Festa - È dall’inizio...

Festa

È dall’inizio della sua storia sulla terra che l’uomo si chiede quale sia il senso, lo scopo della sua vita, che cosa sia la vita, da dove venga e dove vada la vita. Schiere innumerevoli di filosofi, pensatori, illuminati, studiosi, stregoni, indovini, intellettuali, scienziati, dotti, eruditi hanno cercato di fornire all’umanità le loro riflessioni ed elucubrazioni, i loro deliri e farneticazioni, le loro ideologie e religioni per rispondere a queste domande. Come risposta a queste domande, sono stati riempiti di parole e spropositi migliaia di anni di storia e milioni di pagine di libri.
Gesù risponde a tutte queste domande in un attimo, con pochissime parole, chiare e inequivocabili: la vita dell’uomo è un invito a festa da parte di Dio a ogni uomo. Gesù rivela che la vita è gioia, l’uomo stesso è fatto della gioia di Dio ed è fatto per la gioia, per la felicità, ed è invitato alla vita da Dio per vivere una felicità senza fine. Quello che poi l’uomo ha fatto della vita, sotto la pressione dell’inganno di Satana, è tutta un’altra storia. Sotto la pressione dell’inganno satanico, l’uomo ha trasformato la vita che Dio gli ha donato in peso, carico, fardello, incombenza, preoccupazione, inquietudine, nervosismo, ansia, depressione, solitudine, paura, preoccupazione, tormento, assillo, sofferenza, apprensione, dovere, tristezza, responsabilità, angustia, affanno, maledizione, condanna, pena, punizione, costrizione, obbligo, schiavitù, coercizione, violenza, morte. Sotto la pressione dell’inganno satanico, l’uomo ha trasformato la vita che Dio gli ha donato in qualcosa che l’uomo stesso non apprezza più, non desidera più, non vuole più vivere: la vita è diventata un invito divino cui l’uomo non vuole più rispondere. Il testo scrive: Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Sotto la pressione dell’inganno satanico, l’uomo ha trasformato la vita che Dio gli ha donato in un groviglio di leggi, convenzioni, abitudini, tradizioni, doveri, impegni tali che l’uomo vive la sua intera vita come un affare da svolgere, senza conoscere gioia e felicità, una vita piena solo di doveri, impegni, impieghi, competizione, avidità, invidia, tensione. Sotto la pressione dell’inganno satanico, l’uomo ha trasformato la vita che Dio gli ha donato addirittura in aggressività, supremazia, sete di potere e di dominio, violenza omicida. Gesù rivela che, come l’uomo può scegliere di lasciarsi opprimere e accecare dall’inganno satanico, può anche scegliere di lasciarsi illuminare dai servi di Dio che egli non fa mai mancare all’umanità. In nessun periodo storico dell’umanità, Dio Padre ha fatto mancare uomini ispirati, profeti e angeli con sembianze umane con il compito di ricordare all’umanità che la vita è il meraviglioso invito di Dio a vivere la gioia senza fine, invito che attende una risposta di amore e gratitudine. Purtroppo l’umanità è più protesa a insultare e a uccidere i servi di Dio che ad accoglierli e ad ascoltarli.
Il testo scrive: Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Sotto la pressione dell’inganno satanico, l’uomo ha trasformato la vita che Dio gli ha donato in un’esperienza senza gioia, senza felicità, ma la cosa peggiore che è capitata all’uomo è di essersi abituato alla tristezza e all’infelicità. Il più grande successo di Satana è aver abituato l’uomo alla non gioia, alla non felicità, come fossero la sua condizione naturale, connaturale.
L’uomo può abituarsi talmente alla non gioia, che potrebbe perfino non saper più rispondere con gioia e gratitudine nemmeno se Dio, nella sua infinita misericordia e compassione, lo raccogliesse dal suo fango mortale, dalla sua inedia e schiavitù dilaniante, per ridonargli la dignità e lo splendore di figlio di Dio. Il testo dice: amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale? Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti.

Se hai perso la gioia, fai di tutto per ritrovarla.
Le braccia di Dio sono il posto migliore dove ritrovarla.
Se sei nella gioia, non perderla,
qualsiasi cosa accada non perdere la gioia,
Non lasciare mai a nessuno tanto potere da toglierti la gioia.
Chiediti ogni istante se stai donando gioia o rubando gioia ai tuoi fratelli.
I ladri di gioia sono i figli prediletti di Satana,
i donatori di gioia sono i figli prediletti di Dio.
Non chiederti se sei impegnato, se hai tutto sotto controllo,
se sei libero, se sei amato, se sei ricco, bello, famoso, al sicuro.
Chiediti se sei nella gioia, se sei felice, il resto è nulla.

Vangelo di Matteo 22,1-14

In quel tempo, 1 Gesù riprese a parlare con parabole ai capi dei sacerdoti e ai farisei e disse: 2 «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3 Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
4 Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!” 5 Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6 altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
7 Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
8 Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9 andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”.
10 Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
11 Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12 Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?” Quello ammutolì. 13 Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 14 Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».