Segue la lettura della riflessione da parte di un lettore.
Lavanda
La pelle è l’organo più esteso del corpo umano, ed è la prima e migliore barriera protettiva nei confronti dell’ambiente esterno. Quando la pelle viene ferita, la prima forma di cura è pulire la ferita e richiuderla in modo da evitare il più possibile che microorganismi potenzialmente patogeni possano penetrare all’interno dell’organismo.
E quando qualcuno ferisce non la nostra pelle e il corpo, ma la nostra persona, la nostra fede, la nostra libertà e sensibilità? Quando qualcuno ci fa del male, scatena cattiveria su di noi, ci calunnia, cosa succede? Come funziona?
Molto spesso il male e l’ingiustizia che crediamo ci abbiano colpiti sono non reali, sono presunti, fittizi, fasulli, mentali.
Un esempio. Renato sta male, si è arrabbiato fortemente perché ha saputo che alcuni suoi amici si sono trovati per una cena, e lui non è stato invitato. Questo è un male presunto, in realtà nessuno ha ferito nessuno. Qualcuno è stato ferito, sì. È stato ferito l’ego di Renato, l’orgoglio della sua presunzione. È stata colpita la lista infinita e paranoica delle sue aspettative. Sentirsi colpiti nella serie infinita, paranoica e arbitraria delle proprie aspettative e arrabbiarsi è la più comune forma di demenza e di follia. Chi si sente colpito da questo male fittizio non crede in Dio e non ama Dio, non si evolve, non sarà mai felice, rimane infantile e inutilizzabile per qualsiasi compito nel regno di Dio.
In questo caso non ha senso che Renato, per purificarsi, offra perdono ai suoi amici che in realtà non hanno fatto assolutamente nulla, deve piuttosto chiedere profondamente perdono a Dio e alla vita per la rabbia e il fastidio che ha provato. Chiedere perdono per la propria debolezza e stupidità, per la propria infantile arroganza e presunzione.
Ciò che ferisce veramente Renato non è l’evento, ma la rabbia e il fastidio che ha provato: questi sì sono reali e possono fargli molto, molto male nello spirito e nel corpo. Renato, chiedendo perdono e purificando il proprio cuore dalla rabbia, guarisce al tempo stesso anche la propria intelligenza dal veleno della follia. Chi si arrabbia per le aspettative che si è creato e si crea continuamente nella mente, aspettative nei confronti di Dio, della vita, degli altri, non inizia mai il proprio percorso di vita e di maturazione.
A volte però il male, la cattiveria altrui e l’ingiustizia del mondo ci colpiscono realmente. E allora come fare?
Teresa sta male, si è arrabbiata fortemente perché al lavoro è stata trattata molto male, in modo ingiusto dai suoi colleghi che l’hanno calunniata per invidia e gelosia. Questo è un male reale, perché i colleghi hanno voluto intenzionalmente ferire Teresa e farle del male. Teresa è stata realmente ferita. Anche l’ego di Teresa è stato ferito, anche l’orgoglio e la presunzione di Teresa sono stati feriti. Anche la lista infinita e paranoica delle aspettative di Teresa è stata colpita.
In questo caso Teresa, per purificarsi, deve prima di tutto accettare che il male c’è, esiste e a volte può colpirla. Poi deve offrire perdono ai suoi colleghi di tutto cuore e insieme chiedere perdono a Dio e alla vita per tutta la rabbia e la delusione che ha provato. Deve chiedere perdono a Dio e alla vita della sua rabbia e del suo star male, perché, anche se è stata realmente colpita dalla cattiveria dei suoi colleghi, la sua rabbia e la sua delusione, estremamente pericolose per il suo spirito e per il suo corpo, dipendono non dall’evento in sé ma da quello che Teresa si è detta dentro, nel suo dialogo interiore, in occasione di quell’evento. L’emozione di rabbia che Teresa prova deriva da parole interiori velenose e ostili che Teresa si è detta contro la vita, Dio, se stessa e gli altri.
Per purificarsi e impedire agli agenti patogeni di Satana e del male di entrare nel proprio cuore deve, oltre che offrire perdono a coloro che l’hanno colpita, chiedere perdono a Dio per la rabbia e il fastidio provati, perché derivano da dialoghi interiori di non fede, dialoghi interiori che dubitano della vita, di Dio e della bellezza e della forza dell’amore.
Teresa è stata colpita dal male e dall’ingiustizia dei suoi colleghi, ma se Teresa resta nella sua rabbia e non si purifica chiedendo perdono a Dio per la propria rabbia, perde la gioia, la pace e la salute.
L’uomo che colpito dal male, dall’ingiustizia si arrabbia, si infastidisce, è un uomo che non crede e non ama Dio, perché ritiene il male e l’ingiustizia più forti e più grandi dell’amore di Dio. Per questo Gesù nelle beatitudini afferma addirittura: Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Se Gesù ci chiede di accettare e vivere con gioia, amore, forza e gratitudine interiore perfino la persecuzione, il male reale, la cattiveria gratuita dell’ingiusta persecuzione, immaginiamoci se possa ritenere sensato, intelligente, evangelico, secondo Dio, arrabbiarsi per il male che ci colpisce, perdendo la gioia, la pace interiore, la forza, la fede in Dio, l’amore per la vita e il vivere.
Che Teresa abbia ragione o torto, la rabbia che lei prova può essere purificata solo dal perdono che deve chiedere a Dio, perché, se si è arrabbiata, è solo ed esclusivamente perché una parte di lei ritiene la vita e Dio responsabili di quello che le è successo. Teresa deve chiedere perdono a Dio e alla vita perché, nel momento in cui si è sentita colpita dal male, nel proprio dialogo interiore ha scelto di provare rabbia e non fede, fastidio e non gratitudine per quello che le è accaduto.
E poi? Poi c’è il male, la cattiveria che ciascuno di noi può compiere, consapevolmente, intenzionalmente o meno. Il primo a essere ferito dal male è proprio colui che lo compie. Questo male, questa ferita si purifica prima di tutto chiedendo perdono a Dio del male compiuto, e poi chiedendo perdono ai fratelli.
Quando ci si ferisce la pelle o il corpo, è indispensabile pulire la ferita e poi subito ricucirla per evitare che si introducano agenti patogeni pericolosi nel corpo. Ugualmente quando ci feriamo in qualche modo con il male, sia perché dal male siamo colpiti sia perché con il male abbiamo colpito, è indispensabile purificare e ricucire la ferita con il perdono da offrire e da chiedere, altrimenti lentamente ma inesorabilmente gli agenti patogeni di Satana entrano nel cuore e nel cervello, portando via gioia, vita, evoluzione, saggezza, luce e amore, trasformando l’interno dell’uomo in un covo di rabbia, fastidio, stupidità e paura.
PERDONO DA CHIEDERE a DIO
per tutta la paura (mancanza di fede nella vita e in Dio),
il panico, i sensi di colpa, la rabbia che ho provato
per tutte le ferite e le ingiustizie subite, reali o presunte.
PERDONO DA CHIEDERE a DIO
per tutte le ferite e ingiustizie che ho provocato
consapevole o meno.
PERDONO DA OFFRIRE AI FRATELLI
per tutte le ferite e ingiustizie ricevute.
Perché Gesù propone ai suoi amici la lavanda dei piedi? Non è forse la reciproca lavanda dei piedi la più potente, semplice, maestosa e delicata forma di purificazione dal male che possiamo ricevere e compiere? Non è forse la lavanda dei piedi che Gesù propone la più potente forma di evoluzione dell’umanità?