Non molla - Lui non molla...

Non molla

Lui non molla. Lui non ci molla. Il Signore non si stanca, non si stanca di noi. Nonostante la nostra superbia e arroganza, nonostante la nostra freddezza nei suoi riguardi e indifferenza nei confronti della sua Parola e delle sue indicazioni, Lui non si stanca, non molla, non ci molla. Ci lascia assolutamente liberi, ma non ci molla. Pur sapendo dell’accoglienza che gli avremmo riservato, ha interessato le potenze del cielo e mosso gli eventi della terra per organizzare addirittura un viaggio tra noi, perché lo potessimo incontrare di persona, lo potessimo ascoltare direttamente senza intermediari e vedere senza nuvole di mezzo. Il suo straordinario viaggio, la sua visita sulla terra è annunciata a Maria per voce dell’angelo e, in Maria, è annunciata a tutta l’umanità. In quel grembo si compie uno dei momenti più teneri e meravigliosi di tutta la storia umana.
L’umanità può gioire di gioia grande non solo perché l’angelo annuncia la visita terrena di Gesù Dio, non solo perché questa nascita è nascita per la salvezza dell’uomo, è nascita che ha lo scopo di scongiurare l’estinzione della vita sulla terra, non solo perché questa nascita è per proporre una splendida possibile evoluzione, ma soprattutto perché è il segno che Lui non molla, Lui non ci molla, non ci mollerà mai. E questo è motivo di gioia sconfinata. Gesù non ci molla da dentro quella culla di paglia, non ci molla da quella croce appeso, non ci molla amante, radioso, risorto e vivo, non ci molla in ogni secondo nello Spirito Paraclito Difensore e Consolatore. Gesù non ci molla mai.
L’incarnazione di Gesù nel nostro DNA dice qualcosa che mai era stato detto così forte e chiaro. Già sapere che Dio è buono con tutti è una verità che illumina ogni conoscenza di consolazione infinita, ma qui Gesù ci rivela qualcosa d’oltre, ci rivela che Dio non solo è buono, ma ci ama, ci ama oltre ogni comprensione e immaginazione. Lui non molla perché ci ama e ci amerà per sempre. Lui è sempre lì a scrutare l’orizzonte, con le lacrime agli occhi, in attesa che i suoi figli ritornino, sempre pronto a correre loro incontro per stringerli tra le sue braccia. È sempre lì con gli occhi e il cuore su quella strada, la strada che Gesù ha costruito tra il cielo e la terra per scendere tra noi, la stessa strada che noi dobbiamo camminare tra terra e cielo per risalire fino a lui.

Vangelo di Luca 1,26-38

In quel tempo, 26 l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
29 A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30 L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
31 Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34 Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?» 35 Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36 Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37 nulla è impossibile a Dio».
38 Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.