La legge morta - È evidente che...

La legge morta

È evidente che gli interessi e le strategie dei dirigenti e dei rappresentanti della religione ebraica, degli esperti di teologia biblica, degli uomini di religione e di devozione, degli osservanti scrupolosi di Legge sacra sono radicalmente e totalmente incompatibili con gli interessi e le strategie di Gesù, il Figlio di Dio.
Gesù entra nella sinagoga per insegnare, per donare alla gente la luce della conoscenza, per liberare il popolo dall’ignoranza e dalla sottomissione, per guarire un uomo ammalato. I rappresentanti della legge e gli uomini di religione entrano nella sinagoga per osservare Gesù con il loro sguardo malefico e inquisitore, per coglierlo in fallo rispetto alla legge, per poterlo accusare. Gesù conosce perfettamente i pensieri dei suoi nemici, mentre gli uomini di religione, pur avendo fondato tutta la loro sapienza sulla razionalità e sulle elucubrazioni mentali, non capiscono assolutamente nulla di Gesù e di quello che sta per accadere sotto i loro occhi. Gesù chiede al paralitico di mettersi in mezzo all’assemblea affinché costui possa ricevere la potenza guaritrice e liberante della sua Parola e perché possa essere manifesta a tutti la magnificenza della gloria di Dio. Gli uomini di religione vogliono mettere Gesù in mezzo all’assemblea per disonorare la sua persona, denigrare le sue opere, screditare la sua Parola agli occhi del popolo, non quindi per celebrare la gloria di Dio ma per celebrare il processo della sua condanna. Gesù chiede agli uomini di religione di elevare la loro capacità di giudizio, di porre la loro intelligenza alla luce di un più evoluto punto di vista. Gesù chiede: Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla? Gesù cerca di spiegare al popolo e agli uomini di religione che per l’uomo non ci sono giorni per fare o non fare delle cose ma le cose che l’uomo compie nel bene o nel male fanno i giorni. Non sono i giorni che determinano l’uomo ma è l’uomo a determinare i giorni. Non possono essere una legge, una consuetudine, una credenza, una convenzione, una convinzione a definire ciò che è giusto e sbagliato, ma sono le scelte, le azioni stesse dell’uomo che si autodefiniscono da sole: esse sono malvagie se procurano morte, sono buone se camminano verso la vita. Gli uomini di religione rispondono a Gesù secondo la loro tipica e assodata consuetudine, non con rinnovata capacità di giudizio ma con cristallizzato violento pregiudizio: Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù. Gesù invita a una nuova comprensione, gli uomini di religione rispondono con la collera furibonda. Gesù ispira a una nuova visione della vita, per evolvere l’umanità al vero benessere e alla felicità, gli uomini di religione rispondono discutendo tra loro, non per capire e comprendere, ma per decidere come eliminare Gesù.
Gli uomini di religione e gli uomini di potere in questo sono facilmente riconoscibili e perfettamente prevedibili, perché essi discutono sempre e incessantemente sulla forma e mai, mai sul contenuto della realtà. L’uomo di potere non discuterà mai sul contenuto reale delle cose, ma solo e sempre sulla forma, perché l’uomo di potere non può permettere che possa essere messo in discussione il progetto dei propri interessi e delle proprie strategie.
Gesù invece insiste, ogni qual volta gli è possibile, sul fatto che è indispensabile cambiare il contenuto dei nostri pensieri, delle nostre scelte e azioni, non la forma, per crescere nella consapevolezza e vivere una vita migliore, più sana e felice. Gesù ci invita a riflettere che se nel mondo ci sono così tanta violenza e malvagità, sete di dominio e possesso, vanità, avidità, rabbia, schiavitù, dolore, sofferenza significa che c’è un abisso tra quello che l’uomo pensa di desiderare e le sue intenzioni profonde. Se la terra, l’acqua, l’aria e gli animali soffrono così pesantemente l’avidità dell’uomo, se ci sono guerre e crudeltà inimmaginabili ovunque, se la fame e la sete sono ancora l’unico pane quotidiano per miliardi di uomini e donne, significa che anche se ,quando parlano, tutti si esprimono in termini di giustizia, legalità, diritti, uguaglianza e pace, questa è solo la forma di un contenuto completamente diverso, anzi, opposto. Significa che c’è un abisso tra la forma delle parole e dei desideri espressi dall’uomo e le sue intenzioni profonde, i suoi interessi intimi. Gesù ispira l’uomo che desidera veramente cambiare ed essere felice a non discutere più sulla forma, sulle leggi, sulle formalità, sui principi, sulle apparenze, sui protocolli, ma sul contenuto vero e proprio dei suoi reali interessi. Gesù chiede a tutti e singolarmente di verificare realmente e seriamente quali sono i propri reali e profondi desideri e interessi, perché su questi interessi e desideri si realizzerà il vero progresso o la distruzione integrale di questa generazione.

Vangelo di Luca 6,6-11

6 Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. 7 Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. 8 Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!» Si alzò e si mise in mezzo. 9 Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?» 10 E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!» Egli lo fece e la sua mano fu guarita. 11 Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.