Niente paura, mai - Niente paura...

Niente paura, mai

Niente paura. Di nessuno, mai. Se hai paura, sei schiavo di colui che temi. In modo sottile e invisibile trasformerai in un dio dentro di te colui che temi. Colui che temi governerà sentimenti, emozioni, ti occuperà la mente, i pensieri e il cuore. La paura rende divino ciò che non è. La paura è la fonte mentale e psichica dell’idolatria, per questo è usata dalle religioni.
La paura accelera il processo dell’addestramento e del controllo degli addestrati, e cancella ogni forma di spiritualità. Per cancellare Dio dal cuore dei bambini non c’è niente di meglio che far loro paura. Paura di non essere all’altezza, di non riuscire, di non prendere quel voto, di non corrispondere alle attese. Paura di chi è più forte e violento, di chi ha di più, di chi è più bello, di chi alza la voce o le mani. L’invidia è paura, la vanità è paura. Il possesso è paura, il controllo è paura, l’ambizione, la fretta, l’ansia sono paura.
Chi ha paura è schiavo, chi è schiavo è prevedibile, chi è prevedibile è controllabile, chi è controllabile non ha più Dio in cuore ed è un manichino telecomandato. Chi ha paura diventa un manichino, chi fa paura desidera creare dei manichini.
Far paura attraverso la scuola è il sistema più sicuro per creare schiavi mentali e culturali. Far paura attraverso la morale è il modo più sicuro per creare degli ossessionati da mungere economicamente e psicologicamente in ogni modo. Far paura attraverso la religione è un sistema infallibile per cancellare Dio dal cuore e dalla mente della gente e per creare degli arrabbiati insicuri e ignoranti.
La paura rende schiavi, la paura crea dipendenza, la paura rende pigri, la paura rende soli e isolati. La paura rende vanitosi e ambiziosi e rende oscuro e lontano il presente e la vita.
La paura ha un’alleata potente, la più potente. Il vero carburante della paura è la confusione derivata dalla scorretta percezione del tempo.
La nostra mente non riesce a stare nel presente, è sempre nel passato o nel futuro, procurando stati emozionali di paura potenti, prolungati, esagerati; sensi di colpa e frustrazione, quando siamo sbilanciati nel passato, ansia e angoscia, se più protesi al futuro. Qualsiasi cosa accade nel presente la mente non la vive per il presente che è, ma la proietta e la scaglia nelle sue conseguenze di ogni tipo in un futuro che non esiste, ma che diventa il campo di battaglia dei nostri pensieri e pregiudizi, delle nostre supposizioni, delle nostre convenzioni. Il presente perde così la sua chiarezza e la sua forza, diventando fonte inaccessibile e perenne di confusione e incertezza. La vera minaccia della nostra vita non viene mai dal presente, ma dal passato e dal futuro e dai viaggi temporali continui che la nostra mente costringe a fare alla nostra anima e al nostro cuore, provocando paura, disordine, smarrimento.
Non percependo il presente correttamente e proiettandolo continuamente nel passato e nel futuro, è inevitabile che questa confusione porti alla mancata percezione di ciò che è vitale e di ciò che è mortale, porti all’oscuramento dello spirito percettivo. Tanto più è oscurato lo stato percettivo di un uomo, tanto più è forte la sua paura, sovrana la sua schiavitù, possibile la sua idolatria o la sua effimera religiosità.
È attraverso la paura che il potere del Maligno e dei potenti della terra esercita il controllo della mente, ed è attraverso l’oscuramento della coscienza dello stato percettivo del vitale e mortale che si ottiene una continua e abbondante mietitura di popoli schiavizzati.
Le parole di Gesù non lasciano dubbi, invitano a non avere paura e a non lasciarci intimorire dagli uomini, da nessuno degli uomini, nemmeno da quelli che possono torturare e uccidere, perché nessun uomo è Dio, e nessun uomo può determinare ciò che è giusto o sbagliato senza mettersi al posto di Dio. Gesù descrive questa assenza di luce percettiva, questo stato oscuro dell’anima, che perde o zittisce il proprio sistema percettivo, come niente infatti è oscuro che non sarà svelato e nascosto che non sarà conosciuto. In pratica Gesù dice di non temere gli uomini quando ci spingono a cambiare il nostro interiore e sacro sentire che Dio stesso ci ha donato. Invita a non temere e a non lasciarci spaventare né ingannare da tutti coloro che a loro piacimento e per i loro interessi spostano il paletto di demarcazione tra vitale e mortale, creando confusione, oscurità, paura e schiavitù. Gesù afferma che ogni confusione creata, ogni ignoranza indotta, ogni oscurità ingannevolmente inseminata nel cuore della gente, verrà prima o dopo posta sotto i riflettori della verità e tutto sarà chiarito e mostrato all’uomo per quello che è realmente.
Un giorno verrà mostrato chiaramente che molto di ciò che ci è stato insegnato come realtà mortale è invece vitale e bellissimo, e ciò che invece riteniamo vitale, frutto di libertà, democrazia e progresso è ignobilmente mortale e devastante.
Ecco, Gesù nel vangelo invita e insiste molto a non aver paura, a non aver paura di niente e di nessuno, tanto meno degli uomini né della loro possibilità di fare confusione e produrre oscuramento della coscienza, perché la paura è un autobloccante formidabile, brucia ogni possibilità di costruire la propria personalità, annulla ogni fascino e creatività.
Gesù è molto chiaro in proposito, anzi entra nel dettaglio in modo straordinario e inequivocabile, afferma infatti che se c’è qualcuno di cui l’uomo deve avere paura eventualmente è Colui che è così grande e potente che tutto può, il Signore Onnipotente, il Creatore. Un modo chiaro questo, anche se forte, per spiegare che non si deve mai avere paura di nessun altro, perché nessun altro è Dio; anzi è proprio la paura che rende divino ciò che è solo terreno, è la paura che trasforma in dio ciò che Dio non è e non sarà mai.
Naturalmente Gesù con queste parole non afferma che bisogna aver paura di Dio, ma tutt’altro. Lui insegna che Dio Padre va amato, non temuto, va adorato, non evitato. Nessuno come Gesù ci rivela un volto del Padre così bello, misericordioso, affettuoso e dolcissimo, lontanissimo da ogni forma di religiosità, che ci ha insegnato invece ad aver paura di Dio e della sua presenza di durissimo giudice.
Gesù non ci vuole dire di aver paura di Dio, ma vuole sottolineare senza equivoci, con una affermazione molto forte e decisa, che se ci fosse realmente qualcuno da temere, questi sarebbe eventualmente Dio, mai e poi mai un uomo o qualcosa di umano.
Con che cosa si vince la paura? Con la fede. E la fede ha tre ali: l’abbandono, la consapevolezza, la gratitudine-gratuità.
Una fede che non vola con queste tre ali non porta a Dio, non fa volare verso l’Assoluto.
L’abbandono. L’abbandono a Colui che tutto regge e crea, che tutto guida e fa vivere. Abbandono che deriva dalla visione percettiva dell’armonia della natura e del creato: come Dio provvede e segue ogni sua creatura, Dio provvede e segue anche ognuno di noi. Se il Signore segue ogni colpo d’ala dei suoi passeri, e nessuno di loro cadrà a terra senza che il Padre lo voglia, tanto più il Signore segue ogni nostro passo, decisione, affetto, relazione, scelta di vita istante per istante. La forza dell’abbandono è sentirci seguiti sempre, in modo impercettibile, ma sempre con potenza e fedeltà divine. È uno stato di abbandono da ricreare in noi più volte al giorno ripetendoci le parole di Gesù nel nostro dialogo interiore, con forza e serena decisone, qualsiasi cosa accada. Ripeterci con dolcezza e senza dubbio alcuno: Non si vendono due passeri per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. […] Non abbiate paura, voi valete molto più di molti passeri! Questo è l’abbandono che vince la paura di essere soli, di dover fare da soli, di stare soli. L’abbandono totale nelle mani e nel cuore dell’Altissimo è ripetersi sempre queste parole di Gesù: Non abbiate paura, voi valete molto più di molti passeri! Bellissimo, semplice e potentissimo come una cascata di pace nel cuore.
La seconda ala della fede è la consapevolezza, consapevolezza che si oppone al controllo, all’arroganza, alla presunzione. La consapevolezza è significata nelle parole: anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. È la consapevolezza che non abbiamo noi il controllo, anche se è fondamentale che ognuno faccia la sua parte. Consapevolezza che è tutto nelle mani di Dio, tutto e sempre, ogni respiro, ogni fiato di vento, ogni movimento cellulare, nulla mai è per caso. Mai. Il caso non esiste.
Non tutto ci è chiaro di ciò che ci accade, non tutto è semplice da comprendere, ma nulla mai è per caso. Consapevolezza che è tutto di Dio, dono suo, respiro suo, che senza di lui non possiamo fare nulla. È la consapevolezza che cancella dal cuore e soprattutto dalla mente il delirio di onnipotenza, i pregiudizi, l’alterigia e l’illusione colossale di avere il controllo di qualcosa, di essere noi i padroni del mondo, i gestori della vita, i signori della terra.
Terza ala della fede, la gratitudine-gratuità. Riconoscere Dio, la sua gloria al di sopra di tutto e prima di tutto. Non aver paura di essere innamorati e di dimostrare il nostro amore per lui. Senza cadere nell’ipocrisia religiosa e nel fanatismo spirituale missionario, Gesù incoraggia a non aver mai nessuna paura di manifestare la propria fede, di riconoscere Dio come il nostro Signore e Re davanti agli uomini, davanti alle loro leggi, davanti alla loro cultura e, se fosse, davanti alla loro sempre possibile persecuzione e violenza. Nessuna paura di cosa dirà la gente e di come giudicherà il nostro amore per lui, il nostro desiderio di cantare a lui, di pregarlo, di metterlo al centro totale della nostra esistenza e della nostra vita. Gesù esplicita questa terza ala della fede con parole molto forti e precise: Perciò chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò.
Non aver paura degli uomini e non vergognarsi di Dio e del suo nome davanti agli uomini ci farà riconoscere come figli amati, figli di Dio davanti al trono della Trinità Altissima nel Regno dei cieli.

Vangelo di Matteo 10,26-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: 26 «Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto.
27 Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
28 E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo.
29 Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30 Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31 Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
32 Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33 chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».