Fame - Chi potrebbe...

Fame

Chi potrebbe mai calcolare quanta fame c’è in quest’istante in questo pianeta? Fame di ogni tipo. Fame di cibo, aria, acqua, sonno, luce, contatto, relazioni. Fame di sicurezza, benessere, riposo, piacere, gratificazione, approvazione, successo, potere, protezione. Fame di amore, vita, morte, lavoro, cose, denaro, proprietà, gioia, solitudine. Fame di senso, obiettivi, controllo, dominio. Fame di pace, natura, giustizia, libertà, condivisione, pulizia, divertimento, salute, pelle, serenità. Chi potrebbe mai calcolare la fame dell’umanità? Di fame si può morire. Sulla fame degli altri ci si può arricchire a dismisura. Attraverso la fame si può dominare su tutto. Riducendo alla fame si può sottomettere. Sventolando la fame si può ingannare. Per scappare dalla fame si rincorre la guerra. Quanta fame, ovunque.
C’è una fame che non uccide. C’è una fame che conduce alla morte che non muore. È la fame di conoscere, di conoscere come funziona. Per troppo tempo l’uomo ha creduto che la fame più potente da sfamare per essere felice fosse la fame di significato, la fame di senso, ma è stato un inganno, un inganno gigantesco e allucinante. Per sfamare la fame di senso, l’uomo ha smesso di alimentarsi della conoscenza vera, ha dimenticato come funzionano le cose ed è diventato schiavo delle ideologie e delle religioni. Dio è diventato un ologramma sforacchiato da elucubrazioni mentali, convenzioni, pregiudizi, mitologie. La vita, dalla culla alla tomba, è diventata una schiavitù pilotata da poteri umani rapaci e spietati. L’amore si è trasformato in possesso, e il possesso si onora come amore. La libertà si è trasformata in sottomissione, e la sottomissione è ostentata come suprema espressione di libero arbitrio. Il libero pensiero si è trasformato in omologazione massificante e l’omologazione massificante in progresso civile, sociale, istituzionale. È come se l’umanità, imbarcata su una nave per attraversare l’oceano, avesse sprecato tutto il tempo a dibattere, questionare, polemizzare, discutere, litigare sul senso del viaggio, perdendo di vista tutte le operazioni vitali e indispensabili per navigare sicuri e veloci. All’uomo non è dato di sapere il senso, il significato del viaggio, la meta della navigazione. Imparare a navigare, imparare tutte le procedure per navigare in pace, sereni, forti, sani, felici, in modo efficace, funzionale, a regola d’arte, questo è il senso stesso del viaggio.
Gesù e i suoi discepoli, durante qualche giornata, non riescono neppure a sfamare la loro fame fisiologica, tanto sono intenti a sfamare senza sosta la fame della gente, delle folle, fame di conoscenza delle procedure per amare e vivere felici, liberi e sani. Gesù non ha proposto religioni e filosofie di vita perché Gesù ha veramente compassione di questa fame infinita di conoscenza dell’umanità. Gesù ha speso tutto se stesso su questa terra, fino all’ultima goccia di sangue e acqua, per alimentare l’uomo delle procedure e della conoscenza indispensabili, perché possa imparare a navigare la vita in pace, felice, sano, libero su questa terra, così da poter attraccare un giorno al celeste porto dell’oceano di Dio.

Vangelo di Marco 6,30-34

In quel tempo, 30 gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31 Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
32 Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33 Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
34 Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.