Vedrete - Vedrete il cielo...

Vedrete

Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo. Nella terminologia evangelica Gesù non intende riferirsi alla fine del mondo, ma alla fine dei tempi, di questi tempi, si riferisce alla sua venuta intermedia per ricondurre l’uomo alla civiltà, quella vera. La civiltà che noi abbiamo costruito è una civiltà che ha bruciato l’intelligenza, sostituendola con la capacità di negare l’evidenza. È una civiltà che ha spento negli uomini e nelle donne ogni gioia di vivere. È una civiltà che si è abituata a vivere malamente una vita triste, misera, da schiavi, ignoranti e oppressi. È una civiltà che ci ha abituato a non godere della vita, della bellezza sconfinata della vita, per vivere di ricatti, rancori, sfide, vendette, tribunali, scandali, torture, fame e inedia. È una civiltà che nasconde, sotto una patina di civiltà e progresso, i veri interessi dei lupi rapaci, dei predatori occulti, dei gruppi dei vantaggi. È una civiltà che si sgretolerà in brevissimo tempo quando avrà bisogno di vera civiltà. Vedremo il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo, e allora inizierà una nuova civiltà che doveva già nascere dopo la venuta del Maestro Gesù, il Cristo, una civiltà dove l’uomo impara per amore e per il suo vero benessere a far coincidere la propria volontà con quella del Padre celeste. Una civiltà dove l’uomo sa rientrare in se stesso per iniziare ad avere coscienza che non è costretto da nessuno a farsi del male come si sta facendo, che nelle sue mani c’è la libertà di scelta, di cambiare, di migliorare ogni cosa, di percepire la bellezza sconfinata della vita e il fatto di essere vivi nel meraviglioso disegno di Dio. Una civiltà che nascerà dalla consapevolezza che noi non siamo nati peccatori – Dio ha creato figli non peccatori – e che, nonostante la nostra fragilità, Dio ci ama, è sempre con noi e ci darà sempre tutto ciò che ci serve per condurre l’umanità verso una radiosa evoluzione. Una civiltà dove la bellezza della vita e solo il fatto di essere vivi nelle mani di Dio ci riempirà il cuore, la mente, gli occhi di gratitudine e gioia ogni istante per l’eternità. Se solo potessimo credere, per un istante, che non siamo costretti a odiare, rubare, forzare, torturare, schiavizzare, corrompere per avere tutto ciò che ci serve e tutto ciò che amiamo e desideriamo! Se solo, per un istante, potessimo avere la consapevolezza, anche solo la velata consapevolezza della meraviglia della vita che Dio ha inventato e creato per noi! Se solo potessimo, per un istante, avere la fede e la semplicità di cuore di Natanaele, che alla vista di un uomo che gli dice di averlo visto sotto il fico qualche ora prima, vede, in quell’uomo, Dio, il Figlio di Dio, il Signore!
Natanaele, intercedi per noi, e tu, che sei uomo senza falsità, predisponici all’incontro, all’incontro che verrà a cielo aperto mentre gli angeli di Dio salgono e scendono tra un universo e l’altro sopra il Maestro Figlio dell’Uomo.

Vangelo di Giovanni 1,43-51

In quel tempo, 43 Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!» 44 Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.
45 Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». 46 Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?» Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
47 Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48 Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?» Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». 49 Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!» 50 Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!» 51 Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».