Venerdì 8 Giugno 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Osèa 11,1.3-4.8c-9; Salmo: Isaìa 12,2-6; Lettera agli Efesìni 3,8-12.14-19; Vangelo di Giovanni 19,31-37

Vangelo di Giovanni 19,31-37

31 Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via.
32
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. 33 Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34 ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
35
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 36 Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: “Non gli sarà spezzato alcun osso”. 37 E un altro passo della Scrittura dice ancora: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”.

Ipocrisia

I capi del popolo e i sacerdoti del tempio, con la forza dei loro intrighi e delle loro leggi, sfruttando il loro potere insieme alla paura e all’ignoranza della gente, hanno appena finito di issare sulla croce Gesù. Il loro progetto di eliminare Gesù, uscendone puliti e più forti, è perfettamente riuscito e Gesù è lì, senza respiro, appeso a quella croce tra due malviventi. Ma c’è ancora qualcosa da fare per compiere completamente il rito dell’ipocrisia, bisogna rispettare le apparenze della perversione. Le stesse menti che hanno organizzato l’uccisione del Figlio di Dio sono ora preoccupate per la festa che arriva, sono preoccupate per l’immagine della loro piazza, quando verrà tutta la gente per la festa. Le stesse menti che hanno ridicolizzato, calunniato, fatto torturare e inchiodare in croce Gesù, il Figlio di Dio, sono ora preoccupate per il senso di disagio e fastidio che quei corpi sanguinanti senza vita, devastati dai corvi, potrebbero provocare nella gente. La vera vittoria di Satana nelle sue battaglie, il vero completamento dei suoi progetti, il reale raggiungimento dei suoi obiettivi è saper abilmente ricoprire, con il mantello dell’ipocrisia, tutto ciò che istiga a compiere nel male e nella distruzione. Basta un ordine, l’ordine di spezzare loro le gambe: se non sono ancora morti, moriranno in qualche minuto. Un crocifisso cui vengono spezzate le gambe muore per asfissia in pochi minuti, non potendo più far leva sulle gambe per respirare. Basta un ordine per ripulire la piazza dal sangue, cancellare quell’immonda visione e tranquillizzare gli sguardi. Basta un ordine che però nessuno, nessuno sarà in grado di eseguire. L’hanno flagellato a sangue, bastonato, incoronato di spine, inchiodato in croce, ma nessuno può rompergli un osso, spezzargli un frammento di scheletro. Perché? Perché lo dice la profezia? No, ma la profezia svela il perché. La profezia rivela che a Gesù, al Messia non sarà spezzato alcun osso e non sarà per caso ma per disegno divino. Nella simbologia biblica le ossa di un uomo, il suo scheletro, rappresentano la sua essenza, la sua profonda natura, la sua struttura spirituale portante collegata con l’Eterno. Secondo il disegno divino i dirigenti del popolo e i sacerdoti del tempio hanno avuto mano libera per poter fare di tutto a Gesù sulla sua carne, ma non è stato possibile per loro spezzargli le ossa, e non per caso ma perché lo scheletro di Gesù rappresenta la sua dimensione divina di Figlio del Supremo. Non aver potuto spezzare le ossa a Gesù è il segno che tutto quello che è stato fatto a Gesù non è stato possibile per la potenza dell’uomo, ma solo ed esclusivamente perché Gesù lo ha permesso per l’amore e il rispetto che ci porta: nessuno me la toglie(la vita) io la do da me stesso (Giovanni 10,18).
L’uomo non ha potuto muovere un mignolo contro Gesù oltre quello che era stato consentito dal Padre, e soprattutto all’uomo non è mai stato possibile, e mai lo sarà, nemmeno sfiorare Gesù nella sua essenza divina di Figlio del Padre. Non gli sarà spezzato alcun osso non è solo una profezia ma è una rivelazione del totale inganno in cui sono caduti i potenti del tempo di Gesù, pensando anche solo per un secondo che avrebbero potuto mettere le mani su di lui, il Signore. È vero, lo hanno torturato, massacrato, fatto soffrire indicibilmente fino a ucciderlo in croce ma, in verità, non hanno potuto fare nulla, assolutamente nulla contro di lui e contro la sua essenza divina. La risurrezione di Gesù, vissuta in totale radiosa pace e tranquillità, ne è la prova.

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