Talitha qum

Marco 1,40; 3,5; 5,36; 5,41;
Matteo 8,8; 9,21; 15,2; Luca 7,50; 17,19

Talitha qum è un’espressione aramaica traslitterata in lingua greca dagli evangelisti senza essere tradotta. Significa: Fanciulla, sorgi (Marco 5,41). È un’espressione che chi seguiva Gesù poteva udire spesso dalle sue labbra, e forse per questo rimane una di quelle rare parole che nei vangeli non sono state tradotte in greco ma sono state tramandate direttamente in aramaico, la lingua in cui sono state originariamente dette e ascoltate.
Per far risorgere una persona dalla morte Gesù diceva semplicemente qum. Semplicemente qum, alzati, sorgi. Il Signore della Vita non ha bisogno d’altro che del suono della sua voce e di un gesto, della sua parola e di un dolce contatto per creare la vita, ridare armonia alla vita, far continuare la vita. Questa parola o qualcosa di molto simile era usata anche per far risorgere da malattie e disagi di ogni tipo. A Gesù bastava dire dolcemente qum, e la morte arretrava, si accovacciava impaurita ai piedi del Signore e non dava più fastidio. A Gesù bastava dire qum per sconfiggere ciò che nessuna creatura in miliardi di anni in miliardi di esseri è mai riuscita ad affrontare e superare.
Di tutte le forme di preghiera che da sempre salgono al cielo, senz’altro la preghiera per chiedere guarigione dalla malattia e protezione dai pericoli che possono portare alla morte è la forma di preghiera più ricorrente e continua. Sono state logorate scarpe e sandali sui sentieri dei pellegrinaggi, consumati gradini e ginocchia per salire verso i templi di ogni tempo e luogo per questa implorazione a Dio. È interminabile e ininterrotto questo fiume torrenziale di preghiera fatto di lacrime e grida per chiedere al cielo guarigione dal male, protezione dal pericolo, salute e pace. È un fiume dalle acque assidue, assillanti di pianto e di invocazione in ogni angolo della terra. È un fiume silenzioso, umile, penetrante di fede, spesso prorompente di grida altissime e disperate, ossessionate dalla paura e perfino piene di violenta maledizione, ma è un fiume che comunque va al cielo. È un fiume inestinguibile come inestinguibile è per l’uomo il bisogno di pace, di serenità, di armonia e benessere. Un fiume pieno di bisogni e paure, sensi di colpa e ferite inferte e ricevute, sogni infranti e aspettative schiacciate, schiavitù e inganno, sottomissione e rassegnazione. Ma è un fiume che comunque da milioni di anni dalla terra si eleva al cielo e implora dal cielo tutto il bene possibile.
Ma un giorno le cose sono cambiate. Il Dio del cielo, il Creatore di tutto, il Signore di tutte le cose, nella pienezza del tempo, ha voluto mostrare il suo volto donandoci suo Figlio Gesù, Shiloh di Dio. Da quel giorno Gesù si è fatto vicino storicamente a tutti gli uomini, anzi si è immerso in questo fiume meraviglioso e spaventoso della storia umana ed è l’unico che si può immergere dentro senza affogare e sparire tra i flutti. Gesù si è immerso in questo fiume torrenziale di necessità, bisogni, paure, ignoranza, ingiustizia, terrore, Gesù da dentro, dall’interno della storia e del nostro cuore, ha iniziato a mostrarci la via della Vita. Gesù non ha solo ascoltato l’incessante preghiera del fiume umano, ma pian piano ci ha accompagnati a comprendere la grandezza del suo amore, ci ha insegnato a conoscere e ad amare Dio, ci ha condotti alla verità. E solo lui, veramente solo lui sa che una delle leggi dominanti fondamentali della conoscenza è che alla verità la gente può essere condotta sì, ma a patto di non forzare e premere per volerla far capire. Gesù sa che per i delicatissimi meccanismi dell’animo e del cuore umano si può condurre alla verità la gente, e soprattutto con la testimonianza si può indicare una via, e questo può sciogliere i popoli dalle catene dell’ignoranza e della miseria. Al tempo stesso Gesù sa perfettamente che ogni qualvolta si conduce la gente alla verità, in qualche modo forzandola per fargliela capire, e si predilige l’argomentare al testimoniare, il cammino verso la verità si trasforma in un istante in uno scivolo verso l’abisso dell’ignoranza e dell’ottusità. Sia per chi ha le chiavi della conoscenza, sia per i popoli che vi anelano, la gran parte dell’ignoranza non è mai accidentale, ma intenzionale. La straordinaria bellezza e novità assoluta del vangelo e del modo di far conoscere la verità di Gesù sta proprio in questo, Gesù conduce alla verità senza mai forzare in nessun modo.
Ed è così che nel vangelo Shiloh, il Principe della Pace, ci indica un nuovo modo di pregare, più amante ed efficace, ci insegna a desiderare correttamente, e mostra le vie della verità, per conoscere tutto ciò che ci è necessario per vivere su questa terra meravigliosa senza paura, sani e belli come lui ci ha creati e desidera per noi. Negli anni in cui è rimasto con noi su questa terra fisicamente, Gesù ha guarito decine di migliaia di persone da ogni malattia e disagio, ha fatto risorgere dalla morte, ha fermato tempeste, ha moltiplicato pani, ma soprattutto ci ha insegnato che è possibile, è assolutamente possibile con la fede e con il suo amore prevenire e curare ogni forma di disarmonia. È possibile ispirare l’uomo a desiderare e a costruire una vita diversa e migliore che parta dalle leggi del cuore e del vangelo, della vita e dell’amore, lontano dagli inganni degli interessi economici, del potere, della paura. 
Talitha qum non è solo la parola che salva e guarisce, ma è la parola che ispira, che ispira la guarigione più importante, l’unica vera guarigione, che dà fiato e vita a tutte le altre possibili guarigioni. Talitha qum, fanciulla sorgi, alzati, è la parola che ispira la guarigione dentro, nel cuore, nella pace interiore, nel logos dell’anima, nel dialogo delle nostre profondità. Talitha è il modo in cui Gesù chiama amorosamente a sé tutta l’umanità, agli occhi di Dio l’umanità è tutta e sempre talitha, cioè ragazzina. Agli occhi di Dio dopo milioni di anni di storia, l’umanità, per quanto si atteggi con imbarazzante sicurezza, matura e cresciuta, adulta e indipendente, potente e prepotente, è ancora e sempre una ragazzina, una fanciulla. Allo sguardo pieno di amore di Dio l’umanità è una dolcissima, assolutamente ribelle quanto libera, bellissima, divinamente piena di luce, spesso tristemente ingannata e in fuga, ma sempre meravigliosamente ragazzina, figlia eternamente amata. Per questo brano, che è una canzone-preghiera per chiedere guarigione dello spirito e del corpo, sono state scelte e raccolte tra tutte alcune espressioni di preghiera dei protagonisti stessi delle guarigioni evangeliche. Espressioni e preghiere dell’uomo e risposte di Gesù che ben rappresentano tutto l’immenso fiume delle possibili richieste di aiuto e guarigione rivolte a Dio e la sempre potente, puntuale e liberante risposta del Signore.

Se vuoi Tu puoi guarirmi
Stendi la mano

Talitha qum
Fanciulla sorgi

Signore non sono degno
che tu entri sotto il mio tetto
ma dì soltanto una parola
io sarò guarito

Non temere solo credi
Sia fatto a te come desideri
Sorgi e vai
Vai nella pace

 

Nota per il lettore
Il brano Talitha qum è tratta dall’opera Shiloh, cd e libro, Paolo Spoladore, Ed. Usiogope, Venezia, 2009; cantato in lingua italiana e aramaica, il brano è stato composto per la guarigione interiore, nel dialogo interiore dell’anima.

 

Lyrics

Se vuoi Tu solo puoi
Se vuoi Tu puoi guarirmi
Tendi a me la tua mano
Tendi a me la tua mano           

Signore non sono degno
Che tu entri sotto il mio tetto
Ma dì soltanto una parola
E io sarò sarò guarito

   Talitha qum   Talitha qum
   Talitha qum   Talitha qum

Balchudh lo tedhchal
Balchudh balchudh haymen
Nehwe lekh akh d(e)tsovio at
Qum zel bashlomo

   Talitha qum   Talitha qum
   Talitha qum   Talitha qum