Nel suo nome si uccide, nel suo nome si trascina in tribunale, si toglie dignità all’uomo, lo si incarcera. Sotto la sua bandiera si riducono in povertà i popoli, si mantengono in schiavitù le moltitudini angariate da indicibili sofferenze. Per omaggiare il suo nome si scrivono costituzioni, volumi di legislazioni sui diritti e i doveri, nel suo nome si condannano a morte innocenti e colpevoli. Guerre, massacri, saccheggi, campi di concentramento, assedi, razzie, devastazioni, tutto e sempre compiuto nel suo nome. Si confonde vitale con mortale, si inverte il sano con l’insano, il bello con l’orribile e sempre nel suo nome. Cosa non si fa in nome della giustizia? Quale orribile gesto di distruzione di massa è stato compiuto nella storia, senza fare appello alla giustizia? Quale saccheggio, combattimento, conflitto, guerra, tortura è stato perpetrato nella storia, senza offrire omaggio alla giustizia? Ogni conflitto è giusto, ogni combattimento è doveroso, ogni guerra personale e collettiva è giusta, è santa, promette onore e fa guadagnare fierezza a qualcuno. Com’è possibile? È contro ogni evidenza, contro ogni più elementare onestà intellettuale. È un peccato contro lo Spirito Santo, è un peccato senza perdono.
Il vangelo di Gesù mostra e dimostra al mondo la perversa e insipiente falsità di questo sistema, che usa la giustizia per offendere, distruggere e soggiogare l’uomo. Il vangelo è come una pietra incandescente immessa nel cervello del sistema dell’ingiustizia, che usa la giustizia come paravento e anestetico. Il vangelo sarà sempre osteggiato e combattuto dal sistema della morte. Questa è la prova più evidente che il sistema che abbiamo creato non è per l’uomo e non è secondo Dio. È evidente. Per questo Gesù invita i suoi figli a non difendersi nei tribunali e nella persecuzione del sistema, perché sarà l’evidenza stessa della verità e dello Spirito a sgonfiare questo gigantesco, sanguinolento, satanico pagliaccio del sistema che sovverte ordine e armonia, vita e sopravvivenza in nome della giustizia.