del battito cardiaco del Maligno e dei suoi angeli – oppure la terra cambia ritmo, cambia asse, ritorna in un nuovo asse, per ri-centrarsi nel proprio cuore e nel proprio interno, secondo i ritmi divini e armonici della vita. La terra trema non perché ci vuole spaventare, ma perché noi abbiamo spaventato lei, e non smetterà, non smetterà fino a che noi non smetteremo di farle paura.

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