Chi dona il superfluo non dona mai la propria essenza,
chi non dona la propria essenza non dona nulla di sé,
e non mette mai a frutto la sua sostanza.
Sono le cose che l’uomo compie mettendo in gioco solo il superfluo
a tenerlo tristemente scollegato dalla vita,
decentrato da se stesso, separato dal creato.
Donare la propria essenza, senza risparmio e senza calcolo,
è l’unico modo per mettere la propria sostanza spirituale e intellettuale
in circolo con l’energia di tutto il creato, e vivere felici.
È l’unico modo per mettere a frutto i doni che Dio
ha offerto a ciascuno dei suoi figli per la ricchezza di tutti.
Chi nella vita mette in gioco solo il proprio superfluo
non entra mai nelle vene della vita,
e avrà sempre paura di non avere abbastanza, e conoscerà l’inedia.
Chi offre il superfluo riceve il superfluo,
chi offre l’essenza riceve l’essenza.
Anche il molto del suo superfluo è vuoto,
anche il poco della sua essenza è pieno.
Nulla regge sulle gambe del superfluo.
Rapporti, relazioni, scelte, impegni
inciampano e cadono, se ricevono il superfluo.
Nemmeno l’amore regge sulle gambe del superfluo.
Dio stesso, quando ci indica la via della felicità suprema e ci ispira ad amarlo
con tutto il cuore-mente, con tutta l’anima-corporata e con tutto il meglio di noi stessi,
ci ispira a tenerci ben lontani dall’amarlo con il nostro superfluo.
Chi dona il superfluo non impoverisce solo la vita,
ma rende misero se stesso.
Chi dona tutta la propria essenza in ogni istante della vita,
senza risparmio e calcolo,
rende ricca la vita e rende ricchissimo se stesso.