Lo scontro alle porte - Nel mondo...

Lo scontro alle porte

Nel mondo biblico la porta è un simbolo polivalente fondamentale, che segna in modo importante la vita del popolo. La porta è il luogo dove i capi del popolo si radunano per consultarsi e prendere le decisioni politiche ed economiche. La porta è simbolo di accoglienza e di salvezza, di difesa della città e del popolo. È vicino alla porta della città che si concentra la vita della città, avvengono gli scambi commerciali e culturali. I capi del popolo tengono alle porte della città i loro consigli di guerra, stabiliscono le manovre politiche, prendono decisioni riguardanti il popolo, esprimono giudizi, porta quindi è simbolo anche di protezione e di giustizia sociale. È dal numero, dalla grandiosità, dalla ricchezza, dalla potenza delle sue porte che si arriva a qualificare la potenza di una città come Gerusalemme. Anche la città santa, la nuova Gerusalemme celeste è definita attraverso il numero delle sue porte: esse sono dodici e sono sempre aperte, tuttavia il Maligno non vi può più entrare. Sono il simbolo della giustizia e della pace in pienezza, cioè lo scambio dell’unità perfetta tra Dio e l’umanità. Anche nel testo evangelico è molto importante il significato della porta, Gesù stesso si identifica come la porta delle pecore, cioè l’unico mediatore tra Dio e gli uomini. Gesù utilizza l’immagine della porta stretta per invitare alla metànoia, al mutamento del dialogo interiore.
In Matteo 16,17-19, nel rivelare come desidera costruire e organizzare la sua chiesa, la comunità dei suoi discepoli e amici, mandata nel mondo per ispirare l’umanità per una vita di amore e di pace, Gesù dice letteralmente: le porte degli inferi non prevarranno su di essa. La versione ufficiale non dice “porte”, bensì “potenze”, ma il termine greco è pýlai, “porte”, al singolare pýle, “porta”. A prima lettura sembrano due fortezze a confronto che si assaltano l’una contro l’altra, ma se si analizza meglio il termine porta nel senso giudaico è facile intuire il significato di quello che Gesù vuole annunciare. Attraverso le parole di Gesù è possibile capire che Satana ha un luogo, una porta davanti a cui si consulta con le sue forze, luogo di consiglio e decisionale dove si organizza, da dove esercita autorità e potere per schiavizzare l’umanità. Gesù afferma che questo luogo di consiglio satanico, questa porta della morte, centro organizzativo del male, non ha nessun potere contro la sua ekklèsia, contro cioè il consiglio, la comunità composta dagli amici e dai discepoli di Gesù. La chiesa di Gesù, chiesa edificata da Gesù, l’ekklèsia, l’assemblea di coloro che amano Dio e vivono la giustizia, non potrà mai essere vinta dalle porte degli inferi, cioè dal potere del male, perché non è proprietà della comunità degli uomini, ma proprietà di Gesù. La caratteristica della chiesa di Gesù è che è di Gesù, per questo non potrà mai essere oscurata dalle tenebre né vinta dal male. La chiesa di Gesù non è proprietà degli amici e dei discepoli di Gesù, è Gesù stesso che lo afferma, quando dice edificherò la mia chiesa. Quando la chiesa diventa chiesa degli uomini, organizzata, costituita dalle gerarchie umane, governata dalle logiche del potere e del denaro, non è più la chiesa di Gesù ma una chiesa che appartiene a qualcun altro, e Satana può farne quello che vuole. Chi serve la chiesa di Gesù non esegue un compito che può terminare, non ha un lavoro che precede la pensione, non ha un’occupazione da cui potrà un giorno dimettersi, non occupa posizioni consegnate da mano d’uomo. Chi serve la chiesa di Gesù ha il proprio compito scritto nello spirito e nel sangue, è consacrato da Dio, non dagli uomini, e né prigionia, né fame, né persecuzione, né calunnia, né solitudine, né tradimenti, né la paura della morte potranno farlo desistere dalla sua scelta.

Vangelo di Matteo 16,13-19

In quel tempo, 13 Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?» 14 Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremia o qualcuno dei profeti».
15
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?» 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
17
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18 E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».