Niente è impossibile - Il testo...

Niente è impossibile

Il testo originale greco è rigoroso e preciso, non dice: tutto è possibile a Dio, ma: tutte le cose sono possibili presso Dio. Quel presso traduce la preposizione parà che, accompagnata al dativo, indica stato in luogo. Parà è essere dentro una realtà, dimorarci stabilmente, essere appartenenti, persistenti, resistenti dentro, inglobati, facenti parte.
La traduzione tutto è possibile a Dio sottolinea l’onnipotenza senza limiti di Dio, ma questo è un dato ovvio e scontato per Gesù e per chi crede. La traduzione più aderente al testo tutte le cose sono possibili presso Dio afferma invece una novità assoluta e splendida, afferma e rivela che la potenza senza limiti di Dio è anche di chi vive con amore presso Dio, di chi abita in Dio, di chi è sempre vicino a Dio, vive in Dio, dentro Dio. È una prospettiva completamente diversa.
Tutto è possibile a Dio prevede un certo tipo di rapporto dell’uomo con Dio, coincide con un certo tipo di preghiera e di implorazione. Prevede l’essere costretti a implorare Dio come supplente universale alle nostre debolezze e incompiutezze. Tutte le cose sono possibili presso Dio prevede un altro tipo di rapporto dell’uomo con Dio, coincide con un altro tipo di preghiera e di implorazione. Non si prega più per ricordare a Dio le nostre necessità, per strappare a lui ciò che non riusciamo a ottenere con le nostre sole forze, ma si prega per unirsi a lui, per amarlo, per essere in lui, per lodarlo, per stare presso di lui, dentro lui, essere in lui e di conseguenza senza nemmeno un pensiero, una richiesta, un appello, tutto è possibile, semplicemente. 
Tutto è possibile a Dio afferma che Dio è l’ultima spiaggia per la disperazione e la paura dell’uomo. Tutte le cose sono possibili presso Dio afferma che Dio è l’unica spiaggia dove l’uomo può abitare e in questa unità intima e in questo amore tutte le cose sono possibili.

Vangelo di Marco 10,17-27

In quel tempo, 17 mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?» 18 Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19 Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». 20 Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».
21
Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!» 22 Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. 23 Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!»
24
I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! 25 È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 26 Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?» 27 Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».