La differenza - Il compito delle...

La differenza

Il compito delle dieci ragazze è di essere le ali luminose del corteo dello sposo, per illuminare con le loro lampade il passo dello sposo non appena egli sia giunto. Le dieci ragazze prendono con sé le lampade e s’incamminano verso il luogo dell’incontro, ma lo sposo tarda ad arrivare, le dieci ragazze allora si assopiscono e tutte si addormentano. Al grido Ecco lo sposo! Andategli incontro, tutte le ragazze si destano, preparano velocemente le loro lampade e vanno di corsa incontro allo sposo. Tutte e dieci le ragazze sanno che il senso della loro presenza in quel momento e in quel luogo è legato inscindibilmente alle loro lampade, al compito di fare luce nel momento opportuno e per il tempo necessario; sanno di essere lampade umane per illuminare la via allo sposo, fino a entrare insieme nella sua casa per la festa. Ma solo cinque ragazze su dieci insieme alle lampade presero anche l’olio in piccoli vasi, e questo fa la differenza, l’unica differenza tra tutte queste ragazze. Solo cinque di queste ragazze sono quelle sagge, intelligenti, sapienti. Perché? Perché la ragazza-lampada non è nulla senza lampada, la lampada non è nulla senza la fiamma dello stoppino e lo stoppino non è nulla senza l’olio da bruciare, dunque la ragazza-lampada non è nulla senza olio.
L’olio della lampada non rappresenta solo l’avvedutezza, la cura, la passione amorosa, la determinazione amante nell’affrontare i propri compiti, l’olio rappresenta molto, molto di più. L’olio della lampada rappresenta la precisa percezione e conoscenza spirituale e intellettuale di qual è il senso di questa vita, qual è lo scopo dell’esistenza, per poter quindi operare per tutta la vita in quel senso. Il senso della vita dell’uomo su questa terra, secondo la simbologia evangelica, è fare luce, illuminare il cammino, meglio ancora è diventare un cammino di luce, un cammino luminoso, perché l’umanità possa incamminarsi verso se stessa, verso l’armonia, la pace, il benessere con meno ostacoli possibili. Lo scopo è fare luce al cammino che conduce all’amore e a Dio e al tempo stesso è creare un cammino luminoso perché Dio possa incamminarsi verso gli uomini senza trovare in essi tenebrosi e ingannati cuori ribelli, voragini di ignoranza, dolorosi abissi di ingiustizia. Lo scopo della vita di ogni uomo è illuminare la via dell’umanità verso lo Sposo e la via dello Sposo verso l’umanità.
Le cinque ragazze sagge non sono più buone, più sante, più meticolose, più religiose e pie delle cinque ragazze stolte, semplicemente considerano seriamente, molto seriamente che la loro vita è legata assolutamente al loro compito, per questo, partire incontro allo sposo, con le lampade ma senza riserva d’olio, sarebbe come cercare di navigare attraverso l’oceano con una barca a vela senza la vela, non sarebbe solo un brutto viaggiare, ma sarebbe un viaggio letale. Le cinque ragazze sagge hanno compreso che senza olio non ci sarebbe lume per la lampada e senza lampada non ci sarebbe senso per il loro essere lì dove devono essere.
L’uomo saggio è colui che si rende conto del fatto che la vita ha uno scopo che è molto, molto oltre il costruirsi una casa, oltre il mangiare, bere, dormire, riprodursi, lavorare, divertirsi, invecchiare e morire, e quindi cerca di operare in ogni modo per ottemperare a quello scopo. L’olio della lampada in quel piccolo vaso è l’olio della sapienza spirituale, della visione intellettuale più alta e vasta, olio da tenere sempre dentro i due piccoli vasi che l’uomo ha avuto in dotazione nell’atto creativo: il cuore e il cervello. L’uomo saggio si rende conto che la lampada della vita, alimentata solo dallo stoppino del proprio interesse personale, delle aspettative altrui, dell’invidia, della competizione, è una vita senza olio, senza senso, si spegne da sola, non fa luce, perché non rende felici, non dona felicità. L’uomo saggio si rende conto che la lampada della vita, alimentata unicamente dallo stoppino dell’avidità, del desiderio del dominio e del possesso è una vita senza olio, dissennata, disconnessa, fuori asse, decentrata, si spegne furiosamente da sola, perché non serve né a Dio, né agli uomini. L’uomo saggio sa che questa vita è una sola e non se ne può ripetere l’esperienza, sa anche che l’olio della lampada, cioè conoscere lo scopo della vita e operare per esso, non si può scambiare, cedere, vendere o comprare. L’uomo saggio sa che potrà essere felice solo se realizza il suo divino compito su questa terra.
L’uomo saggio sa che un giorno, terminata questa esperienza terrena, dopo una vita di traumi, di ferite ricevute e inferte, di scivolate e cadute, arriverà alla porta dello sposo, del Signore di tutte le cose, e busserà con la propria lampada in una mano, quella lampada usurata, strisciata, ammaccata, malconcia ma ancora capace di dare luce, quella lampada che l’uomo saggio, appena il Signore aprirà la porta, alzerà fino al proprio volto, così che il suo Signore lo possa riconoscere e abbracciare stretto e, dopo tanti anni di separazione, far entrare nella sua casa di luce, per la festa senza fine.
Gli uomini e le donne saggi sanno che, dopo aver passato l’esistenza a illuminare la strada della vita ai propri fratelli, prima di spegnere la loro lampada per sempre davanti alla porta dello Sposo, l’ultima fiamma servirà a illuminare il loro volto davanti a Dio, così da non sentirsi dire quelle terribili parole: In verità io vi dico: non vi conosco. L’uomo saggio sa che prima di quel giorno, prima di quell’alba senza tramonto, del giorno senza fine, precisamente al tempo stabilito, a mezzanotte, nel tempo di mezzo, lo Sposo verrà, verrà per la sua venuta intermedia, e il grido Ecco lo sposo! Andategli incontro, già echeggia tra le stelle e le galassie.
Lo Sposo sta tornando, e non metaforicamente, sta tornando nella sua gloria per creare strade di luce, perché l’uomo non ha compiuto con amore il proprio compito, e non ci sono strade illuminate che illuminano il cammino dell’uomo verso la sua evoluzione divina. L’umanità è ovviamente occupata in tutt’altro, ma mezzanotte è già suonata, e il grido Ecco lo sposo! Andategli incontro ha già attraversato galassie e cuori.

Vangelo di Matteo 25,1-13

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 1 «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2 Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3 le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4 le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5 Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
6
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!” 7 Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8 Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9 Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
10
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11 Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12 Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13 Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».