Egocompatibile - È l’anelito...

Egocompatibile

È l’anelito di una madre. Questa madre non chiede a Gesù guarigione per i propri figli, non chiede che sia cacciato da loro qualche spirito maligno. Questa mamma vede in Gesù onnipotenza, forza, onniscienza, vede in Gesù tutto ciò che all’uomo è negato e che l’uomo desidera. Questa madre trasforma Gesù in un surrogato di Gesù, si crea un Gesù a immagine delle proprie aspirazioni e a somiglianza delle proprie aspettative e proiezioni. Gesù ha appena annunciato pubblicamente che sta salendo a Gerusalemme per essere consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi, per essere da loro condannato a morte e da loro poi consegnato ai pagani, per venire da essi deriso, flagellato e crocifisso, e che tutto avrà il suo compimento nel terzo giorno, il giorno della risurrezione. Questo Gesù storico, umile e umiliato, mite e crocifisso mal si adatta alle aspirazioni di potere e di gloria degli uomini. In pratica come Gesù Dio si manifesta al mondo, come Gesù Dio è nel suo cuore e nella sua essenza, non è per nulla compatibile con le aspirazioni di ambizione e potere, gloria e successo degli uomini, anche degli uomini che dicono di credere in lui. La madre dei figli di Zebedeo s’inchina e prostra davanti a un Gesù che lei si è costruita nella propria mente e nella propria religiosità, a un Gesù egocompatibile, non al Gesù vero. Questo è il processo più usato e abituale attraverso cui il cristianesimo si è svuotato del Gesù vero per riempirsi di un Gesù convenzionale. La madre dei figli di Zebedeo, nella sua richiesta, è precorritrice di un sistema di potere che prevede che il potere finisca in mano a dei sistemi totalitari costituiti da tirannidi private fondate sui legami familiari.La madre dei figli di Zebedeo chiede in pratica a Gesù di instaurare nel suo regno terreno e celeste il sistema del favoritismo, del nepotismo, del compromesso iniquo. Senza saperlo chiede a Gesù di istaurare il suo regno e la sua chiesa sul sistema imperiale della famiglia e dei privilegi dei legami familiari. Suggerisce a Gesù quello che Satana ha ispirato ai potenti del mondo, generare cioè un sistema di potere fondato su poche potenti famiglie e istituzioni che abbiano in mano il controllo economico e politico delle nazioni, per trasformarle in multinazionali e, attraverso questo meccanismo, gestire completamente le risorse del mondo. Questa madre si prostra davanti a Gesù per chiedere a Gesù di invertire le polarità del suo regno e della sua ispirazione, di trasformare la fede e l’amore in lui in una religiosità devozionale dove l’ambizione e la sete di dominio siano tutto, così tutto che gli uomini non abbiano remore e scrupoli a fare di tutto per realizzarli. Gesù sa perfettamente che dove regna la sete di dominio non può esistere il desiderio dell’amore e dove regna l’amore non può esserci la sete di dominio, per questo chiarisce che la sua chiesa, la comunità di coloro che crederanno in lui, non dovrà in nessun modo sposarsi con il potere e i potenti: Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Gesù non ha dubbi: l’ambizione genera sempre e inevitabilmente dominio da una parte e schiavitù dall’altra, l’ambizione si arrampica sempre sulla miseria e sull’ignoranza degli altri, l’ambizione necessariamente, se minacciata, diventa prepotente e violenta. Gli eserciti degli stati non sono mai istituiti per difendere i confini nazionali da un nemico esterno, ma per tacitare e sopprimere ogni possibile voce dissidente, opposizione contestatrice, dissenso non allineato dentro i confini nazionali.
Gesù sa che il potere non si trasmette per ispirazione dello Spirito ma per inseminazione di corruzione e ricatti, opportunismi e interessi. Gesù sa che l’ambizione non permette all’uomo di servirsi della propria intelligenza divina ma può essere costruita solo sulla propria stupidità. Gesù desidera che la comunità degli uomini e delle donne che credono in lui non sia egocompatibile, ma amorosamente e sapientemente a servizio dell’uomo e del suo vero e reale benessere.

Vangelo di Matteo 20,17-28

In quel tempo, 17 mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: 18 «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte 19 e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
20 Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. 21 Egli le disse: «Che cosa vuoi?» Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». 22 Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?» Gli dicono: «Lo possiamo»23 Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
24Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. 25 Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. 26 Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore 27 e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. 28 Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».