Buccia - Una ventina...

Buccia

Una ventina di chilometri, solo una ventina di chilometri. Nel pianeta terra la vita è possibile solo entro uno spazio, tra cielo e sottosuolo, di venti chilometri. La biosfera, definita in biologia come l’insieme delle zone della terra in cui le condizioni ambientali permettono lo sviluppo della vita, include la porzione esterna della litosfera, cioè il suolo e parte del sottosuolo, l’idrosfera, cioè le acque marine, lacustri e fluviali, e i primi strati dell’atmosfera, fino a un'altitudine di circa 10 chilometri. Quindi, comprendendo nella biosfera le profondità oceaniche e i primi strati dell’atmosfera, si raggiunge uno spessore massimo di circa 20 chilometri, i 20 chilometri in cui è possibile la vita. 20 chilometri che, proporzionati al raggio terrestre, che è di circa 6.371 chilometri, sono veramente poca cosa. In proporzione è meno dello spessore di una buccia di mela rispetto alle dimensioni della mela intera. In questa buccia di mela di 20 chilometri si è sviluppata la vita, e la vita continua a vivere e a risplendere da miliardi di anni.
Questa fascia della vita di 20 chilometri è veramente poca cosa rispetto alle dimensioni straordinarie delle stelle, delle galassie, eppure è in questa sottilissima buccia di 20 chilometri che la vita, in ogni istante, vibra, si muove e manifesta nella natura il suo lussureggiante splendore. Qual è la biosfera dell’uomo? Qual è la fascia della vita dove l’uomo vibra, sceglie e decide tutto della sua vita? È la dimensione dello spirito, è il pneuma. È una fascia sottile, invisibile agli occhi, ma è in questa fascia che l’uomo vibra, sceglie e decide tutto della sua vita. Potremmo definirla la pneumosfera dell’uomo. In questa pneumosfera l’uomo grida i suoi potenti no alla vita e canta i suoi splendidi sì alla vita, e dalle vibrazioni spirituali di questi no e di questi sì derivano le vibrazioni della psiche, delle emozioni e del corpo. La pneumosfera dell’uomo, così sottile, intima, invisibile, può sembrare veramente poca cosa rispetto alla potenza persuasiva delle grandi strutture mediatiche, sociali, culturali, economiche, filosofiche, religiose, ideologiche.
La pneumosfera dell’uomo, così impalpabile, segreta, finissima, può sembrare veramente poca cosa rispetto alla potenza della legge e delle istituzioni, alla prepotenza degli imperi e delle dominazioni, alla violenza delle grandi armate, alla capillarità dell’inganno in cui i poteri forti dei prepotenti fanno vivere l’umanità. La pneumosfera dell’uomo sembra veramente muta davanti allo schiamazzo delle mode, incapace di farsi sentire davanti allo strillo dei politicanti, zittita davanti alle fredde critiche della morale e agli squilli assordanti delle dottrine. La pneumosfera dell’uomo può sembrare poca cosa nella globalità della vita dell’uomo ma, in realtà, è l’origine di tutto quello che succede nella vita dell’uomo, assolutamente di tutto e di ogni cosa, sempre.
Non c’è nulla, assolutamente nulla nella vita dell’uomo che accada per caso. Tutto e ogni cosa nella vita dell’uomo, sia individualmente che collettivamente, accade sempre, regolarmente, impeccabilmente, immancabilmente, sistematicamente, coerentemente alle vibrazioni generate nella sua pneumosfera. Per un insieme di leggi dominanti che regolano il comportamento delle vibrazioni, tutto nella vita dell’uomo è prodotto dalla vibrazione della sua pneumosfera. Nella vita dell’uomo non esiste la fortuna o la sfortuna, il destino preordinato, il fato, la fatalità, la sorte, la sventura, ma c’è una pneumosfera, tanto sottile quanto potente dove l’uomo, gridando i suoi no e cantando i suoi sì, determina le vibrazioni con cui vuole vivere e, di conseguenza, le proprie scelte, emozioni e azioni. Scelte, emozioni, azioni che poi inevitabilmente s’intrecciano, si intessono, si attorcigliano, si uniscono, si scontrano, entrano in risonanza con quelle degli altri, dunque con le scelte, emozioni, azioni degli altri. Quello che l’uomo chiama imprevisti, incidenti, disastri, disguidi, inconvenienti, disgrazie, sciagure, sono solo collegamenti vibrazionali assolutamente meccanici, ordinati e coordinati, di cui l’uomo non conosce il movimento e lo sviluppo semplicemente perché non ne conosce e non vuole riconoscerne l’origine, che è il suo dialogo interiore nella sua pneumosfera.
Quelli che l’uomo chiama malattia, sofferenza, dolore, infermità, malessere, pena, tormento, sono solo collegamenti vibrazionali assolutamente meccanici, ordinati e coordinati, di cui l’uomo non conosce il movimento e lo sviluppo, semplicemente perché non ne conosce e non vuole riconoscerne l’origine, che è il suo dialogo interiore nella sua pneumosfera. Ecco perché Gesù racconta ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai, perché pregare è dire grazie sempre, è dire sempre sì, è il modo più potente per non pensare mai male di Dio.
Pregare, cantare a Dio, benedire il suo nome, invocare il suo perdono e la sua misericordia è il modo più efficace per mantenere pulito il dialogo della pneumosfera e liberarlo da pensieri tossici, avvelenati e velenosi. Gesù racconta ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai, perché pregare, con il cuore e con amore, senza stancarsi mai, impedisce alla pneumosfera di generare la vibrazione più velenosa, tossica, letale, malefica, satanica che esista: il giudizio. Gesù racconta ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai, perché pregare, ringraziare mantiene la pneumosfera nella fede, fede che è il modo di guardare la vita e il mondo, le persone, gli eventi con gli occhi di Gesù. Ecco perché Gesù si chiede: Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà – non nella venuta alla fine dei tempi, ma nella sua venuta intermedia –, troverà la fede sulla terra?

Vangelo di Luca 18,1-8

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli 1 una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2 «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3 In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
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Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5 dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
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E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7 E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8 Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»