Giovanni Immergitore - Dopo la scelta...

Giovanni Immergitore

Dopo la scelta iniziale di Adamo ed Eva, la scelta di porsi in rivolta e sfida contro Dio, l’uomo, separandosi da Dio, si è scollegato gradatamente dalla conoscenza delle leggi dello spirito e per lui è diventato arduo e complicato capire e scoprire quelle fisiche e naturali. Da qui tutta la storia di un popolo, il popolo d’Israele, prescelto da Dio per far muovere all’umanità i primi passi di conoscenza evolutiva verso la comprensione che è la dimensione fisica che deriva e dipende da quella spirituale e non viceversa. È una storia, però, obbligatoriamente fatta di carne e sangue, leggi e spada, polvere bruciante di deserti e brucianti tradimenti, alleanze incessantemente infrante da un’ostinazione irriducibile. Una storia dove l’unica possibilità dell’uomo, scollegato completamente da Dio, è quella di conoscere e comprendere qualche frammento della dimensione dello spirito divino a partire dalla dimensione terrena, umana, fisica. Una storia terrena e terrestre, dove il senso della vita ha sempre il sapore della punizione, della condanna, del castigo. Una storia spietata, regolata da leggi che, anche quando provengono da Dio, sono leggi dure per cuori duri, dettate dalla sopravvivenza fisica e non dall’evoluzione spirituale. Una storia che, pur guidata da Dio, non è ancora una strada verso il cielo, ma verso la terra, una terra e un pianeta che possono essere distrutti in poco tempo dall’avidità e dall’ignoranza dell’uomo. Gesù ci rivela che con Giovanni Immergitore si è chiuso un cerchio, si è chiuso il periodo della storia umana in cui Dio, per comunicare con gli uomini resi ciechi e sordi a causa del loro cuore di pietra, è stato costretto a usare la legge e la profezia per risvegliarli alla luce della conoscenza. Gesù ci rivela che Giovanni Immergitore è stato il più grande tra i nati di donna su questo pianeta, in questa dimensione fisica e materiale, ma ci rivela anche che il più piccolo nel regno dello spirito è più grande di Giovanni Immergitore. Giovanni Immergitore è stato l’ultimo dei profeti di un ciclo storico dove i profeti di Dio quando parlavano di colui che avrebbe salvato e sanato l’umanità – il profeta non rivela il futuro, ma parla in nome e per conto di Dio –, riconducendola con amore nel regno dello spirito, il regno del Padre Creatore, dicevano: Colui che verrà. Dopo Gesù i profeti che parlano di colui che è in grado di salvare e sanare l’umanità, di raccogliere nella sua compassione i figli dispersi e risvegliarli alla luce della conoscenza, per accompagnarli nel regno dello spirito, il regno del Padre Creatore, dicono: Colui che è venuto. Giovanni ha chiuso un ciclo storico, Gesù apre alla vita senza fine nella luce del Padre. Gesù rivela con chiarezza e semplicità che tutto ciò che esiste nel mondo fisico dei multiversi creati, è subordinato alle leggi del regno spirituale di Dio. Non c’è legge naturale e fisica che non derivi e discenda dalle leggi dello spirito e che da queste non sia ordinata e governata. Non lo spazio delinea la luce, ma la luce delinea lo spazio. Non la pagina illumina le parole, ma le parole illuminano la pagina. Non lo strumento suona la musica, ma la musica suona lo strumento. Non la materia fa vivere lo spirito, ma lo spirito fa vivere la materia. Prima di Gesù l’uomo poteva ancora considerare che fosse attraverso l’esperienza della vita terrena che avrebbe potuto in qualche modo comprendere e conoscere la vita divina nello spirito, e incamminarsi verso Dio; dopo Gesù, e dopo quello che Gesù rivela nella sua Parola, è chiaro che è la vita nello spirito che può aiutare l’uomo a comprendere, conoscere, e vivere appieno la vita terrena. Questa è l’evoluzione che Dio Padre desidera per i suoi figli. Ora, in Gesù, la storia passata non esiste più, lui viene a darle compimento. Ora, immergendosi nella dimensione dello spirito, imparando a conoscere le leggi divine dello spirito, l’uomo può imparare a vivere questa dimensione terrena in modo sano, felice, grato e pacifico e prepararsi così, nel modo più bello ed efficace, alla vita senza fine nella luce di Dio. Alla luce del vangelo il senso della vita terrena non ha il sapore dell’espiazione, proprio no, ha il sapore dell’opportunità offerta per amore, della possibilità donata con amore per crescere nella consapevolezza. Nelle parole di Gesù la vita è l’invito solenne e grandioso fatto da Dio in persona ai suoi figli a partecipare al banchetto della sua festa. Alla luce del vangelo la vita terrena non può essere vissuta all’ombra del paradiso celeste, come un passaggio frettoloso, angosciante, un surrogato della vita divina, da vivere immersi nella paura. Alla luce del vangelo la vita terrena è un dono di infinita grandezza, un dono di Dio da vivere immersi nell’incessante gratitudine, una vita che apre le porte al viaggio verso le dimore celesti nella casa del Padre.

Vangelo di Matteo 11,11-15

In quel tempo, Gesù disse alle folle: 11 «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12 Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13 Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14 E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. 15 Chi ha orecchi, ascolti!»