Apprendisti - Più volte...

Apprendisti

Più volte nel vangelo la vita terrena è descritta come un’esperienza iniziale, una specie di prova introduttiva, un momento di preparazione e predisposizione che vedrà la sua pienezza e il suo compimento nella dimensione celeste, negli spazi senza spazio e tempo della città celeste. In Luca 16,9 è scritto: ebbene io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta perché quando verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. In Matteo 25,21 è scritto: bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. In questi versetti del vangelo, e in molti altri simili, è evidente che per Gesù la vita nella dimensione terrena è fondamentale per preparare, predisporre e determinare la vita nella dimensione celeste. La vita nella dimensione terrestre è spesso considerata nei vangeli come un meraviglioso, quanto impegnativo apprendistato, indispensabile all’umanità per poter ritornare felicemente e gioiosamente nella dimensione celeste da cui proviene. A questo si riferisce Gesù quando in Luca 13,24 afferma: sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Con porta stretta Gesù indica un modo certo, quel certo modo, che l’uomo può utilizzare per indirizzarsi, per scegliere, per predisporsi alla gioia senza fine nella vita della dimensione celeste, durante la sua esperienza terrena. Porta stretta, perché le religioni, gli imperi, i poteri umani, gli inganni ideologici, le astruse filosofie, per ragioni di interesse, avidità, sete di dominio e potere, hanno reso la via che conduce alla vita nella gioia senza fine della città celeste una via stretta, oscurata, nascosta, difficile da scoprire, quasi inaccessibile.
Gesù dice: cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Non lo dice per minacciare e impaurire l’umanità, ma per sottolineare, in modo forte e inequivocabile, che la vita sulla terra è un’esperienza assolutamente fondamentale per predisporre l’uomo e permettergli una adeguata evoluzione per accedere serenamente alla vita nella dimensione del cielo. Dalle parole di Gesù si deduce chiaramente che l’esperienza nel tempo della vita terrena è strettamente legata all’esperienza della vita senza tempo in cielo.
Potrà mai la Vita fare entrare nella luce e nell’amore di Dio coloro che durante la loro esperienza terrena avranno usato la vita stessa, servendosi delle persone e delle risorse del pianeta, per realizzare i loro interessi, per esercitare dominio, potere, per spadroneggiare come tiranni, per saccheggiare e violentare come esseri crudeli e rapaci? Come potrà la Vita fare entrare nella vita senza fine, nella luce e nell’amore, i predatori infedeli che nella vita terrena avranno amministrato energie, risorse, possibilità, intelligenza, capacità, tradendo Dio, la vita e l’umanità? Al predatore infedele, servo del male, che avrà speso tutta la vita per sottomettere, schiavizzare, depredare l’umanità di ogni libertà, dignità, benessere e felicità per il proprio tornaconto, come potrà mai la Vita affidare una qualsiasi realtà preziosa nella vita senza fine, nelle dimore della luce e della pace senza fine? Ai predatori infedeli non potrà essere affidato assolutamente nulla della vita nella dimensione celeste, visto come stanno amministrando quello che è stato loro affidato nella dimensione terrena.
Quando il vangelo scrive: ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli, vuole rivelare che per tutti i traditori infedeli che stanno approfittando dell’esperienza terrena per devastare, intristire, imbruttire l’umanità, la Vita ha predisposto un luogo eterno dove dovranno vivere la loro vita senza fine, ma senza mai più poter raggiungere le dimore della città celeste di Dio.
Il vangelo quando scrive: a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più, sta proprio a indicare che il compito dell’uomo, nell’esperienza terrena, è quello di essere un fedele apprendista dell’amore e della luce, non un predatore infedele, malvagio e traditore, per prepararsi degnamente a ricevere i compiti sublimi e radiosi nella meravigliosa e infinita città celeste di Dio.

Vangelo di Luca 12,39-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «39 Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40 Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
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Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?»
42
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? 43 Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. 44 Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
45
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46 il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
47
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48 quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».