Martedì 24 Aprile 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 11,19-26; Salmo 86,1-7; Vangelo di Giovanni 10,22-30

Vangelo di Giovanni 10,22-30

22 Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno.
23
Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. 24 Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
25
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. 26 Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. 27 Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28 Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 29 Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30 Io e il Padre siamo una cosa sola».

Sicurezza non sicura

Un giorno Dio ha offerto all’uomo la sua ispirazione, la divina ispirazione dell’amore, perché l’uomo potesse intessere la sua vita immortale con questa ispirazione e con la felicità che questa ispirazione dona a chi la vive. Il tempio di Gerusalemme rappresenta simbolicamente lo spazio-temporale, il luogo esistenziale in cui questa ispirazione sublime è stata depositata da Dio stesso affinché abitasse in mezzo agli uomini. Il tempio rappresenta simbolicamente anche il luogo da cui questa divina ispirazione doveva partire per essere diffusa e conosciuta in tutta la terra da tutti i popoli, non per costituire una religione ma per generare una nuova evoluzione piena di benessere e pace. In realtà questa divina ispirazione di Dio, questa luce assoluta per tutta l’umanità, non è stata accolta né capita dai primi destinatari che l’hanno trasformata in religione istituzionale, potere, leggi, tradizioni, doveri e precetti, allontanandosi così tanto da Dio e dall’ispirazione da non riuscire a riconoscere nemmeno Gesù, che è l’incarnazione di questa ispirazione, l’incarnazione dell’amore di Dio che Dio Padre ha mandato per visitare il suo popolo. In questo senso, quando Gesù entra nel tempio, l’evangelista annota che è inverno. Un’annotazione stagionale che simboleggia il freddo glaciale di una stagione spirituale e intellettuale che il popolo predestinato sta vivendo, lontano dall’ispirazione e dalla Parola di Dio, lontano dall’amore e dalla felicità. Questo inverno spirituale è causato prima di tutto dalla non accoglienza dell’ispirazione divina da parte del popolo prescelto e poi dall’aver tradito il mandato divino di far conoscere questa ispirazione divina dell’amore a tutti i popoli della terra. Questo è l’inverno gelido e senza frutti di amore e pace durante il quale Gesù entra nel tempio, proprio nei giorni della festa delle Dedicazione, la festa della Riconsacrazione del tempio. Aver tradito e strumentalizzato la Parola di Dio e l’ispirazione divina, la rivelazione della procedura della felicità, è aver profanato il tempio e quello che esso rappresentava. Questa è l’ultima volta che Gesù fa visita al tempio, quasi a indicare che Gesù, la presenza di Gesù qui, adesso, è l’ultima possibilità per i sacerdoti, per i farisei e per i dirigenti del popolo di comprendere la portata del loro tradimento e la straordinaria occasione di poter ritornare sui propri passi a servizio del Dio vero.
È l’ultima volta che Gesù fa visita al tempio e i dirigenti del popolo, che si fanno attorno a Gesù, non lo circondano di certo per esprimere amicizia e condivisione: il testo infatti, per descrivere la loro azione, usa il verbo kykòo, “circondo, assedio, attornio”, verbo di minaccia, verbo che esprime l’essere sul piede di guerra, il circondare d’assedio in modo tale da non lasciare all’avversario alcuna via di fuga. Questa stessa espressione si incontra nel salmo 22,17 dove è scritto: Poiché cani mi hanno circondato; una folla di malfattori mi ha attorniato, riferito profeticamente a Gesù nei giorni della sua condanna. I capi del potere religioso e politico del popolo ebraico vogliono eliminare Gesù, perché Gesù non corrisponde in nessun modo all’idea del Messia potente e liberatore dal dominio romano che tutti aspettavano, né coincide in nessun modo con l’impianto religioso costruito con così tanta fatica in millenni di compromessi e cura unicamente dei propri interessi. Aspettavano un Messia che mandasse in rovina il nemico esterno e donasse splendore senza fine all’apparato religioso interno costruito dai sacerdoti del tempio. Invece Gesù manda in rovina proprio l’apparato di potere religioso e politico da loro costruito. È ovvio che l’unica conclusione possibile è che Gesù non può essere il Messia ma solo un volgare impostore e non resta che incastrarlo dentro i meandri della legge per avere la giustificazione legale per ucciderlo a colpi di pietra. Quelli che Dio Padre ha scelto per ricevere la rivelazione della Parola-ispirazione dell’amore vogliono uccidere a colpi di pietra Gesù, l’incarnazione di questa Parola-ispirazione di Dio. I capi dei sacerdoti del tempio e i dirigenti del popolo ebraico davanti a Gesù non sono più così sicuri della loro sicurezza e non si rendono conto che, nella loro rabbia arrogante, desiderando uccidere Gesù per difendere il loro dio, un dio falso e autocostruito nella loro mente e religione, desiderano in realtà uccidere Dio, il Dio vero, e annullare la sua eterna Parola.
Gesù conferma con infinita chiarezza: Io e il Padre siamo una cosa sola, anzi letteralmente è scritto Io e il Padre siamo uno.
Questo atteggiamento determina la fine della missione di Gesù verso questo popolo e la fine della missione spirituale di questo popolo nei confronti del mondo. È sconcertante assistere come la nuova evoluzione spirituale che Gesù è venuto a proporre duemila anni fa non ha visto come attori e protagonisti della sua nascita né sacerdoti del tempio, né dirigenti del popolo, ma pescatori, pastori, e gente semplice, i discepoli appunto.
Ora se Gesù dovesse tornare nell’inverno esistenziale in cui sta vivendo questa generazione, per proporre la via della sua ispirazione divina, per liberare l’uomo dall’ignoranza, dall’oppressione dei poteri forti, chi si sentirebbe minacciato nella sua sicura sicurezza?

L M M G V S D
1
 
2
 
3
 
4
 
5
 
6
 
7
 
8
 
9
 
10
 
11
 
12
 
13
 
14
 
15
 
16
 
17
 
18
 
19
 
20
 
21
 
22
 
23
 
24
 
25
 
26
 
27
 
28
 
29
 
30
 
 
 
 
 
 

Pubblicazione "Gloria al Padre"

Leggi tutto

Video tutorial posizioni chitarra

Leggi tutto

È Uscito Shiloh, il Principe della pace edizione 2024

Leggi tutto

Un giorno alla volta

La nuova sezione “Un giorno alla volta”

Leggi tutto

Ultime pubblicazioni

Il brano Il Signore è il mio pastore completamente risuonato, ricantato e riarrangiato.Leggi tutto
Il brano Ascoltate oggi la voce del Signore completamente risuonato, ricantato e riarrangiato.Leggi tutto
Il brano Donaci o Signore il tuo amore completamente risuonato, ricantato e riarrangiato.Leggi tutto