Giovedì 21 Giugno 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Siràcide 48,1-14; Salmo 96,1-7; Vangelo di Matteo 6,7-15

Vangelo di Matteo 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 7 «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. 8 Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. 9 Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome, 
10 venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
11 Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
12 e rimetti a noi i nostri debiti 
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
13 e non abbandonarci alla tentazione, 
ma liberaci dal male. 14 Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; 15 ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Pregando

Qual è il significato di pregare?
Il termine che noi traduciamo con preghiera, nel mondo ebraico, nella terra di Gesù, corrisponde alla radice tsl’ che ha vari significati letterali: “inclinare, inclinarsi, piegarsi verso, porre l’intenzione in qualcosa, porre o preparare la mente, applicare i pensieri a, piegare uno a una cosa o all’altra”, ma anche “stabilire insidie, predisporre trappole”. Dalla radice tsl’ deriva il verbo tslò e il sostantivo tslòtho, rispettivamente “pregare” e “preghiera” con tutte le accezioni sopra indicate. Pregare è quindi un’inclinare e preparare la mente affinché intrappoli tutta la sua attenzione verso qualcosa di ben stabilito e specifico che sorge da un desiderio. La mente e perciò lo spirito vanno sintonizzati e regolati in un modo di pensare e in uno stato di essere che le parole della preghiera indicano. Ciascuna parola della preghiera è in pratica una trappola che ha il compito di irretire tutte le dimensioni dell’uomo che sta pregando – mente, cuore, anima e forze emotive – perché non siano da nessun’altra parte se non dove il senso o il desiderio di quella parola sono posizionati. Questo afferma che non esiste preghiera, se non esiste la totale concentrazione amorosa di tutte le dimensioni dell’uomo nell’incontrare Dio come sorgente e come compiersi dei propri desideri. La potenza smisurata della preghiera sta proprio nella totalità della concentrazione amorosa di chi prega. Sta nel riuscire completamente a irretire, a intrappolare nelle parole della preghiera tutto il proprio essere e il proprio desiderare. Ogni parola della preghiera è una rete, che deve intrappolare e raccogliere, trattenere senza scampo tutta la nostra attenzione e slancio d’amore. Il più piccolo rancore del cuore, con chiunque sia, la rabbia più sottile della mente, il più semplice fastidio hanno il potere sconcertante di rompere le maglie della rete e di disperdere la potenza della preghiera nel nulla di un patetico cicalare dallo sfondo vagamente religioso.
In greco il verbo pregare, prosèuchomai – formato da pròs, “verso”, ed èuchomai, “prego supplico” – significa letteralmente “annuncio, dico, nomino, chiedo”, indica cioè un’affermazione, una sottolineatura di una realtà particolare e puntuale. Èuchomai nei suoi svariati significati radicali traduce “dichiaro, prometto solennemente, faccio voto, desidero, rendo grazie”. La radice indoeuropea eugh e in particolare il sanscrito ohate si traducono con “lodare”, l’accadico awatu con “parola solenne”, a sua volta originatosi dalla radice sempre accadica qawu che ha il senso di “parola a Dio, promessa”, il neobabilonese buchuchu con “desidero”. Preghiera quindi, e in particolare “la preghiera”, il Padre Nostro, nell’accezione dei diversi gruppi linguistici, è la predisposizione mentale e spirituale ad affermare nello stesso istante la gloria, la presenza di Dio, la potenza e l’impellenza del desiderio. In questo senso il Padre Nostro, come è costruito nella forma e nella sostanza, è una preghiera semplicemente perfetta.

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Pubblicazione "Gloria al Padre"

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